Alza la voce il Sindaco di Siderno (Rc), Mariateresa Fragomeni, e lo fa in esito all’annunciata chiusura per circa 20 mesi della galleria della Limina che collega, attraverso la strada di grande comunicazione Jonio-Tirreno, le due sponde calabresi. Chiaro ed inequivocabile il messaggio lanciato soprattutto alle Istituzioni di cui anch’essa fa parte, ma che in qualche modo cerca di sollecitare per arrivare, in breve tempo, ad una soluzione che non penalizzi oltre ogni limite le comunità ed il territorio della locride.
L’allarme sociale dato dal primo cittadino di Siderno è fatto attraverso la pubblicazione di una “lettera aperta” (pubblicata anche sulla propria pagina facebook) nella quale si evidenzia l’enorme disagio cui andranno incontro le diverse comunità ed il vasto territorio della locride, un territorio che per circa 20 mesi non vedrà più la luce, rimanendo chiuso nel buio pesto dell’isolamento sociale, economico, commerciale e, peggio ancora, sanitario.
Punta il dito, quindi, il Sindaco Fragomeni e lo fa senza giri di parole, lo fa soprattutto contro quelle politiche disfattiste che in tutti questi anno hanno “desertificato” la regione Calabria ed in particolare il territorio della locride. Ricordiamo che l’annuncio della chiusura per 20 mesi era stato fatto dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto (FI), che nel corso del suo intervento durante l’incontro “Nole: il cammino di una comunità –cantieri aperti” (14 luglio 2023) aveva anticipato il progetto di chiudere la galleria della Limina “…per urgenti lavori di ristrutturazione” Secca la risposta all’annuncio: Si chiami il genio militare o quelle imprese giapponesi che riescono a realizzare grandi opere in poco tempo, perché non è possibile isolare la locride e penalizzare lavoratori, studenti, commercianti e cittadini che così non potranno usufruire nemmeno dei servizi minimi essenziali, ancor più se essi riguardano la salute pubblica.
Di seguito riportiamo il contenuto della lettera aperta a firma Mariateresa Fragomeni, Sindaco di Siderno: Giù le mani dalla Jonio Tirreno: difendiamo la Locride! Ancora una volta, c’è qualcuno che pensa che questo territorio sia sacrificabile, cancellabile con un colpo di penna. Dopo avere tolto treni, desertificato mezzi di collegamento, mai completato arterie fondamentali e opere pubbliche, adesso si decide di chiudere per due anni l’unica strada che permette a questa zona di essere collegata con il resto della Calabria. Su questa vicenda vige una coltre di nebbia difficile da diradare: prima 3 mesi, poi 14, adesso addirittura 20 mesi di chiusura della Jonio Tirreno. La sicurezza è la prima cosa, certo! Ma per fare quali lavori? Non è dato sapere! Da quella strada passano lavoratori, ambulanze, persone che devono raggiungere con urgenza ospedali hub come Catanzaro e Reggio Calabria, studenti che devono sostenere esami e costruirsi un futuro. Ci sono attività che saranno costrette alla chiusura forzata, perché da lì non passerà più nessuno. A tutte queste persone, diremo di aspettare venti mesi perché bisogna fare dei lavori di messa in sicurezza così urgenti e indifferibili che si possono addirittura programmare da gennaio 2024 in poi. Un traffico stimato di 120 mila auto al mese che dovrà essere riversato su piccole e impervie strade provinciali.
Adesso però è troppo, la misura è colma! Pretendiamo di avere delle risposte. Da Anas, vogliamo sapere quali sono questi lavori urgenti che impediscono di tenere aperta la Jonio Tirreno. Ci mostrino i dati, i carotaggi, le misurazioni sulle quali si afferma che va messa in sicurezza quella galleria e che non è possibile farlo lavorando su chiusure notturne o su altre alternative. Pretendiamo di sapere quali sono le misure alternative. Pretendiamo, senza più tergiversare, di sapere qual è il progetto immediatamente esecutivo e cantierabile che ha portato alla decisione di chiudere un’arteria fondamentale. Alla Regione ed al Governo invece, chiediamo di non abbandonare questo territorio. Non lasciateci nell’isolamento. Non permettete ai figli di questa terra di svegliarsi la mattina e sentirsi figli di un dio minore. Non facciamo scoprire a questi ragazzi che in questi anni, dopo avere tagliato ferrovie, servizi, strade, non e’ stato realizzato un piano di viabilità alternativa. Si sono temporaneamente affrontate le carenze di organico con i medici cubani: magari, se si può, il presidente Occhiuto chiami qualche grande ditta giapponese per rifare tutta la Jonio Tirreno in pochi mesi, il Governo assuma decisioni straordinarie e che so, valuti di utilizzare il genio militare. Si apra un confronto reale e concreto con tutti gli attori del territorio per individuare risorse e provvedimenti utili a sostenere famiglie ed imprese come nel periodo di crisi Covid. La nostra terra non gode dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione, le forze politiche e le Istituzioni devono affrontare questo enorme tema. Adesso è venuto il momento di difendere la Locride, serve lottare: dopo sarà troppo tardi.
(fonte video: Telemia)
Pasquale Rosaci