Interrogazione del consigliere Gioveni (FdI) al Sindaco Basile e all’Assessore Caminiti sulla situazione delle imbarcazioni dopo l’operazione di sgombero.

A distanza di un anno dall’operazione “tolleranza zero” che portò alla rimozione delle imbarcazioni dagli arenili di Torre Faro, la situazione delle attività marinare nella zona e a Ganzirri resta irrisolta. A sollevare nuovamente la questione è il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione scritta al Sindaco Federico Basile e all’Assessore alle politiche del mare Francesco Caminiti.

Gioveni, nel suo atto, sottolinea l’importanza della piccola pesca tradizionale per la cultura e l’identità delle comunità marinare, un’attività che, pur avendo oggi carattere prevalentemente dilettantistico, rappresenta un importante “ammortizzatore sociale” e allontana i giovani da attività meno virtuose. Il consigliere ricorda come, in passato, le imbarcazioni fossero legittimate ad occupare porzioni di arenile grazie alla tassa di stazionamento, poi abolita.

L’operazione “tolleranza zero” del febbraio 2024, condotta congiuntamente da Capitaneria di Porto e Amministrazione comunale, aveva l’obiettivo di ripristinare l’ordine sul litorale e bonificare le acque dai rifiuti. Tuttavia, secondo Gioveni, l’intervento, pur nato con buone intenzioni, ha reso impossibile ai proprietari delle imbarcazioni la fruizione dei propri mezzi, senza fornire alcuna alternativa concreta. Le dimensioni ridotte dei cantieri nella zona e i costi elevati non hanno permesso il ricovero delle barche in strutture autorizzate.

A seguito delle proteste delle comunità di Torre Faro, Ganzirri e paesi limitrofi, si tenne un incontro all’Istituto marino nel marzo 2024, durante il quale l’Amministrazione promise un censimento delle imbarcazioni, avviato poi nel giugno successivo. Nonostante ciò, l’operazione “tolleranza zero” venne ripetuta a luglio, con ulteriori pattugliamenti nei mesi seguenti.

Gioveni ricorda anche l’interlocuzione avviata tra le comunità locali e l’Amministrazione, con il supporto di un’associazione di diportisti, per la richiesta al Demanio di una concessione in capo al Comune, da affidare a piccole associazioni senza scopo di lucro. Questa soluzione avrebbe previsto sia l’ormeggio in acqua che la possibilità di tirare in secco le imbarcazioni, favorendo anche il decoro e la pulizia degli spazi. Il mancato potenziamento dei ricoveri, inoltre, ha penalizzato le attività commerciali legate alla nautica, considerate invece un volano economico e turistico in altre città di mare.

Il consigliere Gioveni evidenzia inoltre che i mezzi utilizzati per il varo e l’alaggio consistono in semplici punti fissi e verricelli a 12 volt montati sulle imbarcazioni, senza alcuna opera permanente sugli arenili.

A distanza di un anno, Gioveni certifica l’assenza di notizie ufficiali sull’iter in corso e sui tempi di risoluzione della problematica. Per questo, interroga il Sindaco e l’Assessore per conoscere:

  • il numero ufficiale delle imbarcazioni censite;
  • i motivi per cui l’Amministrazione non abbia fornito preventivamente alcuna alternativa all’operazione “tolleranza zero”;
  • lo stato dell’iter avviato e i tempi previsti per la conclusione della vicenda.

Si attende ora una risposta scritta da parte dell’Amministrazione comunale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Oggetto:   Attività marinare a Torre Faro e Ganzirri: dopo l’operazione “tolleranza zero” nessuna soluzione a distanza di 1 anno!

         

 

 

Il sottoscritto Libero Gioveni, nella qualità di consigliere comunale e capogruppo di FdI, in riferimento alla problematica in oggetto, intende significarVi specificatamente quanto segue:

 

 

La località di Torre Faro, come tutti i paesi con forte vocazione marinaresca, vanta una tradizione basata sulla piccola pesca e sulle arti marinare tramandate negli anni da padre in figlio, peculiarità che arricchisce i luoghi di mare e che crea valore aggiunto alla bellezza del nostro territorio.

 

La piccola pesca tradizionale, che nel passato ha rappresentato la più grande fonte di sostentamento per i paesi costieri, ai giorni nostri non trova sbocco in termini commerciali. Infatti, le piccole imbarcazioni presenti sul litorale svolgono attività dilettantistica mantenendo però vive le tradizioni che fanno parte delle radici e della cultura dei “nostri posti di mare”.

 

Inoltre, questa attività tutt’oggi rappresenta un importante “ammortizzatore sociale”; basti pensare al pensionato che attraverso il proprio impegno col mare riesce a portare sulla propria tavola prodotti ittici a km zero, oppure a come il mare e le attività ad esso correlato attraggano sempre più giovani che s’impegnano in attività sane allontanandosi da ambienti o da attività certamente meno virtuose.

 

Dal punto di vista normativo, nonostante tali usi e tradizioni nascessero prima della legislazione demaniale, le piccole imbarcazioni erano in passato legittimate ad occupare porzioni di arenile grazie alla tassa di stazionamento, che però poi venne abolita.

