Infermiere Casa2Coniglio: “Perchè per una volta, la regione Sicilia non prova ad essere la prima in Italia considerato che in sanità è quasi sempre l’ultima?” La Federazione Sindacati Indipendenti Cni-Fsi ha avanzato una proposta di legge che mira a rendere l’Infermiere di Famiglia una realtà concreta. Una figura che sarebbe importante introdurre in particolare in Sicilia dove l’assistenza domiciliare infermieristica è tra le peggiori di Italia.

 Le case, infatti, sono oggi il più grande ospedale per malati cronici, terminali e anziani. Queste persone non sono in grado di andare in ambulatorio, a volte nemmeno di muoversi nel letto e vengono assistite da familiari, badanti e medici di famiglia. Sarebbe pertanto importante introdurre nella Sanità siciliana la figura dell’Infermiere di famiglia. E’ questo l’appello rivolto alle Istituzioni dal Sindacato infermieri Cni-Fsi della Regione Sicilia.

“Già da tempo ci battiamo per vedere riconosciuta questa figura professionale – spiega il coordinatore regionale del sindacato CNI-FSI, Calogero Coniglio – Un progetto era stato presentato al precedente assessore alla Salute della Regione Sicilia, Massimo Russo. E poi abbiamo riformulato la richiesta all’attuale assessore Borsellino che aveva compreso l’importanza dell’infermiere di famiglia per risolvere le tante problematiche dell’assistenza territoriale siciliana. Senza però risultati. Inoltre rammentiamo che la nostra organizzazione sindacale ha riproposto questo progetto in audizione lo scorso anno in VI commissione sanità: con un documento dal titolo ‘Pessima assistenza domiciliare in Sicilia’, abbiamo chiesto di aumentare le ore di Adi”.

Nella proposta di legge formulata si evidenzia chiaramente di cosa si occuperà l’Infermiere di famiglia. Secondo l’Oms tale figura “aiuterà gli individui ad adattarsi alla malattia e alla disabilità cronica o nei momenti di stress, trascorrendo buona parte del suo tempo a lavorare a domicilio dei pazienti e con le loro famiglie”. Darà consigli riguardo stili di vita, aiuterà a curare i problemi sanitari delle famiglie al loro insorgere, identificherà gli effetti dei fattori socioeconomici sulla salute della famiglia. L’inserimento del ruolo dell’Infermiere di Famiglia nel contesto del Ssn accanto al Mmg, può essere determinante e rivoluzionario per la sostenibilità dello stesso Ssn poiché sarà possibile facilitare le dimissioni precoci dagli ospedali poiché fornirà assistenza infermieristica a domicilio e agirà da tramite tra la famiglia e il medico di base sostituendosi a quest’ultimo quando i bisogni identificati sono di carattere prevalentemente infermieristico.

“Questa proposta di legge relativa all’istituzione della figura dell’infermiere di famiglia convenzionato con Ssn- conclude Coniglio – deve ‘svegliare’ la situazione in Sicilia. Colmerebbe tante lacune della nostra Sanità garantendo anche una riduzione della spesa pubblica attraverso la riduzione dei costi diretti dell’assistenza grazie alla prevenzione e all’individuazione precoce dei bisogni della persona e della famiglia. Si avrà una riduzione degli accessi negli ambulatori dei medici e soprattutto si avranno meno codici bianchi nei pronto soccorso. Inoltre, si avranno meno carichi di lavoro per gli infermieri il cui numero scarseggia negli ospedali siciliani, meno aggressioni, più qualità nell’assistenza e utenza più soddisfatta. Noi siamo assolutamente contrari ad esternalizzare servizi ai privati, cooperative e società che prendono assistenza in appalto dalle aziende sanitarie e poi pagano meno le ore degli Infermieri. Ovviamente per liminare gli sprechi la Regione non deve dimenticare di tagliare i mega stipendi di dirigenti e funzionari e non tagliare sul personale del comparto. Sulle problematiche infermieristiche della regione si era iniziato a discutere ai tavoli tecnici regionali, in particolare sulle attuali tabelle utilizzate per la determinazione degli organici che sono inadeguate e vanno riviste. L’amministrazione regionale nei tavoli tecnici aveva assunto l’impegno di cominciare a discutere della questione e raffrontare posti letto e personale con altre regioni nel panorama nazionale. Ancora aspettiamo”.

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