polizia reggioNella mattinata di oggi 10 luglio, in ottemperanza ad un decreto emesso dalla quinta sezione penale dell’Ufficio Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania, personale dei Commissariati “Centrale” e “San Cristoforo” procedeva a confiscare, ai sensi della vigente normativa antimafia, un consistente asse patrimoniale ricadente nella disponibilità del Balsamo Carmelo e della di lui moglie La Mattina Angela, personaggi di spicco della criminalità organizzata operante nell’ambito del traffico di sostanze stupefacenti nel quartiere di S. Cristoforo. Detta misura costituisce l’epilogo di un precedente sequestro preventivo richiesto dal Sost. Procuratore della Repubblica presso la locale D.D.A. dr. Lucio Setola ed emesso d’urgenza dal dr. Carlo Cannella della Sezione G.I.P. del Tribunale di Catania nel luglio 2011, a seguito dell’attività d’indagine degli inquirenti che aveva evidenziato una macroscopica sproporzione fra i redditi dichiarati dai nominati in oggetto e il loro effettivo tenore di vita e patrimoniale. L’odierna misura trae origine dalle indagini e dalle operazioni di P.G. condotte dal Commissariato di P.S. “San Cristoforo” nei confronti di diversi “pusher” riconducibili ai coniugi BALSAMO-LA MATTINA, che hanno consentito di rilevare, in capo a questi ultimi, una disponibilità economica riconducibile alle loro illecite attività di traffico e spaccio di sostanza stupefacente. Nel corso del procedimento camerale sfociato nella confisca “de qua”, infatti, i mandati peritali affidati dai magistrati procedenti a professionisti contabili di chiara fama, hanno consentito di fugare ogni dubbio in ordine all’illecita provenienza del patrimonio accumulato dai due esponenti di spicco del panorama criminale etneo.

I beni che con l’esecuzione dell’odierno provvedimento vengono avocati allo Stato sono costituiti da:

– un’autovettura Smart Fortwo;

– un’autovettura BMW X3;

– un immobile sito in via Pietro Platania;

– un immobile sito in via Delle Carrozze;

– somme presenti su due conti correnti bancari accesi presso la Banca Popolare

di Verona e la Banca Popolare di Lodi.

Il valore dei beni confiscati è stimabile in euro 300.000 circa.

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