Con la manovra da 45 miliardi di euro, se dovesse il programma di tagli previsto, la Locride cambierebbe drasticamente profilo. Circa 13 i comuni che sparirebbero dalla cartina della locride. Da Casignana a Ciminà, da Martone a Camini. Un terremoto politico che si abbatte sulla nostra area, non più i 42 comuni della Locride, non più i 42 sindaci che insieme, come in questi giorni, si battono per interessi comuni come quello della raccolta e smaltimento dei rifiuti. Un percorso, quello intrapreso dal Governo, che deve passare al vaglio delle Aule e che potrebbe portare modifiche rilevanti. Il periodo è difficile e quindi con altrettanta difficoltà si potrebbe arrivare ad un aggiustamento della cancellazione degli enti sotto i mille abitanti. Al di là della opportunità politica più o meno condivisa, è certamente un elemento culturale che travalica il semplice aspetto pratico e amministrativo. L’identità di comuni fondati da centinaia di anni rischia di essere cancellata e pian piano inglobata in altre realtà municipali. Certo il periodo è di una tale gravità economica che minime si pensa saranno le azioni contrarie alla manovra. Si incentreranno più probabilmente verso la salvezza di realtà comunali di piccola entità ma arroccate in zone impervie dove difficile sarebbe avviare una sinergia con altre realtà munipali lontane. Ad ogni modo la Manovra prevede anche tali sconvolgimenti nelle famiglia e ai lavoratori che tutta l’attenzione verrà dedicata all’impatto nelle tasche degli italiani. I prossimi giorni verranno seguiti con angoscia dalle popolazioni dei piccoli comuni. La Locride, dovesse passare la manovra, non sarebbe davvero più la stessa.

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