Guardavalle Web riceve e pubblica – Il 2010 volge al termine, il nuovo anno è alle porte. Rivolgo, in quest’occasione, a ogni cittadino di Guardavalle gli auguri per un 2011 di serenità, di pace: di più opportunità, di più futuro. E’ il quinto ed ultimo anno di questa consiliatura e verosimilmente nella prossima primavera ci saranno le elezioni per rinnovare il Consiglio Comunale e per scegliere il nuovo Sindaco: pochi mesi, quindi, alla scadenza del mio mandato.
Sono stati, questi, cinque anni di intenso impegno, di duro lavoro, di tanta passione.
C’è, in me, la soddisfazione per avere realizzato il programma amministrativo presentato agli elettori nel 2006. Tuttavia, non sono mancati momenti difficili e nemmeno errori.
Solo nel corso di quest’ultimo anno abbiamo portato a compimento alcune importanti opere che hanno cambiato il volto del nostro paese.
– Il completamento del Lungomare, che il paese aspettava da oltre venticinque anni (stiamo ora progettando l’importante e grande area di fascia a mare che rappresenta un’immensa risorsa turistica, paesaggistica e naturalistica).
– Il completamento della Piazza ex IP, a breve piazza “Fabrizio de Andrè”, oggi luogo di incontro e di passeggio ed importante opera di arredo urbano nel centro della nostra Marina.
– Il completamento dei lavori di ampliamento ed ammodernamento del Cimitero comunale, che danno più dignità a questo importante luogo sacro e degno sempre di grande rispetto.
– Il completamento dell’edificio della Caserma dei Carabinieri (se ne parlava da oltre trent’anni).
– Il 23/12/10 sono stati appaltati i lavori di ammodernamento e di messa in sicurezza dello stadio comunale “Nicola Coscia”, il cui manto erboso è stato già realizzato recentemente. Un impegno, questo, perseguito con fermezza dal vice sindaco, Pino Ussia (io stesso, insieme ad altri della Giunta, non avremmo scommesso che ciò sarebbe stato possibile).
– Sono stati appaltati i lavori del Lungofiume, finanziamento di 315.000 euro; in gennaio inizieranno i lavori e spero siano completati prima della prossima estate: sarà il luogo della passeggiata e dello svago per i cittadini del Centro Storico e non solo. Un’importante opera di riqualificazione urbana che si unisce e si integra con le opere già realizzate: Circonvallazione sud e area di collegamento con Piazza Immacolata.
– Il 30/12/10 saranno appaltati i lavori di consolidamento delle aree a rischio frana del centro abitato per 800.000 euro, mentre sono in via di completamento i lavori a rischio idrogeologico di 400.000 euro.
– E’ stata approvata la bozza preliminare del nuovo P.S.A. (Piano Strutturale Associato) insieme ai Comuni di Monasterace e di Santa Caterina dello Ionio: contiamo di portare a termine questo importantissimo obiettivo nei prossimi mesi.
Siamo riusciti a investire numerosi milioni di euro, creando lavoro per molte imprese, maestranze e operai, con rigore di bilancio e oculatezza. Merito soprattutto di un lavoro collegiale e dell’impegno dell’assessore Lucio Valenti e Giuseppe Caristo.
L’elenco delle cose fatte è molto più lungo e non è il caso di proseguire, in quanto i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Tutto ciò è il frutto del lavoro non certo del solo Sindaco, ma di tutta l’Amministrazione, di tutta la Giunta, di tutta la maggioranza.
È il risultato anche del lavoro dell’intero staff dell’Ufficio Tecnico, guidato dall’instancabile nonchè professionalmente valido e rigoroso Ingegner Giandomenico Romeo, del Segretario Comunale, Dott. Paolo Lo Moro, di tutti gli operai e di tutti gli impiegati comunali.
Il risultato di un lavoro di squadra.
In questo scorcio del 2010, mi vengono spontaneamente riflessioni più generali che riguardano la nostra realtà, ma anche il nostro Paese – Italia.
Il 2010 si chiude, purtroppo, ancora all’insegna di una crisi che, pur interessando un gran numero di Nazioni, ha in Italia connotazione non solo economica, ma altresì politica e morale e alla fine riguarda la civile convivenza; purtroppo devo affermare che la classe dirigente ai vertici del nostro sistema ha raggiunto un livello di spettacolo insopportabile e vergognoso, che ha stupito tutto il mondo.
Anche di ciò è conseguenza il distacco degli italiani dalla politica che non è mai stato così alto: la sfiducia nei confronti della classe politica si manifesta indiscriminatamente, senza distinzioni di campo e di persone, mettendo i politici corrotti o coinvolti in illeciti, verso i quali non pochi elettori sembrano avere fatto il callo, assieme ai politici onesti e competenti. È, questo, un fenomeno pericoloso, in quanto tenta di privare di rappresentanza politica il crescente disagio per le gravi condizioni economiche del paese.
