Non è stato applicato nell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, almeno fino alla giornata di ieri, l’aumento di 10 euro in aggiunta al ticket per le visite specialistiche e le analisi mediche, previsto dalla nuova manovra finanziaria pubblicata sulla Gazzetta ufficiale di sabato e diventata legge dello Stato il giorno dopo, domenica 17 luglio. La Calabria, in quanto regione interessata dal Piano di rientro dal deficit della sanità, dovrà obbligatoriamente applicare la nuova tariffa. Ieri i ticket per le visite specialistiche sono rimasti, almeno a Catanzaro, invariati. Nessun aumento ha incrementato la frustrazione degli utenti in coda per ore prima di pagare i ticket. Nel capoluogo di regione non c’è stato, dunque, nessun nuovo salasso per le tasche dei cittadini obbligati a rivolgersi alle strutture sanitarie pubbliche. Per porre in vigore la nuova legge statale si attendono, almeno così hanno fatto sapere in via ufficiosa alcuni funzionari dell’Azienda, disposizioni da parte della Regione Calabria. I pazienti dell’ospedale catanzarese hanno pagato il ticket secondo le tariffe in vigore prima dell’ultima Finanziaria. Dovrebbe dare il via libera la decisione dell’attuale commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, il presidente Scopelliti che, tuttavia, durante la riunione del Tavolo Massicci in programma oggi, dovrebbe proporre la possibilità di «diversificare per prestazioni e patologie con forme di compartecipazione» l’aumento dei ticket per i calabresi, fermo restando il pareggio di bilancio quale obiettivo prefissato dal Piano di rientro. Un ritocco parziale che non intaccherebbe la sostanza delle misure approvate con la manovra finanziaria. In pratica, si attendono le prossime mosse del Governatore e della Giunta, prima di deliberare ed applicare l’aumento a cui la Calabria, in quanto sottoposta al Piano di rientro, non potrà sottrarsi come ha fatto una regione “virtuosa” come la Toscana con una delibera stoppa-ticket. Un’eventuale moratoria calabrese dovrebbe avere, infatti, il benestare dei due ministeri che sovrintendono ai Piani di rientro dal deficit per le regioni interessate, i dicasteri dell’Economia e della Salute. Non appena la Regione emanerà le indicazioni necessarie a far partire gli aumenti – che le Asp e le Aziende ospedaliere dovranno necessariamente applicare per non incorrere nel danno erariale che potrebbe addebitare loro la Corte dei Conti – questo nuovo “ticket-plus” andrà ad aggiungersi al pagamento di 25 euro per i ticket dei cosiddetti “codice bianco” del pronto soccorso già in vigore in Calabria da un paio d’anni, ma che nel resto d’Italia sono diventati obbligatori soltanto domenica. Successivamente, bisognerà stabilire se le categorie esenti dal ticket rimarranno tali o dovranno pagarlo anch’esse. E bisognerà stabilire, inoltre, se un paziente che dovrà pagare più di una visita specialistica dovrà mettere mano a 10 euro per ogni prestazione fornitagli dall’Azienda, o dovrà pagare solo 10 euro complessive per tutte le prestazioni. Nel primo caso l’aumento diverrebbe ancora più sensibile per le tasche dei cittadini e renderebbe molto più simile il modello sanitario pubblico a quello privato, quanto meno sul piano dei costi per gli utenti. Una nuova sanità Una sanità a misura di cittadino. È quella che auspica Elena Bova, responsabile del centro screening dell’Asp, evidenziando la valenza del centro radiologico di via Paparo. «La struttura, assieme a quelle dell’ospedale vecchio, all’Umberto I, al polo di via Acri – afferma Bova – costituiva già una sanità cittadina pensata come un insieme integrato accessibile dall’utenza. Dalle analisi, alla radiologia, all’ospedale, si davano risposte in luoghi vicini, facilitando l’iter diagnostico». Un patrimonio che oggi «va rimesso a disposizione della città, tenendo conto dei bisogni: in primis l’accessibilità per gli abitanti del centro storico, che ricorrono al Pugliese per prestazioni che possono erogarsi a via Acri, a via Paparo o all’Umberto I. Il disegno del sindaco Michele Traversa di valorizzare le antiche strutture sanitarie – prosegue Bova – ha una valenza sociale e storica. In questo disegno dev’essere potenziato il polo di via Acri e quello di via Paparo, che può diventare il centro diagnostico di primo livello radiologico più importante della città».
Gazzetta del Sud – Andrea Celia Magno