Caro Tito, invito te e i nostri lettori (specialmente coloro che abitano tra Mèlito Porto Salvo e Locri) a non prendere impegni per il tardo pomeriggio dell’imminente mercoledì 07 agosto 2024 poiché (con inizio alle 18.30) avrà luogo la presentazione del libro (ancora fresco di stampa) << OLTRE LA LINEA DELL’ORIZZONTE (Sulle ali della memoria indietro nel tempo) >> …  “opera prima” di Ernesta Adele Màrando, edito da Patrum di Firenze. L’interessante evento avverrà in Brancaleone Marina (RC) nel giardino della Storica Dimora del confino di Cesare Pavese in Corso Umberto I n. 121/B (telefono 347-0844564) con il patrocinio della Pro Loco (di cui è presidente Carmine Verduci) nell’àmbito del festival “Paesi tuoi”. A “battezzare” l’esordio della neo-scrittrice Màrando (la quale è anche giornalista oltre che medico ospedaliero e medico volontario in missioni umanitarie, già docente universitario in Albania per molti anni alla facoltà di Medicina e Chirurgia) ci saranno scrittori del calibro di Santo Gioffé (il quale farà cenno alla sua ultima narrazione sulle “Evasioni d’amore”) e Francesco Antonio Amodei (che darà un promemoria sul suo reportage “Ho dormito sulla terra bianca che non sporca – Somalia 1982). Coloro che hanno letto << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-554-realizzare-un-web-museo-di-tutti-i-comuni-calabresi-pure-per-aumentare-il-turismo-interno-ed-esterno/ >>  (pubblicata lo scorso giovedì 18 luglio) si saranno certamente accorti che, nel frattempo, è cambiata la sede dell’annunciato avvenimento da Ferruzzano Marina a Brancaleone Marina. Non sono cambiati però né la data né il rinfresco che verrà offerto, a conclusione dell’incontro, a tutti i partecipanti, i quali avranno la possibilità di acquistare in loco le opere dei tre Autori.

Un incontro letterario alquanto raro, questo del 07 agosto 2024 a Brancaleone Marina, con una triade di scrittori (tutti reggini, appartenenti alla zona di Capo Sud) che pongono la memoria come elemento centrale di narrazione non soltanto personale ma anche comunitario e storiografico. La memoria (personale e sociale) e il tributo alle generazioni sono elementi costitutivi in gran parte della Letteratura Calabrese, come attestano tutti coloro che se ne sono occupati (come, ad esempio, il grande Antonio Piromalli 1920-2003). In particolare, Ernesta Adele Màrando affonda la sua penna in un ricco e variegato caleidoscopio di colori, storie, emozioni ed anche rivendicazioni civili cui l’intelligenza e la Costituzione italiana non possono rinunciare. Tutte memorie accattivanti, quindi, che rendono la lettura affascinante e spesso inquieta per la descrizione di un mondo dove il contrasto di forze avverse (spesso istituzionalizzate) provocano drammi e lutti. Che posto ha l’amore in tutto ciò?… L’amore personale, l’amore sociale, l’amore storico e geografico, l’amore antropologico o cristiano?… Ha un posto assolutamente centrale e, di certo, non saremo gli stessi poi, nella mente e nel cuore, fino all’ultima pagina di tali letture. E adesso, in particolare, vediamo chi è Ernesta Adele Màrando e cosa ha scritto in questo suo libro di esordio.

1 – CHI E’ ERNESTA ADELE MARANDO

Come sanno già coloro che mi seguono da più tempo, ho “scoperto” l’esistenza della dottoressa Màrando quando si è trattato di chiederLe il permesso di utilizzare una foto del prof. Orlando Sculli per la copertina di << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-327-sono-lulivo-che-dona-come-nicola-caporale-e-orlando-sculli-e-tanti-altri/ >> pubblicata giovedì 29 aprile 2021. Quella foto era contenuta nell’articolo del giornale online << https://www.radiocivetta.eu/index.php/archivio/920-lulivo-del-krisma-dalla-calabria-ai-giardini-vaticani >> di giovedì 08 dicembre 2011 firmato dal medico pediatra calabrese Ernesta Adele Màrando (così evidenziavo pure per dovuto riconoscimento). Da allora, ho cominciato a conoscere meglio e di più tale personaggio davvero assai interessante fino a farle conferire IL GRAN PREMIO DELLE GENERAZIONI assieme ad altri undici stakanovisti del lavoro nel Primo Maggio 2022 (rivedi in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-398-ecco-i-magnifici-12-premiati-del-primo-maggio-2022-dalluniversita-delle-generazioni/ >> di mercoledì 20 aprile 2022).

