Caro Tito, nella “Lettera n. 52” ho accennato alla mia visione di “scrittura” principalmente come modalità e necessità di “comunicare” avendo rinunciato ad inseguire la “scrittura” come arte sublime (essendo questa assai faticosa da raggiungere) desiderando dedicare al mio più impellente “Wiwere” (soprattutto dedicandomi alla “cultura del riequilibrio del mondo”) il tempo necessario ad apprenderla compiutamente e ad attuarla adeguatamente. Ma ciò che può valere per me non vale per altri che, invece, intendono raggiungere un più perfetto stile ed ordine di quella scrittura che possa avvicinarsi il più possibile all’Arte e alla Letteratura. Comunque sapere scrivere e comunicare, sapersi esprimere è, ovviamente, una necessità, specialmente nell’attuale società che si fonda assai sulla immagine (che è pur sempre un efficace metodo di scrittura) e sulla comunicazione (intesa come scrittura sociale, letteraria, giornalistica, tecnica, familiare, amicale, amorosa, ambientale, ecc. ecc.).
Il tuo stesso sito (così bene ordinato, consultabile e leggibile) si fonda essenzialmente sulla comunicazione multimediale (scrittura di testi, immagini, audiovisivi, ecc.). E, anche dal punto di vista più prettamente scolastico, saper scrivere può fare la differenza per superare più brillantemente compiti in classe, esami, selezioni. Può fare differenza favorevole in area concorsuale e persino nei messaggi e nelle seduzioni d’amore! Insomma, la scrittura ed il parlare sono essenziali nella vita quotidiana di relazione ma anche nel rapporto con se stessi (si pensi alla scrittura terapeutica dei “diari dell’anima” personali e segreti così come quelli del cuore oppure per altra riflessione intima o storica) e nel rapporto con gli amici virtuali dei “social network” (facebook, youtube, youreporter, twitter, myspace, mylife, ecc.).
Libri, siti e corsi di scrittura sono frequenti e molteplici un po’ ovunque in Italia. Qui vorrei segnalare la recentissima iniziativa presa dalla casa editrice Fabbri (per l’esattezza “Fabbri Publishing srl – casella postale 17044 – 20181 Milano – edizione “Io scrivo” a cura di RCS Libri spa). Il primo dei quaranta fascicoli previsti è già stato distribuito dalle edicole il 27 dicembre al prezzo promozionale di euro 1,99 (pagine 128) ma il prezzo del secondo fascicolo, in edicola il 10 gennaio, costa già euro 3,99 mentre dalla terza uscita i fascicoli costeranno ben 7,99 euro cadauno (forse un po’ troppo considerando che il prezzo totale dei 40 fascicoli – qualità editoriale di massa, leggermente discreta ma non certo eccellente – dovrebbe aggirarsi attorno ai 320 euro, salvo aumenti per variazioni delle aliquote fiscali !).
Tale racconta “enciclopedica” è da considerarsi (specie per i principianti) soltanto un primo serio approccio allo scrivere e alla scrittura. Per riuscire in tale semplice esercizio “iniziatico” di comunicazione o in tale “arte” restano sempre validi lo studio il più assiduo e completo possibile, parola per parola, di almeno un Vocabolario italiano (meglio se quelli più approfonditi come il Treccani in più volumi), i viaggi e le letture-basilari (anche filmiche) della cultura occidentale come pure delle letterature di altre culture e civiltà, senza le quali la globalizzazione o l’attuale e futuro “stare al mondo” saranno vuoti e inintelligibili.
Comunque sia, lo studio di tali volumetti potrebbe riuscire utile non soltanto ad aspiranti scrittori ma a tutti coloro (specialmente studenti dalla scuola media all’università) i quali intendano affrontare professioni che si basano sulla padronanza dello scrivere e della scrittura, della parola e del parlare (artisti, dirigenti, manager, imprenditori, insegnanti, sceneggiatori, giornalisti, pubblicitari, maestri del web, avvocati, burocrati, ecc. ecc.). Per saperne di più, per gli abbonamenti e per il recupero degli arretrati sarà opportuno collegarsi con il sito www.fabbripublishing.it oppure utilizzando i seguenti contatti del servizio clienti: edicolafabbri@rcs.it, telefono 02-62009514 fax 02-25882333.
Mi auguro che tali fascicoli della Fabbri (così come i tanti maestri di scrittura) facciano cenno, tra tanto altro, anche all’umiltà e alla lungimiranza, oltre che alla professionalità tecnica ed espressiva. E’ un discorso fondamentale ed inevitabile quello sulla necessaria e indispensabile umiltà per qualsiasi essere vivente, vocazione e professione, ma principalmente per chiunque si cimenti con l’arte. Oltre a tutti i santi e i veri saggi, lo sostengono pure tanti grandi scrittori, come ad esempio Thomas Stearns Eliot (USA 1888 – Londra 1965 Premio Nobel per la Letteratura 1948), il quale ammonisce “L’unica saggezza che possiamo sperare è la saggezza dell’umiltà”. Infatti solitamente non basta il solo talento naturale o la propensione ad una qualsiasi attività, specie se scrittoria.
