Apprensione nella cittadina bivongese per l’attentato dinamitardo contro il suo illustre cittadino Salvatore Di Landro, procuratore generale a Reggio Calabria. Telefonate dai bivongesi sparsi nel mondo giungono alla redazione de “Il Paesano”, il giornale locale che mantiene i rapporti con loro, fondato negli anni ’50 proprio dallo zio di Di Landro, Domenico fratello maggiore del papà Rocco. Giornale che gli ha trasmesso, come ha dichiarato, al direttore Pietro Melia «un senso di profonda emozione e una grande gioia, e il piacere di sapere che ci sono ancora bivongesi in gamba, che vogliono bene al loro paese e ai bivongesi lontani, ai quali va anche il mio pensiero e la mia gratitudine per avere saputo con il loro impegno e i loro successi professionali mantenere alto il vessillo del nostro paese». Lo stesso, aggiungiamo noi, sta facendo Di Landro che, con il suo impegno e la sua capacità sta combattendo l’illegalità mettendo a repentaglio la sua incolumità. L’orgoglio bivongese è forte e tutti, all’unisono, prima di chiudere la comunicazione telefonica, dicono: «Mamma nostra, lo proteggerà». È la Madonna dei miracoli, venerata da tutti i bivongesi, la stessa incorniciata sulla parete alle spalle della sua scrivania nell’ufficio di Piazza Castello a Reggio. “Mamma nostra” a cui Di Landro è devoto che, in occasione di una sua dichiarazione di qualche tempo fa disse: «Non possiamo fare a meno di Lei, la nostra protettrice perché un elemento catalizzatore per noi bivongesi». Quest’anno, poi, vista la ricorrenza del centenario dell’incoronazione di “Mamma nostra”, Bivongi aspettava una sua visita per accogliere questo suo figlio catalogato tra i “bivongesi illustri”. Purtroppo dopo l’accaduto tutto rimane in predicato. Sarebbe stato bello vederlo davanti la statua della Madonna in compagnia degli altri due illustri bivongesi, il parlamentare Gino Bucchino, e Mario Bova che ha ricoperto l’incarico di ambasciatore d’Italia in Giappone.
Gazzetta del Sud del 28.8.2010 – Ugo Franco