Google ha lanciato il servizio Priority Inbox per tutti gli account di posta elettronica di Gmail. Ecco come funziona il “gemello buono” del filtro anti-spam I quasi duecento milioni di utenti di Gmail lo sanno: tra le caratteristiche vincenti delle caselle e-mail gratuite di Google troneggia un filtro anti-spam che non teme rivali. La capacità del servizio del colosso di Menlo Park di nascondere automaticamente i messaggi non desiderati ha reso, fin dal suo lancio nel 2004, la lettura della corrispondenza elettronica più facile, veloce e anche rilassante. Ora, a più di sei anni dal debutto, i tecnici di Google sono certi di aver messo a punto l’integrazione che rinsalderà ulteriormente la fiducia dimostrata nel tempo dagli “internauti”. Si chiama “Priority Inbox” e funziona in maniera identica e opposta al filtro anti-spam. Disponibile per qualsiasi account Gmail, Priority Inbox quando attivata crea una nuova voce nel menu delle proprie cartelle di posta. Una voce che, idealmente, va a sostituire la classica casella “In arrivo”. La funzione è presto spiegata: mettere in risalto i messaggi più importanti, lasciando da parte quelli di minor rilievo, che naturalmente non vengono nascosti, ma semplicemente posizionati in una porzione inferiore della finestra. L’idea è intrigante e, se applicata con precisione e puntualità, rappresenterà l’ennesimo valore aggiunto di Gmail rispetto alla concorrenza. Naturalmente la rilevanza di Priority Inbox varia da utente a utente, perché se è vero che (seppur in diversa misura) chiunque è potenzialmente vittima di messaggi indesiderati, è altrettanto vero che Priority Inbox dà il meglio di sé solo nel caso di utenti abituati a ricevere una mole significativa di corrispondenza. A differenza del filtro anti-spami, Priority Inbox avrà dei tempi di “adattamento” di certo più diluiti, perché deve adattarsi alla posta di ogni singolo utente, piuttosto che poter contare sulle segnalazioni incrociate di diversi navigatori, come succede con il filtro anti-spam. Google assicura che l’algoritmo è però già efficace e dopo le nostre prove possiamo in buona parte darle ragione: il sistema memorizza a quali mittenti si risponde più spesso, a che tipologia di lettera si presta solitamente più attenzione e si legge più velocemente rispetto all’orario di ricezione. I dati vengono poi “tritati” dal filtro, che si preoccupa di pescare e-mail della stessa natura per metterle in evidenza nella Priority Inbox. Caso mai le cose non andassero come previste, ogni utente ha comunque la possibilità di dare qualche consiglio al filtro ideato da Google. Basta selezionare le e-mail che si ritengono importanti e segnalare a Priority Inbox che lo sono, se lo ricorderà quando ne arriveranno altre simili. Discorso identico per quei messaggi che, invece, sono stati selezionati da Priority Inbox e che invece non si ritengono “degni”. La fase di personalizzazione della pagina, però, non finisce qui: si può decidere quante e-mail compaiono in Priority Inbox, segnalare che tutte le e-mail a cui sono già state appiccicate delle etichette (con l’apposita opzione di Gmail) vengano visualizzate nello stesso spazio e decidere come comportarsi con le missive “starred”, quelle contrassegnate dagli utenti con una stella. Se Priority Inbox diventerà parte fondamentale delle risorse che rendono Gmail il servizio principe tra quelli che offrono caselle e-mail gratuite, solo il tempo potrà dirlo. Rimane indiscutibile, invece, la voglia di Google di non fermarsi mai. Ora non vi resta che andare alla vostra pagina di Gmail e decidere da soli se Priority Inbox vale quanto un buon filtro anti-spam.
(Settembre 9, 2010)
Canali Kataweb – Mattia Ravanelli