polizia 23Corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e violazione dell’obbligo di astensione in presenza di interesse proprio o di prossimo congiunto nonché falso ideologico i reati contestati. La Questura di Messina rende noto che è’ stata eseguita stamani l’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari, emessa ieri dal Gip presso il Tribunale di Messina Dott.Massimiliano Micali su richiesta del Sostituto Procuratore Dott.ssa Liliana Todaro, nei confronti di quattro soggetti implicati in casi di corruzione ed atti contrari ai doveri d’ufficio nell’ambito di concessioni edilizie in aree protette.

 Trattasi di:

  • Curcio Francesco, messinese di anni 59, ex componente commissione comunale di valutazione impatto ambientale;
  • Curcio Roberta, messinese di anni 30, ingegnere, consulente tecnico di parte;
  • Arcoraci Aurelio, messinese di anni 59, amministratore unico società edile;
  • Bonaccorso Giuseppe, messinese di anni 57.

E’ stata inoltre notificata la misura della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di Restuccia Biagio, messinese di anni 60, in qualità di dipendente del Dipartimento Pianificazione Urbanistica del Comune di Messina.

 

I reati maturano in seno alla Commissione per la verifica delle valutazioni di incidenza del Comune di Messina preposta alla valutazione e all’emissione di eventuale parere favorevole di progetti edilizi tenuti a rispettare, così come da direttiva 92/437/CEE del 21 maggio 1992, “la salvaguardia, la protezione ed il miglioramento dell’ambiente, compresa la conservazione degli habitat naturali, della flora e della fauna selvatiche”.

La disamina della pratica ed il parere che ne scaturisce sono propedeutici alla valutazione finale spettante al Dirigente del Dipartimento di pianificazione urbanistica.

 

Le indagini esperite dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura della Repubblica – aliquota Polizia di Stato – hanno permesso di evidenziare la figura di uno degli arrestati, Curcio Francesco, che, membro della suddetta commissione, è stato in più occasioni artefice di atti contrari ai doveri d’ufficio nell’ambito di analisi di progetti per i quali la figlia Roberta rivestiva il ruolo di tecnico.

In violazione all’obbligo di astensione in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto, l’uomo, con l’ausilio del dipendente raggiunto da sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, creava “corsie preferenziali” per i progetti nei quali veniva interessata la figlia in qualità di tecnico con evidente nocumento per tutti gli altri che non godevano dello stesso trattamento di favore.

Le responsabilità emergono dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali espletate dai poliziotti che rivelano i rapporti con gli amministratori delle società (Arcoraci Aurelio) o con chi ne curava gli interessi (Bonaccorso Giuseppe) e i cui progetti venivano favoriti a fronte di incarichi professionali conferiti alla figlia, Curcio Roberta (con ingenti parcelle per la redazione di progetti ben superiori ai prezzi di mercato).

 

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