La dichiarazione del sindaco Biasi sulla strategia di Pd e Fratelli d’Italia: Anche se il niente e il nulla si incontrano, ho il dovere di difendere l’onore della Giunta.       

«Dopo le dettagliate risposte che ho fornito nell’ultimo consiglio comunale, sento il dovere di intervenire a tutela dell’onore della mia giunta – intesa come organo istituzionale e squadra di governo – dopo i ripetuti attacchi che, anche dopo i chiarimenti che ho fornito all’assemblea riunita venerdì, oggi più che mai sembrano frutto della innaturale e calunniosa saldatura delle strategie dei consiglieri del Partito Democratico e di Fratelli d’Italia. Ho detto nella massima assise comunale che per mio stile personale, e per il decoro che devo assicurare alle istituzioni, non ho intenzione di scendere al livello di chi si sta prestando a dare voce e rappresentanza agli odiatori social, ma evidentemente – visto che si continua con una campagna mediatica insistente, certamente frutto dell’incontro assai emblematico tra il “niente politico” di una certa destra e il “nulla cosmico” di una certa sinistra – mi trovo costretto a chiarire una volta per tutte che non mi risulta alcuna minaccia, o denuncia per minacce, di cui si sarebbero resi protagonisti persone vicine alla mia giunta.

Si tratta di comportamenti deplorevoli che l’esecutivo che mi onoro di guidare non può assolutamente avallare, e mi fa specie che questa  polemica lanciata sui social – a casaccio e senza mai specificare con nome e cognome i presunti protagonisti – trovi sponda nel dibattito politico offendendo la sacralità del consiglio comunale. Se i consiglieri che continuano a utilizzare questo argomento sono a conoscenza di fatti precisi e inconfutabili, hanno il dovere di riferire questi particolari – prima di tutto agli investigatori, se sono stati coinvolti dopo una eventuale denuncia – giammai possono scambiare il dovere che hanno nei confronti dei cittadini con calcoli di bassa politica in una sorta di corsa a chi rappresenta prima e meglio gli istinti più beceri di chi per un motivo o per l’altro vuole attaccare la nostra compagine.

Spero di non dover tornare più sull’argomento, ma mi sia permessa un’ultima valutazione per evitare che sia fraintesa e giudicata prova di debolezza la mia scelta istituzionale di non seguire sul loro terreno questi nemici politici della città. Pur di dimostrare la vitalità che non hanno, questi consiglieri fanno finta di non accorgersi che stanno alimentando la più insulsa delle critiche che una manifestazione culturale può ricevere, ovvero quella partorita dal sonno della ragione di quanti dicono “meglio le strade pulite”, di quanti negano che una città possa pretendere anche “il sapere e la conoscenza” non come un fatto secondario, ma come un modo strategico anche per assicurare ai giovani stimoli per nuovi modi di pensare e prove per una democrazia compiuta. Si stanno assumendo la responsabilità di questo oscurantismo quanti utilizzano l’argomento di Taurianova Capitale per insinuare, lisciare il pelo agli odiatori social, non capendo – o facendo finta di non capire – che questo benaltrismo, questo dire a ogni piè sospinto che sono altre le priorità e non la cultura, determina una involuzione delle coscienze, vanifica gli sforzi fatti in questi anni anche delle associazioni, dalle parrocchie e dalle scuole per realizzare quel dinamismo che fa oggi essere Taurianova un modello e una città tornata attrattiva in tutta la Calabria.

Nell’ultimo consiglio comunale insieme all’assessore Fedele ho risposto punto per punto alle puerili doglianze che si susseguono dopo i vari accessi agli atti, ultima delle quali circa una incommentabile “preferenza per il forestiero” per la stesura del programma, senza abdicare al nostro dovere di difendere la città e non il programma culturale che la sta vedendo impegnata fino ad aprile. La manifestazione culturale per fortuna non si sente minimamente attaccata da queste contumelie che nascondono, dietro la scusa di gusti culturali sopraffini, una continua opera di delegittimazione che sono per primi i nostri partner – 25 tra istituzioni e associazioni che hanno sottoscritto il Patto per la lettura – a rifiutare.

La manifestazione Taurianova Capitale del Libro, per durata nel tempo e densità degli eventi preposti, non ha precedenti nella storia della Calabria, ma questa peculiarità unica invece di portare queste minoranze politiche a fare quadrato a sostegno dell’operazione culturale – così come invece con grande energia e convinzione stanno facendo le associazioni – le vede protagoniste di una serie di accuse rivelatesi risibili, ultima delle quali riguarda la scelta di assumersi in prima persona la responsabilità della direzione artistica da parte dell’assessore Fedele. Non paghi della spiegazione fornita in Consiglio, e della nostra volontà di non caricare di altre spese la macchina organizzativa pensata e varata per il lavoro che dura un anno, ora hanno preso ad attaccare la persona Maria Fedele che spaccerebbe titoli che non ha. Francamente, anche quest’ultima polemica è irricevibile perché non è stato materialmente compilato dall’assessore il dossier che ha fatto partecipare Taurianova al bando ministeriale che poi ci ha visti premiati. Come era facilmente intuibile si tratta di un mero refuso e a nessuno è consentito in questo caso di vedere chi sa quali complotti ai danni del ministero, oppure fantasiosi usurpazioni di titoli che nessun beneficio potevano portare nella valutazione finale della commissione ministeriale che si è espressa nel merito della proposta che abbiamo presentato. Mi sfugge quale poteva essere l’utilità di una siffatta manipolazione, ma solo chi è abituato ad essere al centro di intrighi politici può vedere la malizia dove non c’è.

Tantissime città in Italia che hanno concorso per il Titolo avrebbero voluto essere al posto di Taurianova; altrettante  città che non hanno partecipato al concorso ci stanno emulando, per raggiungere il nostro risultato.

Piuttosto che applaudire al titolo conquistato, e ai 750.000 euro per la cultura che abbiamo ottenuti, dobbiamo perdere tempo a rispondere a minoranze che fuori dal Consiglio utilizzano a piene mani Taurianova Capitale del libro e, varcata la soglia del Consiglio, subiscono la metamorfosi e con una mano spargono polemiche irricevibili e con l’altra raccolgono i frutti del nostro prezioso lavoro organizzativo.

Un’attività assolutamente meritoria che ha cambiato la narrazione sulla nostra città non più ricordata come città ostaggio della ndrangheta e degli scioglimenti per mafia, ma città simbolo del riscatto culturale di tutto il Mezzogiorno.

E tutto questo per merito di un’amministrazione, e soprattutto di un assessore che non è neanche dottoressa (anche se per amore di verità va detto che le manca un esame)…».