racketIl segretario cittadino del Pd: il Comune si faccia promotore di una task force per combattere il fenomeno criminale e si costituisca parte civile in tutti i processi per mafia e per racket Una task force istituzionale per la lotta al fenomeno dell’estorsione, sulla scorta di un Patto antiracket di cui deve essere il Comune l’ente promotore. A rilanciare sul tema di estrema attualità è il segretario comunale del Pd, Giuseppe Grioli, a ventiquattro ore dall’ennesimo episodio criminale, avvenuto in un cantiere di Villaggio Aldisio, dove l’escavatore di una ditta è stato dato alle fiamme. «Continuiamo a pensare – scrive Grioli in una nota – che dinnanzi all’intensificarsi di attentati incendiari ai danni di commercianti e di ditte edili sia arrivato il momento di mettere in piedi una task force a Messina per la lotta al racket ed alla criminalità organizzata. Dobbiamo passare dalla solidarietà formale a politiche concrete di sostegno e protezione per gli imprenditori coinvolti. L’economia della città non può permettersi questo costo ulteriore che sta cercando di stringere la morsa del controllo sulle aziende. E’ un momento favorevole, in quanto molti imprenditori stanno denunciando e l’Asam sta svolgendo un ruolo importante per creare quella solidarietà concreta tra imprenditori e forze dell’ordine che rende la lotta al racket più incisiva. Manca un altro tassello, quello degli Enti Locali. Il Comune non può rimanere indifferente, deve giocare la propria parte». «Il Partito democratico – prosegue il segretario comunale – ha proposto da tempo la stipula del Patto antiracket per portare il Comune di Messina in prima linea nella lotta al racket e diventare punto di riferimento per coloro che si trovano da soli ad affrontare le richieste di estorsione. Il Comune ancora oggi non ha dato seguito alla mozione presentata dal Pd in Consiglio Comunale e che ha ricevuto il voto favorevole di tutti i gruppi politici. Il Patto antiracket in altre realtà del paese è diventato uno strumento di agevolazione per gli imprenditori che denunciano il pizzo o che comunque dichiarano di volere aderire al patto. Rappresenta una strategia preventiva che accompagna le imprese dal momento in cui iniziano il proprio lavoro o avviano il cantiere. Tutto in sinergia con le forze dell’ordine, gli enti locali si impegnerebbero a privilegiare nei cottimi fiduciari e in tutte le procedure di affidamento che non prevedono gara, gli operatori economici che denunciano le richieste di pizzo. Occorre innescare e promuovere una sinergia virtuosa tra chi opera nel territorio di Messina e contribuisce a creare ricchezza e gli enti locali, le forze dell’ordine e le associazioni antiracket. Il Comune deve costituirsi parte civile in tutti i processi per mafia e racket. Non possiamo perdere più tempo – conclude Grioli – la criminalità è un freno allo sviluppo della nostra città che è valutato come primo impedimento per gli investitori che provengono da altre aree del paese».

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