Questa mattina i nove segretari generali e i ragionieri generali delle Province siciliane si sono incontrati nella sede dell’Unione delle Province a Palermo, per discutere sui drastici tagli alla Finanziaria, approvata dall’Assemblea siciliana. A presiedere l’incontro il presidente dell’Urps, Giovanni Avanti, che si è confrontato con i vertici amministrativi degli Enti locali, concordando di inoltrare con urgenza, nella stessa giornata di oggi, una nota al Commissario dello Stato per verificare lo stato di difficoltà in cui versano le Province e chiedere di adottare con tempestività i provvedimenti necessari.
A fronte della legge 7 del 2013 che anticipa la soppressione degli Enti locali, le realtà locali operanti nel territorio hanno l’obbligo di garantire i servizi essenziali ai cittadini. Questo è l’assunto da cui parte il messaggio chiaro e forte al Commissario: “Le Province non sono in grado di assicurare le prestazioni essenziali alle comunità”.
Niente, dunque, servizi per le scuole, né interventi per sulla rete viaria, né assistenza ai portatori di handicap. “Questo – sottolineano dall’Urps – significa incorrere in una chiara violazione costituzionale”. Una volta azzerati i fondi per le Province, con l’approvazione della legge Finanziaria della Regione, spiegano i segretari e i ragionieri, “si verifica un fatto nuovo nella storia della Regione siciliana: sono le Province a finanziare la stessa Regione”.
Per i quadri amministrativi provinciali è l’unica lettura possibile del deliberato legislativo, approvato lo scorso 30 aprile: “A fronte di risorse complessive per l’anno 2012 di oltre 100 milioni di euro, tra fondi trasferiti dalla Regione(50 milioni di euro) e addizionale energia elettrica (50 milioni di euro, di cui 13 milioni riscossi fino al 31 marzo direttamente dalle Province, e oltre 37,7 milioni trasferiti in forza all’articolo 4 del D.L. 16/2012) da quest’anno le Province disporranno di soli 44 milioni di euro, somma di gran lunga inferiore al gettito della ex addizionale energia elettrica”.
Lo scenario che si delinea – ammoniscono le Province – è letteralmente devastante in considerazione del fatto che gli enti locali ad oggi non sono stati di fatto soppressi e continuano a svolgere un ruolo fondamentale per il tessuto economico e sociale del territorio. La parola passa, dunque, al Commissario dello Stato, da cui gli Enti si aspettano una verifica del bilancio ed eventuali chiarimenti da inoltrare alla Regione Sicilia.