Nella stessa giornata il Sindaco, Giovanni Calabrese, ha ricevuto, inaspettatamente, presso la propria abitazione, la visita di uno degli aggressori accompagnato dai suoi familiari. Il Sindaco ha ricevuto il giovane con il quale si è intrattenuto per circa un’ora, cercando di comprendere le motivazioni che hanno spinto lo stesso a farsi promotore dell’assurda azione nei confronti dell’Istituzione e dell’Assessore Passafaro. A seguito dell’incontro ad alla luce del pentimento dello stesso, per come manifestato in presenza dei familiari più stretti, delusi ed amareggiati per il comportamento dello stesso, il Sindaco dopo attenta riflessione ha deciso di scrivere una lettera aperta al giovane “aggressore”, e di conseguenza anche al “compagno” di scorribande, auspicando che quanto verificatosi possa indurli a riflettere, percorrendo così la “via” giusta e non quella dell’arroganza e della prevaricazione, per come purtroppo dimostrato in occasione della vile, immotivata ed assurda aggressione presso il Palazzo Municipale. In tale lettera il Sindaco, pur rivolgendosi a “Luca”, si indirizza di riflesso a tutti i giovani, invitandoli così a riflettere e ad avere comportamenti adeguati, ma soprattutto a stare dalla parte “giusta”. Il Sindaco rivolge ancora una volta un sincero ringraziamento agli uomini dell’Arma dei Carabinieri che in poche ore sono stati in grado di individuare i responsabili dell’inconsulto gesto denunciandoli alla competente Autorità Giudiziaria, spegnendo di fatto i riflettori su un episodio che rischiava, ancora una volta, di mettere in cattiva luce l’intera collettività per colpa di una sparuta minoranza a sua volta vittima di un crescente degrado morale, che coinvolge in modo crescente le giovani generazioni.
——————————————-
Di seguito la lettera aperta del Sindaco Giovanni Calabrese a Luca Scaramuzzino:
<<Caro Luca, da oggi tutti sanno che sei stato uno degli aggressori dell’Assessore Alfonso Passafaro.
Oggi scopro, con grande stupore, che un caro amico, che stimo molto, ha un fratello, un po’ scapestrato, che gli crea qualche problema e non poco imbarazzo.
Da quella sera in cui, insieme al tuo amico Marco, avete cercato di “picchiare” dentro il Palazzo Municipale il mio Amico ed Assessore Alfonso Passafaro non riuscivo a non pensare allo sguardo rabbioso di quei due giovani ventenni ed alla veemenza di quel momento scellerato, assurdo e triste.
Non conoscendoti personalmente, tutto potevo immaginare tranne che uno dei “violenti”, tra l’altro quello più aggressivo, fosse il fratello di una persona seria, educata, compita.
Quando oggi Ti ho visto arrivare a casa mia, in compagnia del Tuo caro fratello Anselmo e di un altro Tuo familiare e mio amico, Carmelo, in modo spontaneo e sincero, non ho esitato neanche un attimo, e Ti ho invitato ad entrare lasciandomi alle spalle quanto si era verificato poche sere addietro.
Il confronto che abbiamo avuto è stato per me molto importante, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista umano.
Quello che sospettavo ha oggi trovato conferma: Alfonso Passafaro è stato aggredito non per futili motivi, ma assolutamente senza motivo.
E’ stata un’aggressione gratuita, immotivata, “un colpo di testa” di due ragazzi che non hanno pensato alle conseguenze e, principalmente, di due ragazzi che stanno sbagliando.
Non sarò io certo, a dirti cosa è giusto o sbagliato, ma se oggi sono qui a scriverti questa lettera è perché spero che quel giovane inferocito, con gli occhi di rabbia “gratuita”, possa, piano piano, con la consapevolezza del cambiamento e l’aiuto della stessa società che reputi nemica, svestire i panni del cosiddetto “vile” ed intraprendere la via del bene. Sarà la Giustizia a fare il suo percorso, sarai tu, però, a deciderne la strada. La vita, certamente, a te e i tuoi fratelli, vi ha messo alla dura prova; avete sofferto, ma oggi siete circondati di gente che vuole aiutarvi, e tu, hai la fortuna di avere un fratello che sta facendo molti sacrifici per te. Sei tu che dovrai scegliere da che parte stare, spesso le cattive frequentazioni, ti coinvolgono interamente da non riuscire ad uscirne più.
La società odierna vive in uno stato di disagio permanente, di problematiche, di assenza di punti di riferimento ma, con intelligenza, e a te non manca, con spirito di sacrificio e amore verso l’altro, che si va avanti. Non c’è alternativa per quelli che vivono di illegalità, di violenza, di prepotenza. La criminalità non da speranza, non da futuro. Immagina di dover trascorrere la tua vita in carcere, nelle migliori delle ipotesi. Perché, agendo così, permettendoti il lusso di “picchiare” e adottare atteggiamento mafioso, metti a rischio la tua stessa vita.
Una vita che ti è stata donata e che, nonostante tutte le difficoltà, devi tentare di amare. Negli occhi di quel ventenne, la sera dell’accaduto, ho visto solo rabbia, tanta rabbia. Sei arrabbiato con l’altro, con la società, forse anche con te stesso.
Riparti da qui, accetta te stesso, non vergognarti di mostrare la tua personalità, esprimere le tue passioni, i tuoi desideri. Segui i consigli di chi vuole starti accanto e che tu, inconsapevolmente, stai respingendo.
Dopo l’indignazione iniziale per quanto successo, provocando paura e costernazione, ora che la vicenda appare più chiara, non meno complessa, è opportuno, e qui un invito anche a tutte le agenzie educative del territorio e alle Istituzioni preposte, affrontare con politiche adeguate queste situazioni di disagio onde evitare un aumento esponenziale dell’aggressività sociale.
Sono sicuro, Luca, che già con l’aiuto di tuo fratello, che mentre ti ha accompagnato da me parlava di rispetto delle regole, affetto e sincerità, potrai divenire una persona migliore. Lo stesso vale per Marco, tuo amico. Sappiate vivere, ragazzi, abbiate fiducia nell’altro, senza far prevaricare il senso di orgoglio e di prepotenza.
Nessuno vuole farvi una predica, ma io sono qui, e con me tutti gli amministratori, se pur turbati e amareggiati, ad offrirvi un aiuto. Giovanni Calabrese>>