“Abbiamo diffuso a fine ottobre gli obiettivi di una relazione tecnica, preparata da esperti sanitari lo scorso maggio sulle esigenze funzionali dell’Ospedale Piemonte. Abbiamo sollevato il problema legale che incombe sulle aste pubbliche degli immobili appartenenti allo stesso nosocomio per reperire risorse ed abbiamo garantito di vigilare sull’operato del direttore generale Caruso, chiedendone addirittura il commissariamento. Ma ora tutto questo non basta”. Queste sono le dichiarazioni del Comitato “Salvare l’Ospedale Piemonte” in merito alla recente mobilitazione dei sindacati contro la ventilata chiusura del presidio di Viale Europa. “Ci uniamo alle voci delle organizzazioni sindacali – affermano i promotori del movimento spontaneo – e parteciperemo all’assemblea cittadina indetta da loro. Abbiamo firmato anche noi la petizione popolare come abbiamo avviato in passato la raccolta firme per salvare la struttura sanitaria. Ma queste voci devono essere coese e compatte in funzione di un unico risultato: il benessere della sanità pubblica. Noi rappresentiamo la popolazione messinese quanto i sindacati rappresentano i lavoratori”. I membri del Comitato hanno spiegato in dettaglio nel comunicato stampa dello scorso 21 ottobre quali sono le linee guida da seguire per strutturare un Centro d’Emergenza – Urgenza, secondo anche le disposizioni assessoriali. Si spazia dalla imprescindibile messa in sicurezza dei reparti al raggiungimento dei 121 posti letto, una volta conclusi gli interventi di rifacimento dei padiglioni 4, 5 e 6, iniziati nel lontano settembre 2010. “Abbiamo dimostrato – continua il Comitato – che i 78 posti letto indicati dallo stesso manager Caruso nel piano aziendale, sono in realtà 68. Ecco che la precarietà di questa situazione, definita temporanea nei piani alti dell’Assessorato alla Sanità e dell’Azienda Ospedali Riuniti Papardo – Piemonte, non si può protrarre ancora a lungo”. “Non si tratta solo dei 10 posti mancanti – aggiunge il presidente Marcello Minasi – già rispetto al numero ridotto nella rimodulazione dei due presidi. Si tratta di apportare varie integrazioni ai servizi che, attualmente, risultano incompleti ed parzialmente efficienti”. “Arrivare a 121 posti letto – prosegue – vuol dire anche distribuirli oculatamente secondo le esigenze del territorio. Non si può sopprimere per esempio il Punto Nascita in questa sede, malgrado il Decreto assessoriale che impone l’accorpamento di centri vicini e la chiusura di quelli che registrano meno di 500 parti l’anno. Ricordiamo infatti all’Assessore Russo che il presidio Piemonte, malgrado la sua vicinanza con il Policlinico, era stato segnalato come sede elettiva per un Polo Materno – infantile proprio per la sua allocazione strategica. E in una strategia d’eccellenza, non si possono non considerare i posti di degenza che si realizzano con l’apporto di almeno 10 posti in più nel reparto di Ostetricia ed altri 4 in quello di Cardiologia. Indispensabile l’integrazione dei posti che rientrano nella Medicina d’urgenza ed altri in Chirurgia d’urgenza e Traumatologia”. E’ chiaro che nessuno si sta arrogando il diritto di imporre il contenuto di una relazione a sproposito. “Le idee fin qui esposte – spiega il Comitato – sono il frutto della Commissione Tecnica che, circa un anno fa, lo stesso direttore Caruso ha nominato e che, dal mese di agosto, si è trasformata nella nuova commissione, costituita dai soli componenti del Comitato ed autorizzata dal Direttore Generale dell’assessorato alla Salute Guizzardi. Questo nuovo organismo ha il compito di segnalare e suggerire le opportune variazioni al Piano Regionale Sanitario. A questo punto, vorremmo solo condividere con le parti sociali quello che noi abbiamo valutato in base alla nostra professionalità e nell’interesse della collettività”. L’ufficio stampa Marcella Ruggeri Per ulteriori informazioni rivolgersi all’addetto stampa Marcella Ruggeri tel. 388 3425135; e-mail: marcyruggeri@gmail.com