anciPubblichiamo la lettera inviata al Corriere della Sera, pubblicata nell’edizione di sabato 23 novembre 2013. Leggiamo con sconcerto che ci si prenda per “furbi”. E tuttavia non rispediamo al mittente la stessa accusa, anche se la tentazione sarebbe irresistibile. Dunque il governo ci dice oggi che vorrebbe garantire soltanto i trasferimenti dei gettiti Imu dell’anno scorso “ma non quelli che derivano dagli aumenti decisi all’ultimo minuto per rimpinguare i bilanci”. Insomma ci si dice che quelle città che hanno aggiornato l’aliquota sulla primacasa, l’avrebbero fatto solo per spillare danaro allo Stato e, alla fin fine, ai cittadini contribuenti.

Ma il governo dimentica di averci chiesto esplicitamente:

a) di far slittare al 30 di novembre i bilanci di previsione 2013, in attesa di una complessiva riforma della fiscalità immobiliare.

b) di attendere con fiducia la presentazione di un DL (per il 15 di ottobre), nel quale sarebbe stata disciplinata l’abolizione della seconda rata dell’Imu.

Non si è realizzato ad oggi nè il primo nè il secondo degli impegni assunti solennemente da Palazzo Chigi.

Nel frattempo i Comuni hanno dovuto far fronte a una gestione delle casse cittadine e alle crescenti tensioni sociali, senza avere alcuna certezza sulle reali risorse disponibili. E solo alla fine di ottobre il governo ha annunciato l’entità delle risorse a disposizione per ogni singolo Comune, aggravandole di un ulteriore taglio del 30 per cento delle risorse trasferite nel 2012.

Insomma un caos amministrativo e politico che ricade tutto sulla testa delle amministrazioni locali e sui cittadini, che da una parte crea sfiducia sul venir meno del governo agli impegni assunti e, dall’altra, determina il rischio concreto di un drammatico “scasso” delle finanze locali dalle conseguenze imprevedibili.

Essere definiti “furbi” da chi ci chiede di allinearci a “scelte necessarie” e poi disconosce il sacrificio di quelle scelte, è inaccettabile. Ricordiamo soltanto che fino ad oggi la fiscalità locale è aumentata meno dell’enorme peso dei tagli che ci sono negli anni piombati addosso, e che la spending review i sindaci la praticano, da tempo, ogni mattina e molto prima di altri che l’hanno solo predicata.

Piero Fassino , sindaco di Torino e presidente Anci

Enzo Bianco , sindaco di Catania

Wladimiro Boccali , sindaco di Perugia

Luigi de Magistris , sindaco di Napoli

Ignazio Marino , sindaco di Roma

Virginio Merola , sindaco di Bologna

Giuliano Pisapia , sindaco di Milano

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