Tra le tante cose che mi hanno colpito del suo vissuto familiare, la figura del padre Romolo mi ha particolarmente commosso e indignato per innumerevoli motivi alcuni dei quali ho espresso nella << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-492-romolo-marando-di-ferruzzano-rc-gigante-della-calabria-incompreso-e-derubato-genio-italiano/ >> di venerdì 20 ottobre 2023.

Una storia che ha dell’incredibile e che è stata riassunta da TELEMIA di Roccella Jonica nel servizio di un’ora e 11 minuti che vale la pena rivedere o scoprire << https://www.youtube.com/watch?v=NdPszQfR_Xo&t=11s >>. Mi ha fatto quindi enorme piacere che nel libro la dottoressa Ernesta Adele abbia riservato a Romolo Màrando, come padre e inventore, numerose pagine di autentico amore filiale ma anche di dovuto tributo di riconoscenza e gratitudine anche sociale.

Mi è piaciuto, in particolare, il titolo (che condivido pienamente) dato al paragrafo presente alla pagina 69 di questo suo libro autobiografico << Romolo Màrando, mio padre, l’uomo che intercettava il ritmo dell’armonia dell’universo >>.

Dico sùbito che Romolo Màrando (nella foto) è una figura che andrebbe studiata nelle Scuole e nelle Università (specialmente tecniche) e, comunque, fatta conoscere alle nuove generazioni per la sua genialità ed umiltà. Potrei sciorinare pure qui l’importanza di tale personaggio leonardiano, ma sarebbe troppo lungo in tale contesto. Basta limitarsi a dire e a sintetizzare che Egli è il simbolo della Calabria talentuosa, ingegnosa, operosa ma derubata. Infatti, è stato inventore davvero eccezionale, ma l’aspetto disonesto della società capitalista e mercantile ha fatto sì che Costui abbia dato al mondo idee ed invenzioni tali da contribuire al progresso di tutti senza ricavarne né riconoscimenti né benefici economici. La nostra Calabria, nel corso dei millenni, ha donato e continua a dare all’intera umanità valori e scoperte, ricchezze e lungimiranze ma non riceve in cambio nulla che non sia spopolamento, depauperamento e sfruttamento fino all’osso. Eppure, come Romolo Màrando, la Calabria conserva ancora quella generosità, quella dignità millenaria proprio perché “intercetta i ritmi dell’armonia universale” da sempre. Emerge, in ogni caso, una Calabria etica, altruista, quasi sempre mistica ed escatologica.

2 – I PRINCIPALI TEMI DEL LIBRO

Si capisce immediatamente che alla dottoressa Màrando non sono certo bastate le 176 pagine del libro per dire ciò che le urge ancora manifestare delle sue idee e del suo vissuto personale, familiare, professionale e sociale. E spero tanto che possa continuare a scrivere e a pubblicare ancora, poiché potrebbe dare un ulteriore e notevole contributo di conoscenza antropologica, sociologica, storiografica e di rivendicazioni civili. Il nostro mondo ha estremo bisogno di persone coraggiose e intelligenti come Lei nell’intercettare e denunciare gli inganni del Potere e dei suoi affiliati affatto onesti. Ragion per cui dovremmo ringraziare Ernesta Adele Màrando per tutto ciò che fa da sempre, pure attraverso i suoi siti web << www.radiocivetta.eu >>  (Informazione sulla ricerca della verità, della libertà, della giustizia, della cultura e della salute) e << www.jeaccuse.eu/  >> (Atto d’accusa contro ogni forma di ingiustizia – Giornale periodico on line a carattere politico e culturale).  E, in pratica, molti degli argomenti, presenti nel libro in presentazione, sono tratti da questi due giornali web di cui la Màrando è fondatrice, direttrice, redattrice ed editrice. Caro Tito, è difficile trovare una persona che fa tutto questo, oltre a fare – ovviamente – la professione di medico pluri-impegnata e di volontaria in giro per il mondo. Non so davvero dove trovi tanta energia se non in una forte motivazione che, come ho avuto già modo di dire, mi riporta all’energia e alla tenacia del grande filosofo Tommaso Campanella, il cui luogo di nascita è ad appena 90 km di distanza nella stessa provincia di Reggio Calabria. E forse non a caso, alla pagina 96, l’Autrice evidenzia con due foto il libro (realizzato nel 1902 da Francesco Attilio Marando, suo nonno paterno) su “Fra Tommaso Campanella e la città del sole”.

