mozart-salieri_amadeus (1)L’Accademia Filarmonica di Messina e l’Associazione Musicale Bellini ritornano insieme. L’Accademia riprende la stagione domani sera, al Palacultura, con “Mozart e Salieri. Requiem”, invitando gli abbonati della Bellini. Viceversa la Bellini invita, questa sera al Vittorio Emanuele, il pubblico dell’Accademia per il balletto “Contatto”. L’Accademia Filarmonica di Messina riprende la stagione musicale domani sera (11 aprile), alle 21, al PalaAntonello, con “Mozart e Salieri. Requiem”, l’affascinante e romantica ipotesi di Salieri omicida di Mozart, raccontata in uno spettacolo-concerto d’atmosfera romanzesca e cinematografica. Indimenticabile la pellicola “Amadeus”, anni Ottanta, di Milos Forman.

Non a caso questa storia ha influenzato il teatro e il grande schermo fino ai giorni nostri, ma era ampiamente diffusa anche all’epoca di Puškin. Questa non è solo la tragedia in cui si inscena un delitto. L’invidia di Salieri non è che il punto di partenza per più ampie riflessioni. L’evento è diretto ed ideato da Giorgio Bongiovanni con la traduzione di Mirella Meringolo. A curarlo è l’associazione Decimacasa.

Mozart è interpretato da Biancamaria D’Amato e Salieri da Giorgio Bongiovanni.

I musicisti sono Antonio Anselmi e Antonio De Secondi al violino, Alessandro Santucci alla viola e Francesca Taviani al violoncello.

L’Accademia, presieduta da Marcello Minasi, rende nota la propria unificazione con l’Associazione Musicale Bellini, presieduta da Giuseppe Ramires, in termini di organizzazione del futuro cartellone artistico 2014-2015, pur rimanendo due entità diverse con due direttivi diversi. Le due associazioni invitano i rispettivi abbonati ad usufruire d’ora in poi dei reciproci spettacoli. La Bellini invita questa sera, al Teatro Vittorio Emanuele, il pubblico dell’Accademia per il balletto “Contatto”. L’Accademia ricambierà, domani sera, con gli spettatori della Bellini. Così, fino alla fine della rassegna.

Salieri non è un assassino, è un artista. Un uomo che dedica vita, pazienza, studio, rigore, passione alla musica; e, come tutti gli artisti, considera l’Arte un privilegio da conquistare giornalmente, a piccoli passi, attraverso crisi e stimoli costanti. Per questo motivo Salieri, come un atto di giustizia, deve uccidere Mozart, perché Mozart non giova all’Arte, Mozart non è Arte. Mozart è Genio, limpido, assoluto; Mozart è vita, natura, che scorre per dono divino, senza studio, senza sforzo. E per dono divino ottiene la perfezione che l’artista non riesce a conquistare in tutta una vita di studi. “A che serve che Mozart resti in vita?” è la terribile questione che Salieri si pone; Mozart, con la sua perfezione, potrà solo evidenziare la mediocrità dell’Arte umana in confronto al Genio divino. Nella paradossale conclusione di Salieri, Mozart fa male all’Arte e per questo motivo va fermato, va eliminato; non per invidia, ma per salvaguardare l’Arte.

Ma il vero protagonista della serata è il Requiem che lo stesso Mozart, nell’ultima scena, dopo aver bevuto il veleno, come un tragico presagio, suona per Salieri. Ma non il “solito” Requiem, la monumentale opera per orchestra, coro e solisti.

In questo caso, ad accompagnare la Piccola Tragedia di Puškin è una piccola versione del

Requiem, la bellissima trascrizione per quartetto d’archi di Lichtenthal, capace di restituire tutta la potenza della grande opera mozartiana.

 

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