L’umiltà, così come la prudenza, non è mai troppa. Sant’Agostino di Ippona (354-430 d.C.) diceva: “La prima via è l’umiltà, la seconda l’umiltà, la terza l’umiltà. E quante volte me lo chiederai, tante volte risponderò la stessa cosa: umiltà, umiltà, umiltà!” … Lo posso affermare con tanta convinzione e cognizione di causa, poiché fin dai tempi della mia adolescenza (anni sessanta) sono stato (e continuo ad essere anche oggi) confidente di persone di tutte le età e specialmente di aspiranti scrittori, alcuni dei quali ho incoraggiato, sponsorizzato, stampato e recensito. Sto notando che le generazioni di questi aspiranti scrittori si sono, con il passare degli anni, assai insuperbite. Infatti, sono sempre di più coloro i quali già alla prima paginetta scritta ritengono di meritare il “Premio Nobel”… senza sapere come e quanto sia difficile non soltanto essere ben preparati nel campo della scrittura ma quanto sia arduo emergere e farsi pubblicare senza spendere un soldo. A volte, nel Premio Nobel credono più i genitori degli stessi figli aspiranti scrittori (così come spesso la bellezza di una figlia equivale automaticamente a Miss Italia se non addirittura di più).
In Italia, poi, esiste il luogo comune che ci sono più scrittori che lettori. E leggere, imparare dai veramente grandi o sommi è uno dei metodi non soltanto per raggiungere decorosamente il mestiere di scrittore ma è un utile ed efficace metodo di esercitare la propria umiltà. Tuttavia, considero chi scrive come una sorgente o fonte d’acqua cui può attingere più di un assetato. Perciò, sono solito incitare indistintamente tutti a scrivere (e possibilmente a dare alle stampe), soprattutto perché scrivere è un utile atto di auto-analisi, di migliore e maggiore conoscenza di se stessi e spesso degli altri … a tal punto che a volte “scrivere può salvare la vita” (soprattutto interiore). Non dimentichiamo, tra l’altro, che ogni tipo di scrittura (da quella più sgrammaticata a quella più perfetta) rappresenta un vero e proprio “documento” di un’anima e di un periodo storico. E male che vada resta proprio “un documento” d’epoca. Quindi, invito tutti a scrivere di tutto e di più e possibilmente dare alle stampe o diffondere in modo multimediale. A volte il numero ha un proprio valore, come la qualità, pure perché affrontare in piena consapevolezza un foglio bianco è il primo atto di coraggio. Poi seguirà il coraggio dei contenuti!
Comunque, seguendo la saggezza dei proverbi, mi sono personalmente convinto già nell’adolescenza che è meglio scrivere ed esprimersi con i fatti, più con l’esempio che con le parole (scritte o pronunciate) … pure perché dal dire al fare c’è, sempre e comunque, di mezzo il mare! Sempre e comunque, anche quando si è bravissimi scrittori. E l’esperienza umana e storica conferma sempre di più che “le migliori parole sono i fatti” … ma non i fatti qualsiasi, soltanto i fatti buoni, belli ed utili. Efficaci!
Ecco, sono queste le due parole magiche, non soltanto nella scrittura ma anche e soprattutto nella vita quotidiana, sociale e storica: utilità ed efficacia!… Certo tutto è o può essere utile ed efficace, ma quale è la massima utilità ed efficacia possibile nel contesto attuale dell’Umanità così come del nostro ambiente (o, come ti dicevo in precedenti lettere, nel nostro “metro di deserto da fecondare”)?…
E’ meglio scrivere e pubblicare un libro oppure lenire le sofferenze di chi è in una qualsiasi difficoltà (economica o di salute, razziale o sociale, ecc.)?… Le tante (forse troppe) risorse spese durante la nostra esistenza (spesso contaminata di superfluo), investite a farci un nome nella Letteratura, nell’Arte o in qualsiasi altra professione o attività… sono giustificabili eticamente e moralmente in un contesto locale o mondiale dove oltre metà del genere umano è in miseria o sotto la soglia di povertà e di decoro esistenziale?…
Ecco che, alla fine di ogni riflessione, emerge sempre e comunque il tema e il problema del riequilibrio umano, sociale, ambientale, economico tra le persone e tra i popoli. Ed è forse questa la scelta prioritaria, irrinunciabile e doverosa che ognuno di noi dovrebbe fare, pur utilizzando il metodo della scrittura, possibilmente dei fatti concreti ed efficaci a riequilibrare il Mondo. Ci dovrebbe procurare un gran rimorso sapere che con un solo euro sperperato da noi potrebbe campare una famiglia in determinati Paesi poveri, dove la paga quotidiana di un lavoratore è appena 80 centesimi di euro! Comunque, pur nella grave crisi socio-economica attuale, non dovrebbe pesarci troppo un solo euro utilizzato per un vaccino che potrebbe salvare un bambino dalla poliomelite o da altra malattia. Dovrebbero essere questi i nuovi parametri prioritari della nostra esistenza più utile ed efficace: salvare quante più vite umane!
Ed è proprio questo il migliore augurio che intendo formulare a tutti noi dinanzi ai grandi valori dell’esistenza, della vita e della morte, adesso che ci accingiamo ad iniziare un Nuovo Anno, che per tutti auspichiamo migliore. In attesa che il nostro impegno quotidiano contribuisca a formare quella “generazione decisiva” (che qualcuno mi ha ridefinito, forse più giustamente, “generazione messianica” … cioè invece del Messia-Unico … un Messia-Generazione) che col tempo si dedichi più completamente a quel “riequilibrio” che nel manifesto pubblico del 1990 ho tratteggiato a puntate sul mensile “L’Eco dell’Alto Molise” … auspicando, tra tanto altro, l’Università del Riequilibrio, poiché è ampiamente risaputo che non ci sarà mai pace in questo mondo senza un minimo di giustizia e di riequilibrio tra persone e popoli che hanno tutti, indistintamente tutti per Natura, lo stesso diritto-dovere di vivere decorosamente e con dignità!
Miglior Anno Nuovo 2014 a tutti! Saluti e baci, Domenico Lanciano