La chiamano già l’apocalisse-rifiuti. E a dire il vero qualcosa di apocalittico c’è in tutta la vicenda spazzatura in Calabria. Ci sono i calabresi, sempre umiliati e oggi ancora di più, costretti a trascorrere le vacanze di natale schivando un sacchetto nero, uno giallo, uno rosso, ma sempre di spazzatura si tratta. Reggio Calabria e provincia, Catanzaro e provincia, sempre distanti e in competizione tra loro sotto molti punti di vista, oggi non potrebbero essere più uguali e più unite da una situazione degradante e vergognosa che le accomuna: l’immondizia le ha invase. Ci sono, poi, gli uomini politici che in alcune situazioni ci provano o fanno finta di provarci a trovare le soluzioni, ma spesso i disegni del destino calabrese non sono tratteggiati dal loro impegno, anzi, a dire il vero, se invece di addivenire a soluzioni diplomatiche, imbracciassero i vecchi strumenti di protesta, sarebbe meglio.

Se tutti quanti, Scalzo, Abramo, Tallini, Aiello e quanti altri, raccogliessero la spazzatura e la portassero tutta sotto casa di chi avrebbe dovuto far qualcosa e non l’ha fatto, raccoglierebbero molti più consensi di quanto immaginano. Già, perché il singolo cittadino che nel giorno di natale non ha potuto aprire la finestra per ridurre il puzzo della spazzatura in casa, approverebbe e forse li accompagnerebbe. E poi c’è lui, il commissario Speranza, che in questi mesi che hanno preceduto la scadenza del suo mandato (spirato al 31 dicembre scorso e prorogato funzionalmente per altri 45 giorni), ha fatto parlare ben poco di sé, molti catanzaresi non sanno nemmeno che il suo ufficio è in città, eppure adesso vista la critica situazione che attanaglia Reggio Calabria e Catanzaro, è saltato agli onori della cronaca.

Il suo fallimento, ormai, è sotto gli occhi di tutti: soluzioni-tampone, superficiali, non verificate né, tantomeno, condivise (la situazione della discarica di Melicuccà è l’ultimo emblema). Un mese di mancata raccolta della spazzatura a Reggio, dove la crisi è più forte che altrove, settimane nel catanzarese, rendono la situazione sanitaria compromessa e mettono il diritto alla salute a rischio. Le esalazioni maleodoranti rischiano di creare seri problemi. E mentre si cerca capire quale sia, almeno nel capoluogo dove una parvenza di raccolta c’è, il criterio che muove i camion, che hanno lasciato alcune zone completamente nell’immondizia, l’altro dubbio riguarda le motivazioni di tutto ciò.

Come mai si è arrivati al collasso? È possibile che non fosse prevedibile? In entrambi i casi la risposta c’è. Si è arrivati al collasso perché in ben dieci mesi l’ufficio del commissario non è riuscito a trovare nel caso di Veolià ad esempio, un successore per la gestione della raccolta rifiuti. E poi, sì, era prevedibile ed evitabile. È troppo tempo ormai che non si lavora ad un progetto che possa evitare situazioni di questo genere e che porti al loro superamento. L’emergenza in questo periodo è cresciuta e guarda caso proprio allo scadere del mandato di Speranza, che vista la situazione potrebbe essere rinnovato, lui ci “spera”, anche se non ci sono segnali postivi in tal senso. Intanto, mentre si gioca ancora una volta alla lotta di potere a farne le spese i cittadini. Anno nuovo, vita nuova? No, vita vecchia, anzi immondizia vecchia.

Fonte: http://soverato.weboggi.it/Attualit%C3%A0/3130-Anno-nuovo…spazzatura-vecchia%21  –  Clara Varano

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