censoreRiceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa: <<La Legge di stabilità all’esame del Senato in relazione ai lavoratori socialmente utili, a quelli di pubblica utilità ed ai precari di cui alla legge regionale 15/2008 assicura che la Regione Calabria possa attingere ad un fondo nazionale di 110 milioni di euro per l’anno 2014 per il pagamento delle spettanze maturate nell’anno 2013 e per la proroga dei progetti per l’anno 2014. Ovviamente solo se dovesse essere approvata definitivamente questa legge i lavoratori potrebbero confidare nel pagamento delle mensilità arretrate dal momento che con questi fondi si va a coprire il buco della variazione di bilancio regionale approvata nei giorni scorsi e assurdamente priva della relativa copertura finanziaria. La norma approvata al Senato, inoltre, stabilisce che si possa attingere a questo stesso finanziamento per “l’avvio di un percorso di inserimento lavorativo dei suddetti lavoratori”. La legge che sta per essere varata al Senato, dunque, è senza dubbio un primo successo della lotta dei lavoratori, delle organizzazioni sindacali, dei sindaci dei comuni calabresi e delle rappresentanze delle forze politiche che nel Consiglio Regionale calabrese e nel Parlamento si sono battute con tenacia perché la vicenda dei precari calabresi fosse una priorità anche nell’azione del Governo nazionale. La norma approvata, tuttavia, è un risultato parziale e non soddisfacente perché sui 110 milioni di euro previsti rimane ancora da quantificare la quota di risorse da attribuire alla Calabria e, soprattutto, rimane generico l’obiettivo della stabilizzazione attraverso l’assunzione con contratto a tempo indeterminato degli oltre 5000 lavoratori calabresi. Anzi, a questo proposito, rimane tutto da chiarire il mistero di come si sia potuto prima annunciare e poi correggere all’esame del Senato un testo di maxiemendamento contenente oltre al comma 132 altri cinque comma che specificavano il percorso di stabilizzazione autorizzando gli enti pubblici calabresi alle assunzioni a tempo indeterminato attraverso un ruolo soprannumerario. E’ chiaro che, probabilmente, oltre alle posizioni di oltranzismo antimeridionale della Lega, hanno pesato posizioni pregiudiziali anche dentro il Governo nazionale che tentano di cancellare il diritto di migliaia di lavoratori che da quasi un ventennio vedono negate le loro giuste aspettative, attraverso la ormai desueta critica alle politiche assistenzialistiche. Per quanto ci riguarda riteniamo che in ogni sede sia a livello sociale che a livello istituzionale vada riaperto il confronto con il Governo affinché la Legge di stabilità che è in via di approvazione possa garantire, con norme chiare e trasparenti e con adeguati finanziamenti, reali percorsi di stabilizzazione di lavoratori le cui mansioni e funzioni sono divenute ormai indispensabili nelle attività degli enti pubblici. >>

 Roma 26 novembre 2013

  • Firmato da:
  • On. Bruno Censore
  • On. Vincenza Bruno Bossio
  • On. Doris Lo Moro
  • On. Ferdinando Aiello
  • On. Nico Stumpo
  • On. Carlo Guccione
  • On. Antonio De Gaetano
  • On. Pietro Giamborino

 

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