In data 26 luglio, militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, coordinati dalla Procura della Repubblica di Catanzaro – D.D.A -, hanno arrestato 5 imprenditori affiliati alla ndrangheta lametina, sequestrando beni per un valore complessivo di circa 1.200.000 euro.
L’attività di polizia giudiziaria, innestata nella più ampia operazione di polizia giudiziaria denominata convenzionalmente “Perseo”, è stata eseguita simultaneamente alla Squadra Mobile della Polizia di Stato di Catanzaro.
I reati contestati dai finanzieri spaziano dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, all’estorsione, alla ricettazione, fino al possesso di materiali esplodenti.
Nei confronti di due degli imprenditori, operanti nel settore dell’edilizia, è stato stigmatizzato, oltre al reato di associazione di tipo mafioso, il reimpiego di valori di provenienza illecita.
E’ stato infatti acclarato che impiegavano in attività economiche edili il denaro provento delle attività usurarie svolte dai sodali della cosca di ndrangheta, soprattutto mediante l’acquisto di terreni, che procedevano a “lottizzare” e ad edificare, per la successiva cessione a terzi estranei all’organizzazione delinquenziale.
Sono stati svolti nei loro confronti anche accertamenti patrimoniali, individuando beni mobili ed immobili per un valore complessivo di circa € 1.200.000, sottoposti a sequestro.
Un terzo imprenditore, anch’esso operante nel contesto dell’edilizia, ha partecipato all’associazione criminale con il compito, tra gli altri, di custodire e investire denaro della cosca, avviando imprese edili per conto della medesima organizzazione.
Inoltre lo stesso è accusato di estorsione, per aver indebitamente preteso somme di denaro da altri imprenditori, nonché ricettazione, per aver custodito un motociclo di provenienza furtiva, consegnandolo successivamente ad un “gruppo di fuoco” dell‟organizzazione criminale, al fine di perpetrare un omicidio.
Un ulteriore imprenditore, operante nel settore della fabbricazione di artifizi pirotecnici, ha fornito in varie occasioni esplosivo a diverse cosche di ndrangheta, che lo hanno utilizzato per compiere danneggiamenti a fini estorsivi a danno di altri imprenditori ovvero contro organizzazioni criminali contrapposte.
Infine, un commerciante di abbigliamento si è visto attribuire le accuse di ricettazione e favoreggiamento personale, per avere fornito appoggio logistico alla cosca di ‘ndrangheta, per la quale occultava e custodiva automezzi rubati da utilizzare anche in azioni criminali nei confronti di affiliati a cosche avversarie.
Il sequestro di beni odierno (pari, come accennato, a circa 1.200.000 euro) “completa” ed integra quello eseguito, nei mesi scorsi, dagli stessi militari del Gruppo di Lamezia Terme nel corso dell‟ operazione “medusa”, in cui furono appresi beni illecitamente accumulati dalla medesima consorteria criminale per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro.