Visti i terrificanti dati della disoccupazione e dello spopolamento. C’era una volta lo “sciopero generale”. E, proprio adesso che ci sarebbero mille e un motivo più di tante altre volte per protestare contro politiche nazionali ed europee che impongono incertezza esistenziale e sociale, non c’è da troppi anni una sola manifestazione nazionale unitaria. L’Italia è davvero uno strano paese! Di fronte ai dati così tanto allarmanti sulla povertà e sulla disoccupazione (specie giovanile), che già comunque conoscevamo da tempo e che ieri sono stati confermati oltre ogni immaginazione peggiorativa, gli italiani non riescono più a reagire, tanto sono depressi e senza speranza.
E, se nemmeno Papa Francesco riesce ad infondere un minimo di fiducia, vuol proprio dire che abbiamo toccato veramente un fondo da cui è sempre più difficile ripartire, nonostante si ipotizzino indotti spiragli che non hanno però riscontro nella realtà di gran parte delle famiglie.
L’Università delle Generazioni di Agnone del Molise propone a tutti i sindacati e a tutti i cittadini di reagire, per se stessi e per le future generazioni, realizzando insieme uno sciopero generale per giovedì 4 ottobre, giorno dedicato a San Francesco d’Assisi patrono d’Italia. E’ molto probabile che uno sciopero generale possa servire (assieme al sostegno della devozione e della preghiera) pure per iniziare una difficile ma indispensabile risalita su tutti i fronti, da quelli economici a quelli etici, da quelli del riequilibrio sociale all’orgoglio di essere italiani non soltanto per i mondiali di calcio.
Storicamente, uno sciopero generale, tra tanto altro, permetterebbe agli italiani di salvare almeno la faccia di fronte a Paesi come Grecia e Portogallo, dal momento che in questi anni di forte crisi, soltanto noi non siamo scesi in piazza in modo unanime contro il martirio sociale che ha toccato ormai punti tanto indegni della nostra stessa Storia quanto inammissibili nella civiltà europea e, in particolare, cristiana e popolare.
L’augurio è che da questa profonda crisi generale si possa giungere, attraverso un catartico e salutare sciopero generale nazionale, ad una nuova e rigenerante epoca di “riequilibrio sociale e territoriale” pure dal momento che le città scoppiano e i paesi muoiono e l’Europa non può permettere che buona parte di se stessa si necrotizzi irreversibilmente e pericolosamente.
Redatto da Domenico Lanciano