Dunque, Ernesta Adele Màrando significa “una vita per la medicina” e come tale ha ricevuto già nel 2012 dalla Regione Calabria il “Premio Anassilaos”. Significa altresì una vita per la cultura ed il giornalismo, per i diritti umani e costituzionali troppo spesso sottratti o calpestati. E nelle pagine del libro è possibile leggere di varie lotte a riguardo, soprattutto sul tema dei vaccìni anti-Covid.

Alla pagina 175 tra le conclusioni possiamo lèggere le prime tre frasi indicative di tutto il percorso che ha scelto per questa sua prima avventura letteraria e di testimonianza: << Ecco, ho finito con una parte dei miei ricordi e riflessioni che ho voluto condividere con voi, e torno ad oggi. Ho parlato di ignavia e di ingiustizia, di cattiveria e desiderio di annientare il mondo da parte di individui privi di scrupoli con la mano armata dell’odio per una vita che odiano.

Ho parlato di amore e di desiderio estremo di pace da parte degli innocenti, dei giusti, dei deboli … >> e così via. In queste pagine ci sono tutti i colori della vita. Per onestà umana e intellettuale mi corre l’obbligo di precisare che la lettura di tale libro della Màrando è fraternamente sconsigliata a chi non intende mettersi in discussione e a chi non ha alcuna sensibilità.

3 – LA FAMIGLIA

Da calabrese, la mia anima, sensibile ai sentimenti, ha apprezzato assai le pagine che l’Autrice dedica alla propria famiglia. Una famiglia fatta sì di genitori indescrivibili nell’amore, di fratelli, ma anche di nonni straordinari, di virtuose e anziane zie, di tanti cugini e di una comunità paesana (Ferruzzano borgo o Superiore) che è stata come una famiglia allargata fino agli anni cinquanta-sessanta (gli anni dell’infanzia e prima adolescenza dell’Autrice). Un paese tipico del profondo Sud, Ferruzzano, con tutti i suoi valori antichi e nuovi, le sue tradizioni, ma anche con la disgregazione provocata da terremoti e alluvioni devastanti che hanno causato, come per la mia Badolato (CZ), massicce emigrazioni e la gemmazione della sua Marina così come quasi tutte le altre Marine joniche, più o meno nei medesimi periodi tra il 1945 e il 1960.

Caro Tito, per farci capire la distanza abissale tra la Padania e il nostro sud, riguardo la famiglia, ti racconto brevemente ciò che mi è capitato la scorsa estate 2023. Ho invitato a pranzo numerosi cugini per festeggiare la visita di una nostra “lontana parente lontana” proveniente da un altro continente, dove è nata (terza generazione di un mio zio, fratello di mio padre). Al seguito di uno dei miei ospiti c’era un anziano ingegnere milanese, il quale si meravigliava dell’affetto e della festa riservati a questa “lontana parente lontana”. E ci ha raccontato un suo episodio che lascia un po’ riflettere. Costui, qualche anno fa, ha scoperto di avere un primo cugino … pensa un po’ … leggendo l’intestazione di una fattura di un negozio di elettrodomestici (a Milano) che aveva il nome di questo suo cugino. Probabilmente pure noi del Sud arriveremo a questo tipo di estraneità (il che mi spaventa) … ma spero non sùbito!… Mi auguro che lo spirito familiare e della larga parentela ci caratterizzi ancora per molto tempo!

4 – LE 18 BELLE FOTO NEL LIBRO

In sintonia con il racconto diaristico, l’Autrice ha pensato bene di evidenziare un po’ di fotografie, pure per darci l’idea visiva dei principali personaggi e dei contenuti. A parte la bella copertina di un gabbiano bianco che vola sul nostro splendido mare Jonio (tra l’azzurro del cielo e l’azzurro più azzurro del mare), disseminate qua e là tra le 176 pagine del libro, ci sono 18 foto, quasi tutte a colori. Foto in gran parte di carattere familiare, del periodo universitario, del volontariato medico in Sud-America. Particolarmente interessante e importante mi sembra la copertina del settimanale “La Domenica del Corriere” (datata, appunto, domenica 03 novembre 1907) che illustra una scena (immaginata quanto possibile) del terribile terremoto di Ferruzzano di qualche giorno prima, mercoledì 23 ottobre.