Nello stesso tempo la ricchezza è sempre più nelle mani di pochi, così come si allargano sempre più le fasce di povertà.
Qualche giorno fa, in un pomeriggio freddo, poca gente in ambulatorio, all’improvviso mi trovo di fronte una ragazza carina: un’adolescente. Mi ha detto: “Non abbiamo niente da mangiare”,con una spontaneità e un sorriso incantato che solo quell’età complessa e magica sa dare.
Ho sorriso cercando di mascherare il mio personale disagio. Mi sono chiesto: avrà, questa ragazza, le stesse opportunità di tante sue coetanee che vivono meglio?
È normale che un’adolescente debba porsi il problema di come andare avanti?
Potrà andare a scuola come le altre?
Sentiamo giornalmente che molte sono le famiglie che non arrivano alla fine del mese. In questi casi il mese non inizia…!
Qualche giorno dopo ricevo un messaggio scritto su un pezzetto di quaderno a quadri grandi dai tre ragazzi afgani affidati alla nostra Comunità, con sopra scritto: ”Siamo infelici. Aiutateci per favore!”
Mi sono chiesto: quale futuro avranno questi ragazzi?
Avranno mai gli stessi diritti e le stesse opportunità di tanta altra gente?
Cosa rispondere?
Piccoli episodi di vita quotidiana del nostro paese? Oppure la punta di un grande iceberg sommerso e silenzioso?
Le richieste di aiuto che ricevo e che riceviamo in Comune sono molte: anzi, moltissime. Ripetute. Quotidiane. Qualche benpensante dirà: è gente che ci marcia, che ne approfitta, perché non va a lavorare? Dove? Con chi?
Purtroppo il Comune non ha le risorse per affrontare e risolvere questa complessa e difficile problematica. Sono il Governo centrale e quello Regionale che dovrebbero conoscere prima la realtà e poi porre rimedio: invece di raccontare favole.
Da tempo sostengo che la nostra realtà guardavallese è complessa, con tante possibilità, con molte attività vitali, ma, nello stesso tempo, con un tessuto connettivo sociale spesso lacerato.
Le diseguaglianze sono enormemente aumentate negli ultimi anni. Intere fasce di popolazione, in maniera silenziosa, si distaccano dalla normalità per approdare alla povertà, al disagio e al bisogno quotidiano. La famiglia, i genitori, i nonni sono diventati i veri e soli ammortizzatori sociali.
Il lavoro, quello vero – ma anche quello saltuario – è diventato un miraggio. Intere generazioni di giovani, e di “giovani adulti”, vivono senza speranza, senza la prospettiva di un futuro diverso. La solidarietà, la socialità tra uomini e donne, tra cittadini, sono diventate sempre più parole lontane e marginali e non più valori di coesione sociale. Prevale spesso l’egoismo, il disprezzo per il diverso e l’intera società, invece di aprirsi, si chiude e si avvita sempre più su se stessa. Ognuno insegue i suoi problemi.
Il messaggio della Chiesa, durante queste festività natalizie, è stato il seguente: “Riscoprite il presepe, aprite la porta ai poveri.”
Viene meno il senso di appartenenza e l’identità della Comunità; la disgregazione, a volte la disperazione e la solitudine sono sempre più diffuse. Aumenta il disagio sociale e mentale.
“Non puoi stare bene se gli altri non stanno un po’ bene”, ha elencato Bersani nel programma di Fazio e Saviano “Vieni via con me”.
Gli studenti, i ricercatori, i precari, che hanno manifestato in questi giorni per i loro diritti e per il loro futuro, vengono additati e scambiati per terroristi o presunti futuri tali.
In Italia gli infortuni sul lavoro sono molte migliaia e molte centinaia i morti sul lavoro.
Si muore di lavoro per mancanza di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Si muore di lavoro perché non si investe adeguatamente in ricerca e innovazione.
Si muore di lavoro perché le norme, che pure ci sono, non vengono rispettate.
La selvaggia politica del capitale e del liberismo sfrenato e senza regole pensa solo e sempre più al profitto e poco importa dei lavoratori sempre più sfruttati.
Il 23/12/10 la Fiat ha firmato l’accordo per Mirafiori escludendo la FIOM, che con questa intesa si trova tagliata fuori dalle trattative. Questo accordo segna una brutta svolta nelle relazioni industria – sindacato in Italia: esclude la FIOM che, sin dagli anni del dopoguerra, è stato il sindacato di maggior peso nel grande stabilimento torinese.
