“Nemo propheta in patria”: sono parole tratte dalla frase “nemo propheta acceptus est in patria sua”, riferita dai Vangeli come pronunciata da Gesù, per stigmatizzare la fredda accoglienza dei suoi conterranei; frase che viene spesso usata per significare che difficilmente si possono vedere riconosciuti i proprî meriti, o comunque i meriti di una persona, nel proprio paese, dove si è per lo più conosciuti come uomini comuni, per sottolineare il fatto che spesso le invidie e l’incomprensione dei proprî conterranei costringono gli uomini di valore a cercare il successo altrove.
E questo è avvenuto per tanti artisti, scrittori, pittori, scienziati, che per concretizzare le loro idee sono stati costretti a valicare i confini nazionali.
Ma ogni regola ha le sue eccezioni. Ed ecco che la personale allestita al Centro Commerciale da Caterina Rizzo, in un locale che Pino Callipo le ha messo a disposizione, è stata l’occasione per i napitini di conoscere a fondo e dal vivo, l’arte di questa loro concittadina, allieva del decano dei pittori vibonesi: il maestro Giuseppe Vitetta al quale la pittrice continua ad essere particolarmente legata.
Rizzo, grazie ai contatti avuti con un altro mecenate della cultura e dell’arte calabrese, l’editore Vincenzo Ursini di Catanzaro, attuale presidente dell’Accademia dei Bronzi, ha raggiunto traguardi impensabili soltanto un paio di anni addietro, facendosi conoscere e apprezzare come “la pittrice della luce”.
Sono stati in centinaia, dicevano, i napitini, ma non solo, che hanno già visitato la sua mostra. A partire dal sindaco, Gianluca Callipo, e dal vice sindaco, Fabrizio Anello, visibilmente soddisfatti per il successo che Caterina Rizzo sta ottenendo in tutto il Meridione. Alla pittrice, tra gli altri, hanno reso omaggio anche l’avvocato Corrado Landolina; il coordinatore del circolo cittadino del Pd, Francesco Pezzo, ma anche alcuni suoi qualificati colleghi, quali Domenico Virdò, Pasquale Macrì e lo scultore Giuseppe Farina, tutti concordi nell’affermare che Caterina Rizzo rappresenta certamente una nuova e significativa presenza nell’arte calabrese contemporanea.
“Questa mostra – ha sottolineato in particolare Farina – ci riporta ai colori mediterranei dove i gialli, gli ocra, i blu, i verdi, esaltano la vivacità dei nostri paesaggi pieni di sole e sicuramente da incorniciare”.
“Con Caterina – ha aggiunto Pasquale Macrì – tutto diventa più luminoso, più vicino, direi più bello”.
Insomma, la “pittrice della luce” – termine coniato per lei da Vincenzo Ursini, durante la cerimonia conclusiva del premio “Arte-Incontro” – continua la sua strada, senza tentennamenti, nella convinzione che “un artista, in quanto tale, deve avere l’umiltà di affrontare il pubblico e di confrontarsi con tutti, ad ogni livello, perchè ciò lo aiuta sicuramente a cerscere”.
“Sono pertanto infinitamente grata a Vincenzo Ursini – ha concluso Rizzo – per avermi dato l’opportunità di conoscere persone speciali che mi hanno suggerito la strada da seguire, fatta di dedizione, sacrificio e soprattutto di grande coraggio nell’affrontare la quotidianità”.