Il futuro dell’azienda trasporti dipende dalle alleanze che si formeranno in Consiglio comunale. Incontro tra Garofalo e Bonfiglio per trovare un compromesso sulla delibera presentata dall’amministrazione comunale. Il partito democratico mette sul tavolo una ricetta alternativa. Emendamenti “salva delibera” e soprattutto “salva maggioranza”. Dopo l’ennesima frattura consumatasi in Consiglio comunale sul piano di riorganizzazione dei servizi di mobilità urbana, alias delibera Atm, il Pdl e l’Udc provano a trovare un punto di incontro sul futuro dell’azienda trasporti . Per portare a casa l’atto deliberativo proposto dall’amministrazione comunale, su cui il sindaco Giuseppe Buzzanca non intende fare passi indietro, e per ridare linfa vitale ad un’alleanza ormai in agonia. Con questi due obiettivi, si sono incontrati, nella giornata di ieri, il segretario comunale dell’Udc, Biagio Bonfiglio, ed il coordinatore cittadino del Pdl, Enzo Garofalo, i quali pare abbiano individuato quattro punti su cui cercare l’intesa per portare avanti un percorso comune sull’ Atm, senza stravolgere l’atto deliberativo ed allo stesso tempo accogliendo le richieste dell’Udc. Viste le posizioni inconciliabili emerse in aula, è difficile immaginare come ci riusciranno ed una parte certamente dovrà cedere più dell’altra. Vedremo. Intanto, il dato politico è chiaro: tra Pdl e Udc non c’è amore ma gli interessi reciproci sono tanti e tali che gli uni non possono fare a meno degli altri. Rimangono , invece, sulla porta a guardare Mpa ( con cui l’ammnistrazione pare abbia cercato di dialogare sull’Atm) , Fli e Risorgimento messinese, troppo deboli numericamente per potere avere voce in capitolo e condizionare concretamente i lavori d’aula . Discorso diverso potrebbe valere per il partito democratico, che in più di un’occasione ha provato a mettersi in mezzo nel rapporto conflittuale tra Pdl e Udc, ma a cui troppo spesso è mancata la forza, anche in termini numerici per le troppe assenze, di condurre i giochi e far prevalere la propria linea d’opposizione. Ci stava quasi riuscendo con la delibera Atm, con l’assist fornito dagli emendamenti sottoscritti dai colleghi centristi, ma l’uscita dall’aula del Pdl e la conseguente caduta del numero legale ha rovinato la “festa”. E proprio sulla delibera Atm, oggi il partito democratico torna a ribadire la propria posizione o, meglio, opposizione.
«La delibera presentata dall’Amministrazione Comunale sull’ATM non la condividiamo, la consideriamo strategicamente sbagliata e povera di contenuti concreti». Lo dicono in una nota il segretario cittadino Giuseppe Grioli ed il coordinatore dei consiglieri comunali Felice Calabrò. «La delibera dell’Amministrazione – scrivono – parte dal presupposto di liquidare l’ATM ed è evidente che tale volontà mira esclusivamente a mettere al riparo il bilancio del Comune per un breve lasso di tempo per poi consentire che la liquidazione travolga gli equilibri economici di Palazzo Zanca tra un anno».
Grioli e Calabrò non si limitano a criticare, ma propongono un piano alternativo. «Siamo convinti – continuano – che per il servizio di trasporto pubblico bisogna imboccare la strada della trasformazione per scissione di ATM. L’operazione si sostanzierebbe nel trasformare l’ATM in una Spa lasciando in piedi la vecchia azienda speciale con parte dei debiti da ripianare nel tempo. Il rapporto tra la vecchia e nuova realtà sarebbe quello tra bad. co e new. co. Nella sostanza la nuova Spa nascerebbe per acquisire tutto il compendio aziendale di ATM ed il Comune potrebbe capitalizzare la nuova Spa con gli immobili di pertinenza della mobilità urbana (Palazzo ATM, Cavallotti, Nuovo Parcheggio Zaera Nord parcheggi ZTL etc.) nonchè con tutte le autorizzazioni e concessioni che costituiscono valore economico, compreso il tram, di contro la nuova Spa dovrebbe assumere una parte del debito di esercizio che viene scisso dalla vecchia Azienda speciale. Tutto questo, detto in modo semplificato, dovrebbe prevedere una fase di transizione in cui la nuova Spa resterebbe a capitale pubblico ma in una prospettiva di messa a gara del 40% delle azioni al fine di individuare un socio privato che abbia compiti operativi e gestionali ai sensi di legge». (Danila La Torre)

Tempostretto.it

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