Il dibattito sul ruolo delle tasse e dei tributi nella vita dei cittadini è tornato al centro dell’attenzione, questa volta grazie alle dichiarazioni di Nicola Lucifero, esponente politico di Forza Italia e candidato alle ultime elezioni amministrative per il consiglio comunale di Guardavalle (Cz). Lucifero, con toni diretti e argomentazioni incisive, ha sollevato questioni cruciali riguardo all’utilizzo dei fondi pubblici e al rapporto tra imposizioni tributarie e servizi offerti.
Il politico ha aperto il suo intervento ponendo una domanda di fondo: le tasse e i tributi sono strumenti necessari per lo sviluppo armonico del territorio o diventano invece un mezzo per vessare passivamente i cittadini? È un interrogativo che rimanda alla complessità della gestione finanziaria di una comunità e alle responsabilità dei suoi amministratori.
Lucifero ha sollevato anche il tema della trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici, sottolineando l’importanza della rendicontazione e della denuncia di eventuali irregolarità contabili. In questo contesto, ha evidenziato il ruolo cruciale sia dei cittadini contribuenti nel chiedere e pretendere trasparenza, sia dell’opposizione all’interno del consiglio comunale nel monitorare l’operato dell’amministrazione.
Una delle critiche più aspre è stata rivolta alla prassi politica di promettere tagli alle tasse durante le campagne elettorali per poi non mantenerle una volta eletti. Lucifero ha definito tali promesse come “non in buona fede” e ha sottolineato la necessità di una gestione responsabile dei fondi pubblici, evitando sprechi e assicurando un reale contributo economico dei cittadini per sostenere i servizi.
Il politico ha anche affrontato il tema del calo demografico e delle conseguenti perdite di entrate per il Comune, mettendo in luce la necessità di strategie a lungo termine per rilanciare l’economia locale e ridurre il carico fiscale. Ha proposto di mettere a reddito il patrimonio comunale e di investire in opere strategiche per il territorio, come sottopassi e accessi al mare, anziché continuare a gravare sui cittadini con tasse e tributi sempre più elevati.
Le parole di Lucifero richiamano l’attenzione sulla necessità di una politica fiscale più equa e orientata allo sviluppo sostenibile del territorio. È un invito alla riflessione per tutti coloro che hanno a cuore il benessere della comunità e la corretta gestione delle risorse pubbliche.
Di seguito il testo integrale:
<<Tasse, tributi, canoni e imposte locali: strumenti per vessare passivamente i cittadini o mezzo utile per sviluppare armonicamente un territorio?
Qual è lo stato dei tributi, dell’ufficio preposto, e qual è il rapporto tra servizi e imposizioni tributarie ?
È sempre difficile parlare di tasse ed ancor di più scrivere contenuti interessanti per i non addetti alla politica.
Chi paga le tasse con il sorriso?
È strategia politica, in campagna elettorale, promettere tagli alle tasse al fine di ottenere consensi, per poi disattendere sistematicamente tali promesse.
È razionale pensare di poter sostenere servizi senza un reale contributo economico dei cittadini?
È strategia per ottenere consensi.
E’ ovvio che si tratti di affermazioni non in buonafede .
La realtà del bilancio, presto o tardi, ha poi la meglio su bugie o promesse irrealizzabili.
Acclarato che tasse, tributi, canoni e imposte debbano essere pagate, tocca chiedere, pretendere e verificare la rendicontazione e denunciare eventuali artifizi contabili in merito incassi e spese, il loro corretto utilizzo e, se la politica locale non è miope, anche una pianificazione delle stesse in funzione di un eventuale sviluppo del territorio.
È il cittadino contribuente a dover chiedere e pretendere tutto ciò oppure è un compito preciso dell’opposizione in seno al consiglio comunale?
Ritengo sia un diritto/dovere di entrambi e che, affinché ciò si possa realizzare, sia necessaria la conoscenza almeno delle basi della materia unita ad una chiara visione del territorio, dei servizi e dello sviluppo.
È impensabile e irrazionale essere amministratori comunali e non conoscere un minimo di bilancio.
La somma di 1+1 è certamente 2, ma, non bisogna trascurare o meglio dimenticare gli innumerevoli numeri contenuti tra di essi.
La politica non è semplice ragioneria o calcolo bensì variabili spesso disattese o non messe in conto per cecità mentale.
Per giungere al numero 2 servono certezze e pertanto credo che non si possa costruire una comunità e nella fattispecie un bilancio retto da una cittadinanza sempre meno numerosa ed economicamente poco solida.
Credo sia realistico quantificare che a fronte di un calo del 25 % della popolazione residente dell’ultimo trentennio l’Ente Comunale abbia subito una perdita almeno del 10 % sulle proprie entrate.
Credo sia condivisibile quantificare nell’ordine di euro 2.000.000,00 le entrate comunali per trasferimenti, tasse, imposte canoni e tributi locali, e pertanto una perdita di non meno di 200.000,00 annui per 30 anni , che unitamente ad una gestione scellerata del bilancio, spese pazze e riscossione non interna all’ente, hanno portato il Comune ad un primo dissesto degli anni 90 e ad uno successivo e mal nascosto dagli attuali amministratori dell’ultimo decennio per il quale pagheremo cambiali almeno sino al 2040!
È corretto continuare a chiedere ulteriori contributi e sacrifici ai cittadini contribuenti in termini di tasse, tributi, canoni e imposte senza dare seguito ad azioni di lungo periodo che possano ridurre il carico fiscale o, in alternativa, un sostanziale e tangibile incremento della qualità dei servizi resi e del patrimonio immobiliare privato locale?
È forse peccato di lesa maestà , a fronte di aliquote IMU ai massimi di legge e un valore del patrimonio immobiliare privato tra i più bassi d’Italia, pretendere una graduale riduzione del carico fiscale o quantomeno una strategia di lungo termine che possa non solo chiudere quanto cambializzato, ma investire su opere di lungo termine e strategiche per il territorio quali sottopassi, accessi a mare ecc ecc.
Ad oggi la realtà è che a fronte di aliquote IMU ai massimi di legge il valore del patrimonio immobiliare privato è tra i più bassi d’Italia.
È accettabile?
Credo sia giunto il tempo di cambiare “filosofia fiscale” e pertanto sia obbligatorio mettere a reddito il patrimonio comunale e quanto demandato ad esso.
Una politica attenta cercherà sicuramente di rimpinguare le casse comunali con introiti quali concessioni, canoni, costi di costruzione, ufficio tributi e riscossione interno ecc ecc e di riflesso risorgerà l’economia locale.
Al contrario, una politica distratta, inetta e inadeguata si limiterà a mandare per il tramite dell’Unione dei Comuni il bollettino da pagare.
Può una mucca produrre latte senza aver fieno da mangiare?
Resteremo prima o poi senza latte!
1 +1 = 2 ?
1+0,1+0,1+0,1+0,3+0,2+0,2=2 ?
Qualcuno chieda al calcolatore di turno a Palazzo Sant’Agazio! >>