Per la festa del Corpus Domini torna il fascino delle Infiorate di Monasterace nell’Alta Locride. Giunta alla quinta edizione ed organizzata dalla locale sezione della Pro Loco “Il Tempio”, è diventata uno dei fiori all’occhiello delle attività religioso-culturali del caratteristico centro ionico reggino. La manifestazione si articola in vari fasi: l’ideazione e la preparazione del bozzetto, la raccolta dei fiori e delle essenze vegetali, lo “spelluccamento” – separazione dei petali dalla corolla e loro conservazione – i disegni a terra, la posa in opera dei petali, l’Infiorata completata e in culmine la Processione del Corpus Domini. Storicamente l’Infiorata è una festa strettamente collegata alla celebrazione cristiana del Corpus Domini e le sue origini risalgono al XIII secolo, quando in occasione della Processione del SS. Sacramento “si spargevano alla rinfusa dei fiori a piene mani”. Il 29 giugno 1625, poi, a Roma, nella Basilica Vaticana, per iniziativa di Benedetto Drei, Capo della Floreria Apostolica, per dare maggiore lustro alla Festa di San Pietro e Paolo, ebbe inizio la tradizione di decorare le chiese con fiori disposti a mosaico, usanza questa che si estese in molti paesi cattolici. A Monasterace infatti ci saranno tre zone infiorate : Chiesa S. Giuseppe Lavoratore – vicolo G. Papaleo – e via Caduti Senza Croce dove saranno concentrati il maggior numero di tappeti. Ogni anno secondo la tradizione Cattolica, sessanta giorni dopo la Pasqua, la Chiesa celebra il “Corpus Domini”: festività religiosa in onore dell’Eucaristia (il “Corpo” di Cristo sotto il segno sacramentale del pane), sviluppatasi nel XIII secolo ed estesa dal papa Urbano IV, nel 1263, a tutta la cattolicità. Nel corso del’ultimo lustro, grazie alla costanza e all’impegno dei volontari della locale Pro Loco, presieduta da Francesca Diano, l’infiorata da manifestazione popolare locale è divenuta manifestazione provinciale di arte, di cultura e soprattutto di fede – è realizzata infatti in onore della Festa del Corpus Domini ed è omaggio a “Colui che passa” – che attrae ogni anno migliaia di visitatori dalla Locride e dall’intera Calabria.
– Le origini della festa nella Santa Chiesa di Dio – La necessità di istituire detta festività era anche collegata alla esigenza, particolarmente avvertita nel secolo XII, di riaffermare, in chiave apologetica, il significato di fede e il valore religioso della transustanziazione contro gli errori di Berengario di Tours il quale nel 1088, seguendo una strada tutta personale nella dottrina dell’Eucarestia, giunse a negare la presenza reale del corpo di Cristo: vino e pane per Berengario erano solo dei simboli; essi non venivano trasformati nella consacrazione ma ricevevano esclusivamente una energia sovrannaturale; quando tuttavia la sua teoria venne condannata da Roma, Berengario si sottomise; il IV Concilio Lateranense nel 1215 decretò che la consacrazione nella Santa Messa causava una reale trasformazione delle sostanze del pane e del vino e coniò per ciò la già citata espressione di «Transustanziazione». Nel cosiddetto Statuto sanguinoso dei «sei articoli della fede», emanato da Enrico VIII nel 1539 in Inghilterra (nella quale e come è noto – la conversione al protestantesimo ebbe inizio soltanto sotto Edoardo VI (1547-53)), la negazione della transustanziazione nella Santa Messa- come la negazione del celibato ecclesiastico, della messa dei defunti e délla validità dei voti ecclesiastici – era punita con la pena di morte. La presenza reale del Corpo di Cristo e la transustanziazione vennero definite chiaramente nel corso della XIII sessione del secondo periodo del Concilio di Trento, svoltasi negli anni 1551-1552, sessione nella quale si discusse espressamente proprio dell’Eucarestia.
Elia Fiorenza