Badolato (Cz) – E’ ripartita con uno spettacolo interessante e insolito, la seconda annualità della Residenza teatrale MigraMenti, a Badolato. A inaugurare la seconda parte del programma, dopo la parentesi estiva, è stata la nuova produzione della residenza, “Arlecchino Deucalione” diretta da Michele Monetta. Adattato dallo stesso Monetta da “Arlequin Deucalion” di Alexis Piron, lo spettacolo è un esempio di commedia dell’arte, con tanto di maschere e mimica, trasferita ai nostri giorni. Con una rilettura in chiave di teatro contemporaneo, questo Arlecchino utilizza varie lingue, dalla italiana alla calabrese, ma anche quella francese e l’arbereshe.
A confrontarsi con questo esperimento, se così si può dire, sono stati gli stessi interpreti della compagnia Teatro del Carro che, con la direzione artistica di Anna Maria De Luca e Luca Maria Michienzi, gestisce la struttura teatrale di Badolato per l’Amministrazione comunale. In scena c’erano proprio Michienzi e De Luca, rispettivamente nei panni di Arlecchino e della sua compagna, alle prese con una fine del mondo strana: oltre a loro due, unici rimasti sulla faccia della terra, in scena c’erano una serie di personaggi divini, Apollo, la dea Themis, e poi la Commedia, la Tragedia, Pulcinella. Tutti funzionali, ognuno a suo modo, al raggiungimento della consapevolezza dell’importante ruolo giocato da Arlecchino, sulle cui spalle “grava” il peso della ricostruzione dell’umanità. Una scelta coraggiosa, da parte del Carro, di confrontarsi per la prima volta con un genere difficile, come quello della commedia dell’arte, oltre che impegnativo, ma che è stata felicemente ricompensata, anche negli sforzi fisici che allestire un simile spettacolo ha richiesto, dal riscontro del pubblico. Più alla prima che nella seconda recita, il pubblico di Badolato non si è fatto attendere: anche i bambini hanno seguito, divertendosi di gusto, le strambe vicende di Arlecchino.
Bravi tutti gli interpreti (oltre a De Luca e Michienzi, c’erano anche Lucia Cristofaro, Josephine Carioti e Pierpaolo Bonaccurso) e il musicista Fabio Tropea che ha contribuito con musiche dal vivo allo svolgimento dello spettacolo. Ma bravo soprattutto il regista, quel Michele Monetta che aveva tenuto, sempre a Badolato, una serie di laboratori sulla commedia dell’arte, insegnante all’Accademia nazionale di arte drammatica Silvio d’Amico di Roma, oltre che in tante e prestigiose realtà italiane ed europee, attualmente il volto del genere. Molto bella la messa in scena, con costumi azzeccati – sempre di Monetta, ma realizzati da Mariella Bruzzese -, così come le maschere, create appositamente per “Arlecchino Deucalione” da Maria Laura Buonocore, quella del protagonista, e da Nino Pracanica, le altre.
Nel complesso uno spettacolo ben riuscito, di sicuro interesse per le scuole, soprattutto, che potrebbero attraverso “Arlecchino” fare avvicinare anche i più piccoli al teatro “serio” – ma non per questo non divertente – e a uno dei vanti della cultura italiana, quella commedia dell’arte attualissima anche oggi, cui tutto il teatro deve gran parte della sua storia.