Solitamente non vengono evidenziate le foto in un libro quando c’è una narrazione romanzata o quasi. Però in questo << OLTRE LA LINEA DELL’ORIZZONTE (Sulle ali della memoria indietro nel tempo) >> l’Autrice descrive personaggi, luoghi, situazioni che sarebbe meglio far vedere al lettore con immagini tratte dalla realtà. Non è il caso di lasciare alla fantasia di chi legge il volto di persone storiche, realmente esistite, o luoghi che alcuna immaginazione può ricostruire persino in chi tali ambientazioni più o meno conosce. La fotografia, le illustrazioni (persino le immagini videografiche e multimediali) tratte dal vero sono un aiuto determinante per il lettore che voglia immedesimarsi nei personaggi e nei territori di interazione. Anzi, conversando telefonicamente con l’Autrice (venerdì 19 luglio 2024 dalle ore 09.27 per 56 minuti e 21 secondi), Le ho detto (tra tanto altro) che, in verità, mi sarei aspettato molte più foto delle 18 presenti nel libro. Speriamo in una futura altra edizione. Infatti, più che un racconto autobiografico vero e proprio, questo primo libro della signora Màrando mi sembra, per il suo valore, una testimonianza più sociologica che una espressione letteraria. E in sociologia (così come in antropologia e in altre scienze umane) le immagini, specie se tratte dalla realtà e per la realtà, hanno una valenza documentaria ed esplicativa assai importante (addirittura testimoniale, a volte, quando di denuncia), pure perché essenziali per una maggiore aderenza allo stato delle situazioni, rafforzandone il racconto e la veridicità. Nel corso di queste “Lettere” siamo tornati spesso sulla valenza e sull’opportunità videografica come supporto, spesso indispensabile, della narrazione. Ti ricordi il terzo volume (quello tutto fotografico) della mia tesi di laurea su Badolato, datata 1977 (un’epoca ancora preistorica per le immagini)?… Ebbene, più o meno, il discorso è simile.

Personalmente conosco in modo orientativo solo la zona marina di Ferruzzano, per cui sarei stato assai lieto poter conoscere (attraverso qualche foto) altri particolari di Ferruzzano borgo o delle sue contrade dove si è svolta l’infanzia dell’Autrice. Pure io sono cresciuto in una campagna del profondo Sud e so cosa significano le stagioni in tale contesto, l’armonia ambientale, i modi di intendere e di vivere nelle nostre piccole comunità, l’unità delle famiglie e così via. Mi ha fatto quindi molto piacere che la dottoressa Màrando mi abbia inviato una foto a Lei particolarmente cara poiché ritrae un suggestivo angolo del mare Jonio visto dalla finestra dello studio del papà.

Tale foto non è stata pubblicata nell’edizione fiorentina di Patrum. Una immagine che descrive una pagina del suo libro-diario datata 13 ottobre 2020, “Dolce ottobre tra il mare e il vento” (pagina 61). La pubblico qui perché fa piacere all’Autrice ed anche a me. Sicuro che apprezzeranno pure i nostri gentili lettori, in particolare coloro i quali sanno cosa significa abitare vicino al mare in quella parte di Jonio che si avvicina a Capo Sud, all’estrema punta dell’Italia continentale, ovvero la terza punta più a Sud d’Europa (dopo Punta Tarìfa in Spagna e Capo Matapan in Grecia) … ovvero il cosiddetto mitico “Tridente del dio Nettuno”.

5 – DEDICA E PRELIMINARI

Solitamente ogni Opera, specialmente un libro, ha una sua dedica ad una o più persone. La dottoressa Ernesta Adele Màrando, a pagina 10, ha inteso dedicare, innanzi tutto, questa sua “Opera prima” alle tre persone più importanti della sua vita: << A mia madre e a mio padre, persone buone, illuminate dalla grazia di Dio, che mi hanno aiutato ad essere quella che volevo essere e che sono … A Giuseppe, compagno della mia vita, specchio della mia anima, che ha saputo vedere sempre il meglio di me >>. Mentre alla pagina 11 dedica il libro a sé stessa per tutta una serie di motivi elencati e motivati.

Alla pagina 23 “Dedicato a …” scrive: << Questo diario è dedicato a tutti coloro che subiscono giudizi superficiali da gente superficiale. A tutti coloro che si riconoscono in questo, a chi è abbandonato e alla deriva ai margini della vita, tradito, non visto, non voluto … E’ dedicato a chi è vessato ogni giorno da azioni criminose da parte di individui prepotenti, forti di amicizie potenti, forti di soldi rubati …

Questo diario è dedicato anche all’altra metà del cielo, quel mondo cui mi onoro di appartenere: le donne >>.

Segue un lungo elenco di nomi e situazioni che occupa tre pagine fitte fitte. La PREFAZIONE è stata affidata alla penna e all’affetto di Francesca Della Valle (docente, giornalista, scrittrice, presidente di “Labirinto 14 luglio” e compagna del compianto attore Lando Buzzanca).

