Nota ODCEC Palmi: << Approfondire la tematica del sovra indebitamento in tutti i suoi aspetti: giuridici, sociali e fiscali. Un panorama all’interno del quale trova il suo fondamento la legge n. 27 del gennaio 2012, detta “Salva suicidi”, che ha introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento una procedura di esdebitazione per aiutare i cosiddetti sovraindebitati affinché riescano ad estinguere i propri debiti senza troppe difficoltà e allo stesso tempo evitare che possano essere iniziati o proseguiti azioni pregiudizievoli consistenti in procedure esecutive e pignoramenti immobiliari.

Se n’è parlato, giovedì mattina, nella sala conferenze della sede dell’ordine dei commercialisti e degli esperti contabili di Palmi, ubicata in via Mascagni della città portuale. Ad aprire il convegno, organizzato in collaborazione e patrocinio con l’ordine degli avvocati di Palmi e l’associazione dei comuni “Città degli Ulivi”, il presidente dell” Odcec, Luciano Fedele delineando il concetto di sovra indebitamento inteso quale situazione di imperdurante squilibrio finanziario.

“La norma – ha esordito Fedele – pone rimedio all”eccessiva posizione debitoria dei soggetti che per vicende proprie si trovano nell’impossibilità di poterle adempiere. L’Odcec di Palmi ha costituito l’organismo di composizione della crisi da sovra indebitamento che ha sede presso il nostro ordine professionale. Come consiglio dell’ordine abbiamo esaminato la tematica del sovra indebitamento concentrandoci su un problema rilevante per tutte le famiglie. Pertanto, riteniamo che non può essere trattato soltanto da un punto di vista tecnico ma anche da un punto di vista sociale. È infatti un fenomeno, questo, che si è particolarmente accentuato negli ultimi anni come conseguenza dello sviluppo che ha avuto il credito a consumo. È sorto un vero e proprio stile di vita che ha interessato l’intera società. Basti pensare alle tante pubblicità con le quali venivano presentate le varie forme di credito che hanno provocato un aumento delle abitudini di consumo e una capacità di acquisto divenuta nel tempo insostenibile.  Questo fenomeno – ha spiegato Fedele –  ha contribuito, da un lato, alla crescita dell’economia e del benessere del cittadino ma allo stesso tempo ha creato un cortocircuito per cui il debitore ha continuato a indebitarsi per far fronte ai debiti precedentemente contratti. Si può pertanto sostenere che questi soggetti non possedendo più l’affidabilità bancaria, non sono più supportati dallo stesso sistema bancario rivolgendosi pertanto ad un mercato finanziario parallelo e illegale, quale quello dell’usura, fonte di arricchimento per la criminalità organizzata”.

È questo il tema principale che il Consiglio dell’Ordine ha voluto trattare alla presenza, tra gli altri, del Prefetto di Reggio, Carla Vaccaro, del Vescovo della Diocesi di Oppido Palmi Mons. Giuseppe Alberti, del sostituto procuratore presso il Tribunale di Palmi, Santo Melidona, del Presidente della Commissione Regionale anti ‘ndrangheta, Pietro Molinaro; del comandante del gruppo di GdF di Gioia Tauro, colonnello Danilo Persano; di Antonio Repaci, componente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (CNDCEC); del presidente dell’ordine degli avvocati di Palmi, Angelo Rossi e di Sergio Casadonte, in rappresentanza dell’associazione “Libera”. “Noi commercialisti – ha aggiunto Fedele – non abbiamo pensato solo a fare formazione professionale ma anche a  dare una mano dal un punto di vista sociale per bloccare questo fenomeno. Il commercialista deve essere garanzia di legalità, è questo il messaggio che deve passare”.