Ciò inasprisce deliberatamente il conflitto tra i maggiori sindacati nazionali, divide i sindacati in un momento in cui avrebbero il massimo bisogno di unità. Alla presenza di un Governo del tutto inerte di fronte ai costi umani della crisi.
Marchionne afferma: “Ora sarà possibile dare il via agli investimenti.”
Il ministro Sacconi puntualizza: “ Chi non ci sta ne paga le conseguenze”.
Landini e gli operai CGIL prorompono: “E’ una vergogna”.
Nel 2012 a Torino sarà assunto chi giura di non appartenere alla FIOM?
E proprio vero che destra e sinistra non esistono più? Oppure che sono uguali?
Torino e la Fiat sono così lontano dalla Calabria e da Guardavalle?
Quanti sono i calabresi e figli di calabresi che lavorano a Torino?
Potranno durante l’estate venire a passare le ferie al nostro mare?
Lo spettacolo che ha offerto la politica al governo del paese, soprattutto negli ultimi mesi, è stato semplicemente degradante, oltre che fuorviante. Nemmeno nel nostro piccolo paese, Guardavalle, la politica ha offerto adeguate occasioni di serio ed impegnato confronto politico intorno a problemi reali e della gente. A parte le numerose iniziative pubbliche promosse su tanti argomenti e problemi dall’Amministrazione Comunale, la politica e i partiti sono stati sostanzialmente inadeguati, se non del tutto assenti.
Al contrario sono prevalse strumentalizzazioni infruttuose, polemiche sterili, accuse insensate, denigrazioni, producendo veleni e divisioni spesso anche tra singole persone e accentuando il distacco della gente e la frammentazione del tessuto connettivo della nostra realtà sociale già ampiamente provata.
A chi giova tutto questo? Alla politica e al serio confronto democratico? Od invece al populismo becero che impera e si nutre di qualunquismo, bugie, di luoghi comuni e di sottocultura? Osservo con malinconia che anche alcuni giovani e “giovani adulti” che si sono affacciati in questi anni, e si affacciano alla politica, si appassionano poco o niente, non si cimentano con i tanti problemi reali; viceversa, con verosimile superficialità e strumentalità, preferiscono sin da subito fare gli “strateghi”, come se la politica, invece di un impegno e di una scelta di vita, fosse una discussione su come formare la nazionale di calcio od un gioco delle parti, non contribuendo così alla crescita civile e culturale del nostro paese.
E’ questa la cultura politica dopo quindici anni di berlusconismo?
Si andrà avanti ancora per questa strada? E dove porta?
Come si può uscire da questa palude?
Ho voluto porre alcuni interrogativi intorno a problematiche che io considero importanti con la speranza che la politica possa con il nuovo anno interessarsi ed appassionarsi ai tanti problemi oggi sul tappeto, di fronte a noi, per ragionare e confrontarsi con l’obiettivo del “bene comune” di cui tutti ci riempiamo la bocca: spesso solo a parole.
È un dovere di chi fa politica , di tutti noi, che abbiamo soprattutto nei confronti delle generazioni future e dei nostri figli.
Anche se oggi non è più di moda sono stato sempre convinto, e lo sono di più oggi, che l’impegno politico è prima di tutto passione civile, sentimento, utopia, sogno.
Invito i tanti ragazzi, i tanti giovani a impegnarsi e a sognare il proprio futuro.
Ho riflettuto a lungo sulle tante negatività di questo particolare momento storico.
Tutto ciò non deve, come già ho accennato, ignorare le tante positività che caratterizzano sia la nostra Italia che il nostro Comune.
Il mio pensiero va alle associazioni locali che lavorano molto assiduamente per dare un insostituibile aiuto nelle situazioni di bisogno.
La nostra realtà è, come ho già detto, complessa, e proprio per questo la vita di questa Comunità evidenzia anche un buon livello di armonia e tranquillità che ci permette di affrontare l’innegabile degrado sociale con razionalità ed equilibrio, sostenendoci nella scelta dei percorsi di aiuto e, quando è possibile, di risoluzione.
Ci prepariamo, quindi, ad un nuovo anno con la speranza di cambiamenti in positivo, anche se già sappiamo che dovremo, con molta creatività, trovare soluzioni ai tagli del Governo centrale che ci sono già stati e a quelli che certamente ci saranno ancora. Il mio auspicio è sicuramente quello di riuscire ad offrire alle nostre famiglie più servizi necessari p e mi auguro, con l’aiuto di tutti, che la nostra, con tutte le innegabili difficoltà esistenti, sia sempre di più una comunità aperta e solidale.
Con questa speranza rivolgo ancora una volta ai Guardavallesi auguri per un migliore 2011.
Guardavalle, 28 Dicembre 2010
Sindaco di Guardavalle Antonio Tedesco
Testo originale: Sindaco Guardavalle Auguri