convegno cisl spazi bene comuneNegli ultimi anni l’utilizzo degli spazi pubblici è diventato una delle sfide più significative per le amministrazioni locali che, seguendo l’esempio di grandi città europee e mondiali come Barcellona, Londra e New York, si trovano a dover mediare tra gli interessi di soggetti pubblici e privati, associazioni e rappresentanze dei residenti per migliorare la qualità dei luoghi di vita urbani. Sono iniziati da qui, dalla constatazione di come sia necessario recuperare gli spazi pubblici, i lavori del Convegno “Beni comuni-Bene comune, una sfida da vincere insieme” organizzato dalla Cisl di Messina, unitamente alla Federazione dei Pensionati, l’Associazione Giovani e il Sicet, tenutosi questa mattina presso la Parrocchia Santa Maria di Gesù a Provinciale. E’ stato il responsabile territoriale del Sicet, Loris Foti, ad aprire la riflessione ricordando una ricerca del Censis che ha evidenziato come vi sia una frammentazione del tessuto relazionale, il degrado territoriale e la debolezza delle risposte e dell’azione pubblica di contrasto a provocare senso di insicurezza nei cittadini.

“Ci sentiamo – ha aperto i lavoro Tonino Genovese – isolati in strutture di cemento, perché l’edilizia è cresciuta senza prevedere luoghi di aggregazione. Siamo rimasti prigionieri di quattro mura, all’interno delle quali si consumano disperazione, disagio, difficoltà. Si deve uscire da queste mura – ha detto Genovese – si realizzi la conquista di nuovi spazi. Prendiamo come esempio via Torrente Trapani: dove c’era un buco adesso c’è una piazzetta con panchine e giochi per bambini ed è diventato un luogo di aggregazione che quando si passa da li riempie il cuore. L’Amministrazione comunale – ha esortato Genovese – accolga questa nuova sensibilità e raccolga proposte e disponibilità di soggetti istituzionali e privati che vogliono mettere a disposizione idee e risorse per realizzare nuovi spazi aggregativi. Oggi simbolicamente vogliamo occupare il forte Gonzaga, luogo simbolo, chiuso da anni e sottratto alla fruizione dei cittadini e alle opportunità anche economiche che vi si possono realizzare per creare lavoro e sviluppo. Ne pretendiamo, quindi – ha concluso – l’immediata riapertura e fruizione per la cittadinanza”.

“Secondo l’indagine – ha detto Foti – gli spazi pubblici hanno un ruolo decisivo per il recupero di forme di vita comunitaria, la promozione dell’offerta culturale delle città e la riappropriazione degli spazi da parte dei residenti ma c’è bisogno di interventi forti da parte di enti pubblici e privati per contrastare i fenomeni di desertificazione urbana. Tra questi, figura la promozione dei cosiddetti ‘centri commerciali naturali’, che coniugano rivitalizzazione economica e sociale degli spazi urbani, ma anche il miglioramento dei collegamenti infrastrutturali e del patrimonio edilizio. E’ su questa doppia direttrice che – ha continuato – la città di Messina si dovrà sviluppare, prevedendo da una parte la predisposizione di mirati piani strategici delle periferie e dall’altra l’individuazione e la promozione di più centri commerciali naturali che siano compatibili con una gestibile mobilità urbana”.

Foti ha anche messo in risalto le peculiarità dei vari villaggi della cintura cittadina messinese “che, in un sistema a rete con le associazioni locali e amministrazione attiva, potrebbero diventare tanti piccoli centri storici muniti di luoghi aggregativi e facenti parte di un percorso turistico diffusamente fruibile. Senza dimenticare i luoghi del sapere, come biblioteche pubbliche e scuole, che nei quartieri delle grandi città come nei centri di piccole e medie dimensioni rappresentano presidi culturali e luoghi di socialità diffusi, capaci di aggregare diverse generazioni e sviluppare una molteplicità di iniziative grazie anche all’integrazione con social network e forme di comunicazione innovative”.

“Siamo ancora in tempo per salvare il salvabile? Soprattutto ognuno di noi, nel proprio ruolo cosa può fare?”. L’ingegnere capo del Genio Civile Gaetano Sciacca ha esordito ponendo queste due domande alla platea del convegno. “Dal 2007 – ha ricordato Sciacca – fondiamo la nostra azione sulla sicurezza del territorio e dei cittadini. Ci hanno accusato di voler fermare lo sviluppo urbanistico e l’economia della città e della provincia. Noi abbiamo sempre puntato a non consumare altro suolo, non costruire sulle colline ne a ridosso dei corsi d’acqua, non espandere la città verso il mare. Ci siamo opposti anche alle “new town” invocate dopo la tragedia di Giampilieri. Come si possono trasferire intere comunità? Bisogna puntare sulla prevenzione, quella sismica può garantire anche lavoro ma sopratutto sicurezza e felicità di vivere in un ambiente idoneo. Adesso, quindi, bisogna interrogarsi sulla strategia da attuare. Iniziamo dalla pianificazione territoriale – ha concluso Sciacca – pensando che una zona verde, una piazza o una strada adeguata rappresentano da un lato una porzione di territorio che potrà essere vissuta per attività sociali, ricreative e, in caso di calamità, utilizzarle per mettere in sicurezza i cittadini”.

Di particolare interesse è stato l’intervento di Don Terenzio che ha denunciato l’utilizzo improprio di spazi esistenti. “A Villa Dante – ha detto – si deve fare lo slalom tra i souvenir di cani. Perché non renderlo un luogo pulito, accogliente, dove le famiglie hanno il piacere di stare insieme?”. Don Terenzio, poi, con l’aiuto di diverse fotografie ha denunciato lo stato di degrado di quella che era la scuola Nicolas Green. “Doveva e poteva essere un fiore all’occhiello, invece è diventato uno spazio dove regna degrado e sporcizia. E pensare che qualche anno fa c’è stata una sommossa popolare per non fare alloggiare li alcune famiglie Rom…”.

Della necessità di spazi pubblici ha parlato il segretario provinciale della Fnp, la Federazione dei Pensionati Cisl di Messina, Bruno Zecchetto sottolineando come “gli anziani che vivono in una situazione di solitudine o che presentano difficoltà relazionali non sempre hanno bisogno di prestazioni di tipo professionale per risolvere i loro problemi. Hanno spesso bisogno, invece, di interventi o di sostegni capaci di migliorare la propria rete sociale o di incidere, in modo efficace, sulle necessità legate ad una buona gestione o conduzione della propria quotidianità”. Quindi, oltre le risposte assistenziali che spesso dipendono anche dalla disponibilità di risorse economiche, per l’anziano è anche importante “per migliorare situazioni di disagio, la ricomposizione di reti sociali individuali e il riappropriarsi del senso di appartenenza a una comunità. Ovvero trovare, all’interno del proprio ambiente di vita, l’offerta di risposte concrete alle proprie necessità”.

Proposte sono arrivate dall’Associazione Giovani Cisl, attraverso la portavoce Stefania Ocera che ha auspicato il ricorso alla legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali: “Bisogna – ha detto – stare a contatto con la gente, creare aggregazione con chi vive il territorio, sia esso centro città come i luoghi in periferia che devono essere valorizzati, essere rivitalizzati con iniziative e progetti che consentano ai giovani di non abbandonare le piazze o le strade in cui sono cresciuti. Ma per tutto ciò non basta solo un luogo fisico dove ritrovarsi, occorre creare una realtà di coinvolgimento con tutti i soggetti presenti in modo da operare in rete”.

Le conclusioni sono state affidate all’assessore comunale alle Politiche Sociali Antonino Mantineo che ha lanciato un appello. “Per questa città è necessaria una grande alleanza, grande collaborazione, perché il disastro è sotto gli occhi di tutti. Messina non sarà una città vivibile se non saranno vivibili le periferie. Purtroppo vi è un patrimonio comunale che non si è deciso di gestire Vorremmo costruire una città bella, con quartieri belli, con spazi verdi che riportino la voglia di aggregazione”.

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