La PRESENTAZIONE è firmata dal dott. Alessandro Dionisi (psichiatra, psicoanalista ed epistemologo, docente di Psicanalisi Relazionale).

6 – DIARIO DI UN VIAGGIO

La nostra esistenza è, per sua stessa implicita definizione, UN VIAGGIO. Ognuno ha il proprio viaggio personale. Chiamo il mio viaggio ITER (camminare e cammino, itinerare e itinerario, percorrere e percorso, ecc.) e ITER CITY il luogo ideale dove abito mentalmente … tanto è che ogni volta dato queste lettere proprio da ITER CITY. Ernesta Adele Màrando, già dalla copertina del libro, scegliendo come simbolo ed emblema il volo di un gabbiano tra le limpide azzurrità del cielo e del mare, amplifica il concetto del viaggio come “volo” … declinando “Sulle ali della memoria indietro nel tempo” il titolo principale OLTRE LA LINEA DELL’ORIZZONTE. E il suo viaggio è quell’andare OLTRE … OLTRE le meschinità di questa società e di questa vita mal vissuta specialmente da chi ha il compito e il dovere di proteggere i cittadini e il bene pubblico.

Così inizia alla pagina 27 di questo libro il/un DIARIO DI VIAGGIO: << In questo diario di viaggio indietro nel tempo non parlerò dei miei ricordi più ìntimi, dei miei momenti privati pesanti come pietre, di parti di vita buie dove solo la fede e la scienza mi hanno salvata, quando ho cercato aiuto e ho trovato la via per tornare a vivere >>. Ecco la frase iniziale … posta come se fosse scolpita sul marmo in modo indelebile e profondo. Per antica abitudine e curiosità, quando inizio a lèggere un nuovo libro, mi soffermo sulla prima e sull’ultima frase. Se questa è la prima, ecco l’ultima, quella dopo la quale non c’è altro: << Confido che Dio consoli la nostra anima ferita, che amorevole ci sostenga e ci accompagni in questo lungo viaggio pieno di prove. Chiedo un mondo giusto, una giustizia giusta. Concludo queste mie riflessioni dicendovi grazie. Grazie per aver trascorso un poco del vostro prezioso tempo con me >>.

7 – SALUTISSIMI

Caro Tito, in questi dodici anni di corrispondenze abbiamo spesso ripetuto che “un libro è come un figlio”… o, almeno, per me lo è. Spero che lo sia pure questo OLTRE LA LINEA DELL’ORIZZONTE … il primo libro-figlio per la sua Autrice-Mamma Ernesta Adele Màrando. E sono assai lieto che tale libro cartaceo sia un prodotto tutto calabrese, dall’Autrice Màrando all’Editore Patrum (ovvero Francesco Antonio Amodei), dalla Tipografia (Rubbettino di Soveria Mannelli CZ) alla Presentazione in Brancaleone RC. Mi piace molto che un prodotto sia tutto calabrese. Auguro, perciò, lunga vita a questo primo libro-figlio e alla sua mamma. Generalmente i libri ci sopravvivono; per cui spero, altresì, che queste pagine possano fare del bene a quanta più gente possibile, sia nelle case di chi lo acquisterà (a partire dal tardo pomeriggio di mercoledì 07 agosto durante l’evento di presentazione) e sia nelle biblioteche pubbliche cui verrà affidato affinché duri nel tempo.

E, adesso, dopo gli auguri per questa nuova bella nascita letteraria, è il momento dei saluti.

Saluto e ringrazio te per questa 555ma pubblicazione. Saluto e ringrazio i nostri gentile lettori, specialmente chi ci segue da più tempo, in particolare colui il quale mi ha detto che ci segue fin dalla prima lettera del 04 ottobre 2012, di cui conserva documentazione.

Non può farci che enorme piacere, davvero!…

Vuol dire che il nostro lavoro e la nostra dedizione non sono del tutto inutili e vani. Intanto non sembra voler cedere questo caldo asfissiante e afoso, per noi anziani quasi irresistibile. Ma, per seguire il titolo del libro della Màrando, cerchiano di andare OLTRE la cronaca, oltre il caldo più intenso dell’anno, oltre le contingenze e le limitazioni di qualsiasi genere.

Cerchiano di cibarci pure di lungimiranze. Allora, alla prossima 556 e tanta cordialità a tutte e a tutti.

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, martedì 23 luglio 2024 ore 04.00 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore). Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web o mi sono state fornite dagli interessati.