Nella nottata di ieri una pattuglia del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Messina ha sorpreso alle ore 02.00 nella Via Garibaldi di questo capoluogo un cittadino filippino trentenne, residente a Messina, alla guida di un’autovettura in evidente stato di ebbrezza alcolica, rilevando un tasso alcolemico pari a 1,77 g/l accertato mediante etilometro in dotazione. Per tale ragione il soggetto è stato denunciato in stato di libertà per il reato di guida in stato di ebbrezza.
Ai sensi dell’art. 186 del Codice della Strada, chiunque guida in stato di ebbrezza è punito, ove il fatto non costituisca più grave reato:
a) con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 527 a euro 2.108, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro (g/l). All’accertamento della violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da tre a sei mesi;
b) con l’ammenda da euro 800 a euro 3.200 e l’arresto fino a sei mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno;
c) con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000, l’arresto da sei mesi ad un anno, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni. Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata.
Nella stessa giornata in Messina, il Nucleo Radiomobile denunciava in stato di libertà per il reato di furto in abitazione una diciannovenne messinese, che aveva sottratto qualche giorno addietro alcuni monili in oro per un valore approssimativo di 700,00 euro da un’abitazione, all’interno della quale si era introdotta con il pretesto di fare visita alla figlia della padrona di casa, sua conoscente. Successivamente la diciannovenne vendeva parte della refurtiva presso un compro-oro della città e dopo alcuni accertamenti, sentita in merito, confessava il reato e collaborava con i militari, indirizzandoli verso il citato compro-oro ove i Carabinieri rinvenivano e sottoponevano a sequestro un anello e un bracciale in oro venduti per 543,00 euro, oggetti riconosciuti dalla vittima, restituendo un ultimo anello che aveva trattenuto per se’. Tutto il materiale sarà restituito al legittimo proprietario.