«Un tempo terra degli Dei, ora considerata terra di nessuno». Sta parlando della Calabria Angela Spocci, direttore artistico della settima edizione di Magna Grecia Teatro, il festival distribuito in tredici siti archeologici della regione, partito sabato scorso a Ricadi con El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha con Mariano Rigillo, Tonino Taiuti, Anna Teresa Rossini, che si chiuderà martedì 14 settembre, con Wedding and funeral band, il concerto con Goran Bregovic, sempre a Ricadi. Cinque settimane di programmazione tra teatro, musica e danza e una dislocazione degli spettacoli che è la cifra distintiva di questo festival, tra i più lunghi sulla piazza al momento, testimoniano la volontà direzionale di intervenire sulla struttura organizzativa nel suo complesso, oltre alla più ovvia attenzione alle proposte artistiche e ai loro contenuti. E sebbene su questo fronte risulti difficile individuare un filo rosso tale da giustificare un progetto identitario, sarebbe utile riflettere sui tempi in cui gli operatori “dedicati” si sono trovati a lavorare. Poco più di quaranta giorni per mettere insieme un festival che ne dura altrettanti, e una grande e comune ambizione: restituire al paese e ai suoi abitanti «un patrimonio culturale inestimabile, ma inutilizzato e soprattutto sconosciuto». «Gli enormi costi a suo tempo sostenuti per i restauri e la manutenzione se pur scarsa di queste aree – incalza Angela Spocci – non vengono minimamente ammortizzati dal loro utilizzo, e questo avviene contro ogni tendenza europea». Di qui l’attenzione «non solo nei confronti del sito come bene archeologico, ma alle sue caratteristiche più intrinseche che indicano specificatamente ciò che è più conveniente fare per poterlo valorizzare al massimo delle sue potenzialità». Anche così si spiegherebbe la presenza di artisti quanto mai lontani per tradizione e appartenenza, come Peppe Barra, Gabriele Lavia, Giorgio Barberio Corsetti, Alessandro Haber, Massimo Venturiello, Edoardo Siravo e Vanessa Gravina, Pippo Del Bono, Sebastiano Lo Monaco, Tenerezza Fattore, Dario De Luca e Scena Verticale, oltre ai già citati Rigillo e Bregovic, presenti con lavori che non li smentiscono: si va da spettacoli di repertorio che hanno fatto a suo tempo il tutto esaurito come Il sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij con Gabriele Lavia interprete e regista (il 29 a Reggio, il 30 a Cassano, il 31 a Casignana), oppure Epistola ai giovani attori del francese Olivier Py, messo in scena due anni fa da Giorgio Barberio Corsetti con Filippo Dini per Face à face (il 10, l’11 e il 12 settembre rispettivamente a Palmi, Casignana e Reggio Calabria), a nuove produzioni rodate negli altri festival estivi come La bisbetica domata con Edoardo Siravo e Vanessa Gravina, uno Shakespeare molto rivisitato da Armando Pugliese, reduce dal successo della Versiliana, che si appresta a una tournée invernale (il 20 a Lamezia Terme, il 21 a Locri, il 22 a Cassano), o La commedia dei gemelli diretta da Ted Keijser e ispirata a I Menaechmi di Plauto, con Massimo Venturiello, Camillo Grassi, Franco Silvestri (il 5 settembre a Vibo Valentia, il 6 a Lamezia Terme) (nella foto); da liberissime riletture del mito come Pitagora di Mario Moretti, che elabora «un disegno registico svincolato dalle supposizioni storiche» al punto da inserire una scenetta cinematografica di Stanlio e Ollio sulla resurrezione, tema cardine della filosofia pitagorica (il 21 a Roccelletta di Borgia, il 22 a Vibo Valentia, il 23 a Crotone), a concerti spettacolo come El tango, un racconto del tango argentino reinterpretando Astor Piazzolla, che vede accanto a un quartetto d’archi più fisarmonica, Alessandro Haber che darà voce alle parole di Louis Borges e Horacio Ferrer (il 24 a Locri, il 25 a Cassano, il 26 a Crotone). Né mancano occasioni di riflessione, senza mediazione, come il testo di Pietro Grasso Per non morire di mafia adattato da Margherita Rubino e diretto da Alessio Pizzech che parla di «un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante, nel lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità». Con Sebastiano Lo Monaco, stasera, a Diamante, e domani, a Monasterace.
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Alessandra Bernocco