carabinieri arresto pusherNella nottata del 19 settembre, alle ore 3.40 circa, la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Taormina riceveva l’accorata richiesta di aiuto da parte di un portiere di notte di una struttura alberghiera di Giardini Naxos. L’operatore inviava tempestivamente nella contrada Recanati la pattuglia della Radiomobile in turno notturno.

Il dipendente di quella struttura, agitato ed impaurito aveva segnalato lo presenza di un cittadino straniero in stato di evidente alterazione psichica che si era presentato poco prima in quella struttura e, nonostante il rifiuto era riuscito ad entrare. L’uomo aveva cercato, in primo luogo, di forzare alcune finestre per poi agire con violenza sulla porta di ingresso, che cedeva sotto la violenza dei colpi. All’interno aveva pesantemente minacciato il personale e cominciato a frugare nei locali della hall e della attigua cucina.

Giunti presso la struttura alberghiera i Carabinieri trovavano il portiere di notte ad attenderli all’esterno con un’altra donna. Proprio in quell’istante l’uomo stava uscendo dall’albergo impugnando un coltello con lama da 20 cm, probabilmente prelevato in cucina. Alla vista dei militari cercava di disfarsi dell’arma buttandola a terra, ma veniva immediatamente immobilizzato. Nella circostanza, l’uomo, probabilmente in grave stato di alterazione per abuso di sostanze alcoliche cercava più volte di colpire i Carabinieri con colpi di testa e calci.

Grazie alla perizia e professionalità della pattuglia intervenuta non vi erano più gravi conseguenze.

Sul posto si richiedeva l’intervento di personale del 118 per la somministrazione di farmaci tranquillanti. La terapia poi richiedeva un ulteriore trasporto e intervento presso l’ospedale di Taormina.

L’uomo veniva dunque identificato in un cittadino ucraino cl.68, domiciliato in Francavilla di Sicilia, e veniva tratto in arresto per resistenza a pubblico ufficiale, tentato furto aggravato, danneggiamento, minacce aggravate, porto di armi ed oggetti atti ad offendere.

Appena rinsavito l’uomo veniva condotto presso il Tribunale di Messina ove l’arresto veniva convalidato.

Nel corso della conseguente udienza lo straniero ammetteva le proprie responsabilità avvalendosi delle facoltà offerte dal rito del patteggiamento. Il giudice lo condannava ad un anno di reclusione con pena sospesa e lo rimetteva in libertà.

 

 

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