Suscitano una profonda amarezza, le notizie diffuse con quotidiana cadenza, relative all’assassinio di giovani vite. Dinanzi a tali orribili fatti, talvolta indegnamente enfatizzati su qualche social, scatta la protesta delle rappresentanze della società civile, che invoca rinnovate misure preventive nonché il rafforzamento delle guarnigioni delle forze operanti sul territorio, onde arginare simili orribili progetti.
Senza alcun intento polemico la nefanda tendenza potrebbe trarre origine non solo dalla capillare caduta dei freni inibitori, bensì da quel tormento socio-psicologico, amplificato da cocenti delusioni, da sguaiate turpitudini, da ripetuti atteggiamenti di scherno.
Non volendo evocare spunti interpretativi della evoluzione della coscienza umana sarebbe opportuno raccogliere il significato di alcune tensioni, improvvisa crisi di adattamento socio ambientale, l’avversione totale a qualche espressione di egemonizzazione del pensiero e dell’azione. Tali momenti che possono tradursi anche in odio viscerale, inducono il sottoscritto a proporre la riscoperta di riferimenti secolari come la famiglia la scuola, la spiritualità evangelica, la pratica gioiosa del tempo libero.
Queste prospettive ormai avvolte dalla desuetudine, se bene investite da cicliche trasformazioni possono diventare un’operosa fonte di informazione se saranno sostenute da uno slancio di vera missione da dedicare al recupero della dignità della persona evitando che la stessa possa essere insidiata da falsi miti e dalle alienanti attrazioni o da comodi sussulti di devastante sofferenza socio-spirituale. Calogero Centofanti