 

Nello scorso febbraio 2024, come certamente le SS.LL. ricorderanno, con l’operazione congiunta fra Capitaneria di Porto e codesta Amministrazione, intitolata “tolleranza zero”, si provvide alla rimozione di ogni mezzo idoneo al varo e all’alaggio negli arenili e ai mezzi necessari all’ormeggio all’interno delle barriere flangiflutti nella sola zona di Torre Faro.

 

 

 

 

Orbene, senza voler entrare nel merito o giudicare l’opportunità o meno di quelle azioni sicuramente nate per mettere ordine nel tratto di litorale di Torre Faro e bonificare dai rifiuti le acque, è evidente che in quel periodo di circa 1 anno fa in cui vi fu un dispiegamento di forze imponente che via terra comprese ruspe, camion attrezzati con gru, personale di polizia municipale, MessinaServizi e Polizia Metropolitana, mentre via mare l’intervento venne svolto con nucleo di sommozzatori e motovedette della Capitaneria, lasciò il paese incredulo, inerme e sbigottito durante quelle operazioni di sgombero.

 

L’intervento, di fatto, rese impossibile la fruizione delle imbarcazioni ai legittimi proprietari non avendo essi alcuna possibilità di movimentarle né a terra né in mare; inoltre, sia per la ridottissima dimensione dei cantieri nella zona e sia per i costi esorbitanti, non si è potuto provvedere a ricoverare le barche in strutture autorizzate.

 

Le comunità di Torre Faro, Ganzirri e paesi limitrofi chiesero e ottennero un incontro con codesta Amministrazione che si svolse all’Istituto marino nel mese di marzo, con una sala affollatissima essendo tanta la preoccupazione della popolazione per l’accaduto.

 

Fu allora che le SS.LL. concordarono un censimento che potesse dare la dimensione numerica delle piccole imbarcazioni sul litorale, così nel mese di giugno furono messi a disposizione gli appositi moduli presso Palazzo Zanca e le sedi delle Circoscrizioni.

 

Purtuttavia, nonostante la palesata ricerca di una soluzione da parte di codesta Amministrazione, di contro l’operazione “tolleranza zero” venne ripetuta nel mese di luglio con dispiegamento di forze minori ma con un pattugliamento costante nelle settimane e nei mesi a seguire.

 

Ricorderete anche che attraverso l’impegno di un’associazione di diportisti, gli abitanti di Torre Faro e Ganzirri avviarono un’interlocuzione con le SS.LL., che culminò in una soluzione che potesse tamponare il problema in attesa dell’approvazione del PUDM da parte della Regione, ossia la richiesta al Demanio di una concessione in capo al Comune stesso, da affidare alla gestione di piccole associazioni senza scopo di lucro, prevedendo sia l’ormeggio negli specchi acquei sia la possibilità di tirare in secco le imbarcazioni; la soluzione avrebbe favorito anche il decoro e la pulizia degli spazi affidati alle associazioni, prevedendo dei regolamenti da osservare in ogni area assegnata.

 

Peraltro, il potenziamento dei ricoveri per barche e lo stazionamento in acqua avrebbero favorito anche le attività commerciali nascenti (come charter, noleggio, escursioni e diportismo), invece si è quasi giunti ad azzerare il settore che gravita attorno alla nautica, che per altre città sul mare rappresenta invece un volano economico e turistico.

Senza considerare, altresì, da informazioni personali assunte da qualche pescatore esperto del luogo, che i mezzi idonei al varo e all’alaggio sono dei semplici punti fissi costituiti da una tovoletta di legno di 50 cm interrata 60 cm, che evidentemente non costituiscono elementi o azioni punibili penalmente; così come i mezzi meccanici per l’alaggio sono costituiti da verricelli a 12 volt montati sulla prua delle imbarcazioni che agganciando il punto fisso a terra consentono di mettere l’imbarcazione in secco (quindi senza alcun manufatto sugli arenili).

In conclusione, lo scrivente OGGI, trascorso circa 1 anno da quel primo evento, CERTIFICA che non si hanno ancora notizie ufficiali sull’iter in corso, sullo stato degli atti amministrativi e sui tempi di risoluzione della problematica.

 

 

 

 

 

 

 

Pertanto, in virtù di quanto sopra esposto, il sottoscritto consigliere comunale,

I N T E R R O G A

 

il sig. sindaco e il sig. assessore in indirizzo al fine di conoscere:

 

  • quale sia il numero ufficiale delle imbarcazioni censite;

 

  • i motivi per cui codesta Amministrazione, nella certa previsione che tali operazioni avessero creato disagi alle località marinare, non abbia fornito preventivamente alcuna alternativa;

 

  • a che punto sia l’iter avviato e in quali tempi si potrà concludere la vicenda nel duplice interesse delle parti.

 

Si rimane in attesa di cortese risposta in forma scritta ai sensi di legge.

 

Cordiali saluti.

 

 

 

 

 

Il Consigliere Comunale

                                                                                                 Capogruppo FdI

                                                                                       Libero Gioveni