Nei giorni scorsi i comuni di Arena (nella provincia di Vibo Valentia) e Stilo hanno rievocato pubblicamente, alla presenza dei rispettivi sindaci (dott. Giosuele Schinella e prof. Giancarlo Miriello), per la prima volta, una pagina di alto significato civico e morale della storia della Calabria. Storia rappresentata dalla resistenza opposta dalla cittadinanza di Stilo al disegno di dominio portato avanti dal feudatario di Arena “Messer Lois Culchebret”, il quale non tollerando che la città di Stilo ed il relativo contado potessero sottrarsi alla sua soggezione e, quindi, al dominio del feudo d’Arena, perché accampavano uno Status di Universitas e cioè di città di regio Demanio, tra il 1640 ed il 1673 intese risolvere la contesa, ricorrendo alle lusinghe, alle minacce, alle pressioni economiche, alle aggressioni banditesche, agli intrighi di corte e persino al pignoramento. In termini prettamente giuridici la contesa affondava le sue radici sul fatto che la città di Stilo insisteva nel riconoscimento del regio demanio per sottrarsi alla dominazione dei Conti di Arena che su di essa vantavano antichi diritti di signoria. Ma il disegno di dominio portato avanti dal feudatario di Arena trovò un’ostinata e nobile resistenza nella popolazione della città di Stilo che non intese assolutamente cedere alle intimidazioni ed alle aggressioni, ma si oppose al ricatto ricorrendo agli strumenti di democrazia derivanti dall’ordinamento ad Universitas quali deliberazioni del Parlamento Cittadino, istanze, assemblee popolari. L’episodio più doloroso e triste della contesa è certamente da individuarsi nell’aggressione della città di stilo operata il 1 febbraio 1648 quando durante la notte 300 uomini al soldo del marchese di arena uccisero quanti più uomini non riuscirono a fuggire. Questo episodio è sufficiente non solo ha darci un’idea dello stato di pressione cui erano sottoposte le popolazioni quando tentarono di resistere alle pretese del signore feudale, ma, oggi, non sfugge certo a noi, il significato di questa vicenda storicamente collocata in un periodo di oscurantismo e di terrore che vede uomini e donne di un’intera comunità impegnata a difendere con coraggio e dignità le prerogative ed gli istituti democratici derivanti dall’ordinamento di comunità municipali. Questo, sinteticamente richiamato è l’episodio storico che nei giorni scorsi le municipalità di Arena e di Stilo hanno rievocato appunto per riscoprire e recuperare la memoria storica delle loro comunità e delle loro genti. Per il sindaco di Arena si tratta di «Memoria storica intesa non solo come scoperta di un mondo passato ma ancora attuale perché radice del presente, ma, soprattutto, come bagaglio culturale da trasferire alle generazioni future affinché possano comprendere appieno le origini delle loro storia. Tutto questo, non vuole essere un richiamo retorico ma è qualcosa in cui credere fermamente per dare forza e valore a questa serata alla quale mi auguro seguiranno intesi rapporti di amicizia e collaborazione con la comunità di Stilo. Ecco perché oggi è ancora più necessario esternare senza infingimenti i nostri veri sentimenti senza la benché minima paura di dire quanto si pensa. La soddisfazione di essere arrivati a questo importante momento, continua il sindaco Schinella del grazioso centro vibonese – l’abbraccio fraterno di questa importante occasione non può essere scambiato per una pura formalità. È al contrario in segno indelebile di un reciproco grande e riconoscibile segnale di aggregazione e stima». «Soddisfazione e sentimenti di amicizia» verso la comunità di Arena sono stati espressi dal sindaco di Stilo, prof Giancarlo Miriello, per il quale si è trattato di un evento culturale forte e significativo per far conoscere importanti capitoli di storia molte volte dimenticate.
Elia Fiorenza