A tal proposito, quali sono le azioni concrete da mettere in campo? “Innanzitutto – ha affermato Fedele- ovviare alla scarsa applicazione della sopracitata legge per via di una carente informazione dei sovraindebitati, e poi attuare dei corsi specialistici di formazione in sinergia con l’ordine degli avvocati per i compositori della crisi e del sovraindebitamento. E, inoltre, come organismo di composizione della crisi resteremo aperti un giorno a settimana mettendo a disposizione un nostro collega per i sovraindebitati per avere un primo approccio e approfondire questa problematica. Infine, ci proporremo con enti, associazioni e istituzioni, ovvero con i comuni del comprensorio, di fare una convenzione col nostro organismo di composizione della crisi per dare assistenza ai sovraindebitati, imprenditori, persone fisiche e consumatori, e verificare la sussistenza delle condizioni per la ristrutturazione dei debiti, riabilitandosi nella società senza più il fardello dei debiti. È questa – ha concluso – la strada per fronteggiare fenomeni come l’usura”.

A moderare i lavori il giornalista Arcangelo Badolati che ha evidenziato come l’usura sia un delitto antichissimo, basti pensare ai pubblicani menzionati nel Vangelo. Ma anche un fenomeno attualissimo e diffusissimo, evidenziando come accanto a un’economia reale ci sia l’attività degli usurai legati alla ‘ndrangheta che – le indagini giudiziarie lo dimostrano – si impossessano delle aziende e dei beni immobili in maniera indiretta tanto è vero che all’usura si affianca anche spesso il reato di estorsione. Badolati ha poi evidenziato che, nonostante vi sia un fondo apposito per le vittime di usura, l’accesso allo stesso fondo spesso non avviene perché il reato di usura è anche un reato di “vergogna” e le vittime finiscono per denunciare il proprio usurai solo quando ormai sono disperate. E la piana di Gioia Tauro non è assolutamente esente da questo fenomeno, come dimostrano le numerose attività. Da parte sua, il Prefetto di Reggio Calabria ha rimarcato come il reato dell’usura abbia delle implicazioni sociali. “L’usura, – ha sottolineato il prefetto – è un reato diffuso che purtroppo non emerge con la gravità che si espleta nel territorio. Tra il 2019 e il 2024 le istanze avanzate per il fondo di dotazione di solidarietà per le vittime di usura e estorsione sono 8 per l’usura e 31 per l’estorsione. Numeri che non rappresentano la fotografia di un fenomeno che nel territorio è molto esteso. A volte ‘ ha proseguito il Prefetto –  la vittima non presenta a sostegno della richiesta del fondo elementi così completi richiedendo perciò da parte dello Stato una verifica ulteriore. Per questo motivo per noi l’Ordine dei Commercialisti è fondamentale facendo parte dei nuclei di valutazione che sono insediati in Prefettura per l’esame di queste istanze. È il nostro braccio destro tecnico per la complessità delle istanze”. A seguire il vice dirigente del Commissariato di Polizia di Gioia Tauro, Aliberti, ha parlato dell’approccio che le Forze dell’ordine adottano per convincere le vittime a denunciare. Dopo di lui hanno preso la parola il neo sindaco di Gioia Tauro Simona Scarcella e il vescovo Giuseppe Alberti il quale ha evidenziato come la Chiesa sia da sempre attenta a questa problematica di schiavitù economica e psicologica, ribadendo la necessità di fare rete tra professionisti, associazioni e istituzioni, ciascuno per le proprie competenze, ma uniti in uno sforzo sinergico per affrontare la complessità del problema. Infine, il procuratore Melidona si è soffermato sulle esperienze investigative avute in provincia di Reggio Calabria, sottolineando la difficoltà delle vittime a denunciare e di conseguenza degli inquirenti di individuare i casi di usura e di costituire successivamente un procedimento probatorio solido, nonché l’importanza dei cosiddetti “reati spia” e della confisca per equivalente. Tra i relatori intervenuti, Maria Lucetta Russotto, vicepresidente della Fondazione ADR commercialisti ha parlato delle procedure minori e del sovra indebitamento; il giudice delegato del Tribunale di Palmi, Mario Cecchini si è soffermato sulla prospettiva giudiziale degli argomenti sopracitati mentre Bruna Morabito ha spiegato il funzionamento dell’Organismo di composizione della crisi di cui è referente per l’ODCEC Palmi.>>