(Asca) Badolato (Cz), 14 mag – L’Universita’ delle Generazioni, con sede a Badolato (Cz), intende ”proporre al Coordinamento regionale ionico ”Franco Nistico”’ per la strada statale 106 e a tutte le istituzioni ed autorita’ territoriali di contribuire a realizzare, proprio in Badolato, ”Il Parco 106” come luogo di culto e di memoria per le vittime della strada nazionale 106, piantando un albero cui dare il nome ed il volto di ognuna di queste vittime”. ”Di solito, gli incidenti stradali coinvolgono persone che stanno lavorando oppure si recano al posto di lavoro o ne ritornano: quindi, bisognerebbe considerale – spiega una nota – ”vittime del lavoro” a pieno titolo”. E a proposito delle vittime del lavoro, l’Universita’ delle Generazioni sta portando avanti il ”Progetto delle intitolazioni generali” per ricordare e rendere onore a coloro che muoiono lavorando, contribuendo cosi’ a dare conforto ai loro familiari. Nell’a’mbito di tale progetto, lunedi’ 2 maggio scorso, il secondo ponte piu’ alto d’Europa, quello sul fiume Sente tra Abruzzo e Molise, e’ stato intitolato a Francesco Paolo Longo, un operaio che aveva perso la vita il 4 maggio 1974 proprio nella costruzione di questa imponente opera. Ci sono in Italia, in Europa e nel mondo milioni di ponti, di gallerie, di altre opere pubbliche o semplici aule scolastiche che potrebbero avere il nome di coloro che hanno sacrificato la propria vita per opere sociali o lavori privati”. ”Altre vittime da ricordare almeno con un apposito elenco da apporre a fianco dei caduti in guerra sono le persone che sono morte nei bombardamenti e a causa dei residuati bellici. Nella sola Italia sono centinaia di migliaia quelle che non hanno trovato ancora memoria sociale. E numerosissimi sono i comuni che hanno di queste vittime: Badolato, ad esempio, ne conta parecchie, specialmente bambini, come ha documentato recentemente il prof. Vincenzo Squillacioti con il trimestrale ”La Radice”. E Badolato potrebbe essere il primo comune ad imprimere nel marmo i nomi di queste vittime civili di guerra, che e’ giusto onorare come ”vittime sociali” pure come monito contro qualsiasi tipo di guerra in ogni parte del mondo”.
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