“Ho due figli che picchio ogni volta che sono ubriaca, non avevo mai pensato che potrei picchiarli anche da sobria”. “Sono d’accordo! Sberle, e poi in ginocchio sui ceci”. “Legarli ad una sedia e prenderli tutti a schiaffoni dalla parte delle nocche”. “Io li educo col fucile ad aria compressa”. “Sberle? Ma certo! Se poi date preventivamente sortiscono in un esilarante effetto sorpresa”. I consigli sono dispensati in una bacheca di Facebook, che in meno di 24 ore dall’apertura conta 76 adesione convinte e che l’Osservatorio sui Diritti dei Minori ha provveduto a segnalare all’amministrazione del social network chiedendone la chiusura immediata per esplicito incitamento alla violenza. “Il sito, segnalatoci da un utente di Facebook – spiega Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio e consulente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia – compara, quale strategia educativa, l’uso di psicofarmaci alla somministrazione di sberle”. “Non è la prima volta che i bambini vengono presi di mira sul più popolare social network esistente e ciò – secondo il parere di Marziale – dovrebbe indurre gli amministratori ad intraprendere misure preventive volte a tutelare i minori. Nel caso in cui la prospettiva dovesse risultare sconveniente, allora tocca alle istituzioni agire per impedire che un magnifico strumento di progresso ed innovazione tecnologica diventi ricettacolo permanente di offese alla dignità della persona”. Marziale comunica di aver provveduto ad informare del fatto la presidente della Commissione Parlamentare per l’Infanzia, on. Alessandra Mussolini.
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