Policlinico Messina5Determinante il lavoro di équipe della Chirurgia Pediatrica e della Terapia Intensiva Neonatale dell’AOU. È stata dimesso già da qualche giorno il bimbo di 5 mesi che dopo una lunga convalescenza è riuscito ad affrontare una malattia ancora oggi caratterizzata nei bambini da un alto tasso di mortalità.

Una storia di sanità che vede tante componenti al suo interno e che valorizza l’importanza di percorsi assistenziali in cui a collaborare insieme sono più professionisti, ciascuno con le proprie competenze.

G.C. era stato trasferito a fine gennaio dall’ospedale di Siracusa, quando pesava 2,380 kg, per una sospetta occlusione intestinale. Dopo l’arrivo in terapia intensiva neonatale e i primi accertamenti è stata subito evidente, la presenza di una torsione intestinale ( volvolo) che aveva già compromesso gran parte dell’intestino ( circa 90 cm su 1,50 m).

Da qui la necessità di intervenire tempestivamente: l’équipe della UOC di Chirurgia Pediatrica -composta dai Dott.ri Nunzio Turiaco, Pietro Antonuccio, Maria Rosaria Gravina, anestesista Dott. Lerry Mercurio – procede lungo l’unica strada percorribile: quella della resezione con confezionamento dell’ileostomia che permette al piccolo di sopravvivere. A distanza di un mese è però necessario ricanalizzare l’intestino con un’ altra delicata operazione eseguita in équipe dal prof. Carmelo Romeo e dal dott. Nunzio Turiaco, anestesista Prof. Giovanni Chillè; intervento, quest’ultimo, che consente di ricostruire con successo la continuità intestinale.

Superata la fase chirurgia il piccolo è stato seguito nel post-operatorio dalla terapia intensiva neonatale diretta dal Prof. Ignazio Barberi.

G.C. ha necessitato di cure multidisciplinari coordinate dalla Dott.ssa Eloisa Gitto e dalla Dott.ssa Lilly Barbuscia della TIN, con un significativo contributo da parte del Dott. Claudio Romano della UOC di Genetica ed immunologia Pediatrica, per gli aspetti nutrizionali e gastroenterologici, e della Dott.ssa Lucia Caminiti, della UOC di Pediatria, per gli aspetti dermatologici legati al malassorbimento.

La mancanza di più del 50% di intestino è causa, infatti, di malassorbimento, il così detto intestino corto, sindrome che in età pediatrica determina ancora oggi una mortalità elevata (tra il 73 % e l’85% dei casi). Il risultato raggiunto – ha sottolineato il prof. Romeo direttore dell’UOC di chirurgia pediatrica – è frutto di un approccio integrato in cui più professionalità all’interno del dipartimento materno infantile forniscono il proprio contributo ed esperienza in base al settore scientifico di riferimento.

Oggi G.C. sta bene, pesa 3,400 Kg, non ha bisogno di alimentarsi per via venosa e per mangiare desidera solo attaccarsi al suo biberon.

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