foto incontro 2“Voi avete scelto di intraprendere un mestiere diverso”. È uno dei primi concetti chiave con cui il neo rettore dell’Università di Messina, prof. Pietro Navarra, ha voluto esordire rivolgendosi al personale sanitario, docente e tecnico amministrativo dell’AOU G. Martino in occasione del primo incontro ufficiale. “Una Azienda – ha subito sottolineato Navarra – in equilibrio sul fronte economico che deve fare i conti con peculiarità particolari proprio per quella “U” di università, forse nel tempo un po’ sbiadita, rimasta comunque sempre inserita nella logica aziendale”.

Assistenza didattica e ricerca; è su questi tre aspetti che si è incentrato fortemente l’intervento del prof. Navarra perché è proprio su di essi che si gioca la partita di una realtà, il policlinico universitario, che di fatto si prepara a un cambiamento forte, dettato in primo luogo dalle nuove normative, sempre più stringenti sia dal punto di vista economico che organizzativo.

Il percorso da intraprendere – in sinergia con la direzione aziendale – deve favorire sempre più l’integrazione di queste tre componenti fondamentali. Le modalità e le azione da porre in essere perché ciò avvenga sono tutte da scrivere: la mappa sarà quella tracciata nei nuovi protocolli d’intesa che si stanno definendo a livello regionale con l’Assessore alla salute. Protocolli da rivedere secondo una logica nuova e dove va prevista anche una attività di monitoraggio rispetto agli effetti che gli obiettivi posti determinano. L’Università rappresenta un punto di partenza anche rispetto alle opportunità che si possono determinare sul fronte dell’assistenza: un professionista che non produce in termini di ricerca e di apporto scientifico avrà una ricaduta negativa sull’Università e di conseguenza anche sull’Azienda. “Il compito del Rettore è quello di guardarsi intorno e riconoscere la qualità per valorizzarla; occorre puntare sulle competenze e sul merito. La riorganizzazione di cui l’AOU sarà investita, – ha auspicato il rettore – deve avvenire con una attribuzione di incarichi che non tenga conto delle rendite di posizione ma sviluppata all’interno di un quadro condiviso con la Direzione Aziendale – nel quale individuare regole chiare e trasparenti”.

Un principio già evidenziato in apertura dal commissario straordinario dell’AOU G. Martino, dott. Pecoraro e sul quale il Rettore ha detto essere concorde. Stiamo puntando – ha sottolineato il dott. Pecoraro – su un modello di articolazione organizzativa che predilige gli incarichi professionali, rispetto agli incarichi gestionali; tutto ciò perché crediamo in una logica dove la micro responsabilità non è necessaria, ma dove servono professionisti in grado di gestire le proprie competenze. Un ruolo, quello dei professionisti, rivendicato più volte e sulle cui capacità il commissario straordinario è tornato per evidenziare i risultati raggiunti fino a questo momento perseguendo una logica organizzativa che vede il paziente al centro del processo e dove si sono sviluppate attività orientate sempre più al miglioramento delle prestazioni, in termini di qualità e di gestione del rischio clinico, in un’ottica di rete interna ma anche esterna con una integrazione sempre più forte sul territorio, soprattutto per la gestione della cronicità.

Tra i più importanti per i quali l’AOU può vantare una posizione di privilegio a livello regionale vi sono quello fissati dal piano nazionale esiti: rispetto agli interventi sugli over 65 per la rottura del femore entro le 48 ore nel 2010 il dato era pari a circa il 22,73%, nel 2012 si attesta al 90%; positivi anche i riscontri sul fronte della cardiologia interventistica entro le 24 ore: nel 2009 71,37 per poi giungere nel 2012 al 77,91%.. Per quanto riguarda i primi parti cesarei il dato nel 2012 si aggirava intorno al 22%; con una media siciliano del 32%. .

Tra le criticità da risolvere prima possibile il dott. Pecoraro ha voluto richiamare quella legata alla fornitura di pasti (problematica che ha visto anche il coinvolgimento del prefetto); un servizio, quest’ultimo che a distanza di tempo – nonostante le diverse gestioni – non è ancora in grado di assicurare piena soddisfazione al paziente.

Malgrado le difficoltà economiche e le risorse sempre più limitate (una riduzione del fondo sanitario nazionale che entro il 2015 sarà decurtato di circa 20 miliardi) sono stati molti gli investimenti economici attuati per determinare in Azienda un rinnovamento, sia sul piano strutturale che tecnologico.

Il bilancio in attivo certifica il buon stato di salute raggiunto; adesso occorre ripensare i modelli da applicare per orientare le attività in modo sempre più funzionale.

 

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