Caro Tito, sappiamo bene che la Natura ha dotato tutti i suoi elementi vitali della spinta propulsiva a nascere-crescere-svilupparsi, esprimendola prevalentemente attraverso la creatività sessuale finalizzata alla riproduzione. Dico “creatività” poiché tutti gli esseri viventi (umani, animali e vegetali) “càntano” (ognuno a modo loro) e si esaltano creativamente nella invincibile pulsione all’accoppiamento per generare nuova vita. E’ questo il primo miracolo di ciò che, estensivamente, denominiamo “Eros” ovvero la possibilità di dare il meglio di noi stessi nella continuità generazionale. L’essere umano sembra essere l’unico (ad parte un tipo di scimmia nana, la “bonobo” dello Zaire) ad utilizzare le pulsioni vitali e sessuali non soltanto per la riproduzione ma anche per il piacere fine a se stesso, per la socializzazione e per stemperare l’aggressività. Ovviamente, anche nell’Eros, come in quasi tutte le vicende umane e naturali, c’è l’altra faccia della medaglia, quella negativa che, però, si può evitare o arginare, conoscendola bene e puntando all’intelligenza, alla pace, alla collaborazione e all’armonia che sono le più vere finalità fisiche, spirituali e filosofiche dell’Eros.
Così, per meglio conoscere il lato positivo e negativo dell’Eros, per arginare l’ignoranza su fenomeni determinanti per l’esistenza umana, nella primavera del 1984 ho pensato bene di realizzare l’idea-progetto di una rivista, attraverso un prototipo legalmente registrato e depositato all’Ufficio Stampa del Tribunale di Roma con il numero 213/84 del 30 maggio 1984. A quel tempo, non essendo io ancora iscritto all’Ordine dei Giornalisti, ho avuto la firma dell’amico calabro-argentino Giuseppe De Pietro in qualità di direttore responsabile. La testata “Eros alta cultura erotica” era tutto un programma. Il primo numero, di cui qui evidenzio la copertina (Adamo ed Eva sotto l’albero atomico con la mela atomica), aveva un totale di 470 pagine con un carattere enciclopedico proprio per indicare, in modo paradigmatico, i maggiori settori di ricerca e di conoscenza dell’Eros. Intanto, cercavo di sensibilizzare alcuni amici ai temi scientifici e pedagogici dell’Eros con l’intenzione di costituire l’E.W.A. – Erotology World Association, che insieme concretizzammo in Agnone del Molise davanti ad un notaio nella primavera del 1985. Non avevamo altra ambizione se non quella di riuscire utili a noi stessi e agli altri, specialmente alle giovani generazioni in tempi in cui la famiglia, la scuola, la chiesa ed altre istituzioni non riuscivano a fare un’adeguata educazione sessuale, sentimentale e valoriale attraverso le tematiche dell’Eros.
Presidente dell’EWA fu Domenico Ferrante, primario di ostetricia-ginecologia dell’Ospedale Civile di Agnone, direttore scientifico il suo assistente Luigi Falasca, direttore culturale Antonio Arduino direttore delle locali Biblioteche Riunite Comunale e Baldassarre Labanca. Direttore didattico divulgativo l’indianista-esoterista Sergio Sammartino, segretario generale Domenico Lanciano, rappresentante dei soci la biologa Antonella Perrella. Il collegio dei probi viri era così formato: presidente Gelsomino De Vita (primario laboratorio analisi), Carla Antonelli biologa, Vincenzo Squillacioti insegnante e scrittore in Badolato, Giuseppe di Ciocco commerciante, Franco Giorgio Marinelli avvocato. Collegio dei revisori dei conti: presidente Vincenzo Ermocida docente e commercialista in Roma, Bambina Mastronardi medico, Lorenzo Soraci editore in Milano, Umberto di Ciocco funzionario Enea in Roma, Luigi Misischia bibliotecario.
Abbiamo avuto oltre un centinaio di adesioni, alcune provenienti anche dall’estero. E, come prima manifestazione pubblica dell’EWA, decidemmo di organizzare in Agnone per il 4-5-6 ottobre dello stesso anno 1985 un convegno internazionale e interconfessionale su “Amore e Religione” convinti che le religioni, in un modo o nell’altro, condizionano l’Eros, nel bene e nel male. Riuscimmo ad avere, come relatori, esponenti di ben cinque religioni: molti i cattolici (capeggiati dal vescovo locale Antonio Santucci), gli islamici, i valdesi, i greco-ortodossi, gli induisti di Hare-Krishna. Non sono mancati atei e non-credenti. I Testimoni di Geova, che prima avevano assicurato la loro partecipazione, rinunciarono all’incontro “ecumenico” mentre gli ebrei non poterono partecipare perché impegnati in una loro annuale ricorrenza religiosa. Benché interpellati e invitati non hanno partecipato altri tipi di Chiese cristiane o altri tipi di religioni presenti in Roma. In compenso sono intervenuti numerosi e qualificati esponenti laici del mondo della cultura e della scienza, anche a livello universitario pure dall’estero. Intensissimi i lavori con ben 57 relatori ed utili interventi.
Particolare rilievo ed importanza assunse la partecipazione attiva di alcuni “preti-sposati” che evidenziarono la necessità per la Chiesa cattolica di ridiscutere il “celibato ecclesiastico” magari rendendolo almeno facoltativo. A tale proposito, uno degli interventi ha portato all’attenzione dei numerosi convenuti nel Salone delle Conferenze della Biblioteca Comunale e degli ascoltatori di Radio Agnone Uno (che ha trasmesso in diretta la tre giorni erotologica) ciò che lo scrittore badolatese Nicola Caporale aveva scritto nel 1935 proprio sul celibato dei preti con il lungo racconto “L’amica d’infanzia” che qualche anno dopo è stato adattato per il teatro con una avvincente sceneggiatura da Renato Fidone di Scicli (Ragusa).
Su tale collaborazione calabro-sicula ti scriverò nella prossima lettera. Il convegno-evento fu un vero successo sotto tutti i punti di vista (anche mediatico internazionale), nonostante o forse proprio per i tanti contrasti (taluni addirittura inconciliabili) emersi tra le stesse religioni e tra le religioni e le diverse visioni laiche … portandoci al convincimento che nel campo dell’educazione erotologica, sentimentale e valoriale c’era davvero ancora troppo ma proprio troppo da lavorare. In pratica potevamo ben dire che eravamo ancora all’Anno Zero. Saluti e baci, Domenico Lanciano
caro Mimmo,a me piacerebbe che venissero abolite le congregazioni di suore,a chi vi entra può anche capitare di subire quello che adesso chiamano mobbing e di morirne ti saluto con l’affetto di sempre.nicolina