tironeSecondo il segretario cittadino, il Partito Democratico non può condividere la proposta di un referendum propositivo che possa portare alla fuoriuscita del Comune dalla STU: «comporterebbe di fatto lo stop ad un’opportunità di riqualificazione di una parte importante della città Dopo il confronto in commissione urbanistica tra il vicepresidente della Stu-Tirone, Franco Cavallaro, il presidente del IV Quartiere Francesco Quero, l’arch. Luciano Marabello e i consiglieri comunali (vedi articolo correlato in basso), rimane decisamente aperto il dibattito sulla riqualificazione del Tirone, tra raccolta firme, proposte di referendum ed interventi vari. A parlare dell’argomento oggi è il segretario cittadino del Pd, Giuseppe Grioli. Il Partito Democratico ha chiesto per mezzo dei propri esponenti in consiglio comunale all’Amministrazione, di esporre la propria posizione visto che in aula le forze che compongono la maggioranza hanno assunto posizioni diverse e contrapposte. «La Società di Trasformazione Urbana è stata prevista dal legislatore per rendere più agevole la trasformazione di territori degradati attraverso la partecipazione dei privati – afferma il consigliere provinciale -. E’ proprio nel merito 0dell’equilibrio tra interessi generali promossi dal Comune ed interessi privati di cui sono portatori le imprese, che va incentrato il confronto sulla STU. Il Partito Democratico non può condividere la proposta di un referendum propositivo che possa portare alla fuoriuscita del Comune dalla STU. Questo comporterebbe di fatto lo stop ad un’opportunità di riqualificazione di una parte importante della città». Secondo Grioli invece, andrebbe riequilibrato il rapporto tra interessi privati ed interessi pubblici in modo da garantire il massimo per quanto concerne il recupero delle parti storiche dell’area interessata, ed il minimo di impatto ambientale, paesaggistico, e urbanistico. «L’incertezza assoluta sulle scelte progettuali richiede oggi un intervento da parte di chi rappresenta i cittadini e quindi non si può accettare che il piano industriale della STU possa essere considerato come un atto interno alla società senza che il Consiglio Comunale abbia la possibilità di pronunciarsi sulle scelte e sulla conformità tra le linee guida approvate nel 2006, il PRG, il Piano Particolareggiato e le eventuali individuazioni di rischi sopravvenuti dal punto di vista idrogeologico – continua -. Non è ammissibile che la STU possa decidere di cambiare le scelte progettuali senza che il Comune possa entrare nel merito delle scelte. Per questo chiediamo al Sindaco di esprimere con chiarezza quale sia la posizione dell’amministrazione, ed inoltre chiediamo che il Piano Industriale della STU passi dal consiglio comunale in modo da verificare se le scelte progettuali sono conformi con un equilibrio necessario tra gli interessi di riqualificazione di un’area storica della città e le legittimi aspirazioni di profitto di privati che investono. Nessuno pensi di giocare partite politiche o peggio di interessi particolari. La città oggi ha aperto gli occhi». (ER)

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