È stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo Giuseppe Procopio, 40enne di Guardavalle, a seguito della morte del 26enne Antonio D’Ambrosio, deceduto a seguito di un terribile incidente stradale avvenuto il 7 luglio del 2008 sulla strada statale 106. Lo ha deciso ieri il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro Tiziana Macrì (cancelliere Lucia Senese), che ha mandato l’uomo al processo, dove sarà assistito dall’avvocato Francesco Cicino. Il processo davanti al Tribunale in composizione monocratica inizierà il 5 ottobre. Il giovane D’Ambrosio la sera in cui morì stava tornando a Guardavalle a bordo della sua moto Cagiva 600, dopo aver finito il proprio turno di lavoro in un vicino campeggio. Intorno alle 22, all’altezza di località Borgo Rosso, si è verificò l’incidente. In pieno rettilineo, probabilmente per evitare un mezzo entrato di colpo in strada, tentò una brusca frenata, ma venne sbalzarlo dalla moto, sbattendo rovinosamente contro un guard-rail mentre la sua Cagiva, ormai fuori controllo, proseguiva la corsa contro un furgone che procedeva a poca distanza. Fatto sta che, almeno per il momento, l’unica cosa certa è che qualcosa ha fatto sì che D’Ambrosio mettesse in atto una manovra d’emergenza per schivare un ostacolo. Per il giovane, subito soccorso, non c’è stato nulla da fare. I sanitari del Suem 118 non hanno potuto che constatarne il decesso, mentre sul posto sono giunti i carabinieri del nucleo radiomobile di Soverato della locale stazione e i Vigili del fuoco. Dopo i rilievi e l’autorizzazione del magistrato di turno, il corpo del giovane è stato trasportato, come stabilito dal procuratore, al Policlinico di Germaneto. D’Ambrosio era un giovane molto conosciuto a Guardavalle: studente all’Università di Messina, aveva da qualche mese conseguito la laurea in Scienze giuridiche e frequentava il corso di laurea specialistica nell’Ateneo siciliano.(g.m.)
Gazzetta del Sud