Lamezia Terme (Cz) – Questa sera al Teatro Politeama terzo spettacolo della commedia “Le bugie sono come le ciliegie, una tira l’altra” della compagnia lametina de “I Vacantusi”. Cala il sipario su “Vacantiandu 2012”, la rassegna in vernacolo che in appena due anni ha conquistato non solo i cuori dei lametini, varcando i confini regionali e imponendosi nel panorama nazionale. Oggi alle 20.30 al teatro Politeama (dopo gli appuntamenti di sabato e domenica scorsi) terza serata con la commedia “Le bugie sono come le ciliegie, una tira l’altra” scritta dallo sceneggiatore fiorentino Daniele Nutini e liberamente riadattata dal regista Mario Maruca.
Sul palco gli attori della compagnia teatrale “I Vacantusi” che, con impegno, dedizione e tantissimo entusiasmo, propongono una commedia brillante, incassando grandi consensi di pubblico e di critica, oltre ad avere realizzato un cartellone impeccabile. Una commedia interpretata brillantemente da tutti gli attori in scena, reduci da un laboratorio teatrale che li ha visti impegnati per oltre 150 ore durante l’anno. Impeccabile anche la scenografia (che è stata curata da Camillo Benzo e Vincenzo Grande), i costumi (di Stefania Frustaci) e le musiche (Camillo Benzo): nulla è lasciato al caso e niente è improvvisato. Dimostrazione tangibile dell’impegno e del livello elevato di uno spettacolo che niente ha da invidiare alle commedie di prosa tradizionali.
Protagoniste della commedia sono le bugie che, con fine e pungente ironia, riescono a raccontare alcuni aspetti della società, come la scarsa libertà della donna, la credulità degli uomini e l’autorità dei padri. Il tutto, con una comicità che non è mai chiassosa e grossolana, ma cerca soprattutto gli intrecci convenzionali, i luoghi comuni del ridicolo per cogliere le caratteristiche della maschera della commedia. Il risultato è un’opera col suo “castigare ridendo mores”, macchina comica per eccellenza fatta di battute, recitazione. movimenti, costumi, gesti, abilità mimica, tempismo coi suoi dialoghi ricchi di doppi sensi, battute, espressioni colorite e abilità mimiche indispensabili per gli intrecci che arricchiscono la trama.
Protagonista è l’ex negoziante arricchito che si è ritirato in campagna Nicola (Nicola Morelli), che vive la doppia vita di onesto padre di famiglia e di viveur nei locali più alla moda di Napoli.
Un uomo che ha costruito tutta la sua vita familiare fingendo di avere un figlio a Napoli, escamotage grazie al quale è riuscito per tanti anni ad avere soldi dalla moglie Carmela (Rosa Aiello) e a scappare spesso nel capoluogo campano dove spendeva le risorse familiari sfacciandosi per uno scapolo d’oro con il nome di Michele Trapano. Un castello di bugie che crea un circolo vizioso, all’interno del quale vengono inghiottiti anche l’amico Pasquale (Walter Vasta) e sua moglie Gina (Maria Perri), dato che sarà costretto ad aiutare Nicola, coprendo le sue magagne e suscitando però le ire della sveglia moglie. Il castello di bugie di Nicola comincia a sgretolarsi con l’arrivo di Giorgino Parigi (Gianfranco Scardamaglia) che in passato aveva avuto contrasti con Nicola per via di “amanti comuni”: caso vuole che Giorgino si innamori della figlia di Nicola, Rosetta (Sabrina Pugliese), conosciuta durante una festa a Catanzaro. Ad ingarbugliare ancora di più la vicenda, il papà di Giorgino, Giorgio (Vincenzo Muraca) che vorrà fittare un villino di proprietà di Nicola a Magolà, per vivere liberamente la sua liaison extraconiugale con Fanny (Daniela Muraca). In scena anche bambinone Paolino (Paolo Morelli), nipote di Nocola, innamorato non corrisposto da Rosetta, le parenti di Giorgino, Loretta (Carolina Talarico), Natalina (Angela Gaetano) e Laura (Rita Scalzo). Alla fine tutti si ritrovano a casa del protagonista, a brindare al nuovo matrimonio tra Rosina e Giorgino, e nonostante le grossolane e continue bugie, Nicola riesce a farla franca e scamparla.
A conclusione dello spettacolo, introdotto dalla giornalista Ketty Riolo, sono intervenuti il regista Mario Maruca, che ha curato il laboratorio teatrale e a spiegato l’impegno profuso da tutti i componenti del gruppo. “Un lavoro a cui si sono dedicati con impegno e sacrificio, iniziando dalle basi della comunicazione e che ha dato i suoi risultati come dimostra lo spettacolo andato in scena. Ho puntato sulla riscoperta dell’intelligenza emotiva attraverso cinque ambiti di conoscenza al fine di conoscere e saper gestire al meglio le proprie emozioni gettando le basi per solide relazioni sociali ed emotive”. A fine serata l’associazione ha anche annunciato a chi verrà devoluto in beneficenza parte dell’incasso della rassegna: l’associazione di volontariato “Sincronia” costituita da persone con disturbi psichici, loro familiari, amici ed operatori del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asp e presieduta da Renato Nunnari.