La strage di Steccato di Cutro non può e non deve lasciare indifferenti. La morte di decine di esseri umani non può e non deve rappresentare una delle tante notizie di morte che avvolgono la nostra quotidianità.
Il contrasto all’immigrazione, baluardo di un Governo cieco, non può e non deve essere portato avanti ostacolando il soccorso in mare, che è parte del diritto internazionale cui anche l’Italia ha scelto di aderire.
I naufraghi si salvano. È la legge del mare e della coscienza. Questa tragedia ci ha turbati profondamente, ma la nostra sofferenza e la nostra rabbia devono diventare qualcosa da cui si possa costruire un altro mondo, perché, ne rimaniamo certi, un altro mondo è possibile.
Come noto, l’Associazione Rete delle Comunità Solidali Re.Co.Sol. – ETS e la Società Cooperativa Sankara sono da diversi anni impegnati attivamente nello sviluppo di forme di accoglienza capaci di unire tutela dei diritti, protagonismo dei migranti e coesione delle comunità locali. Sono anche Enti attuatori di diversi Progetto SAI, che accolgono proprio quei migranti che arrivano sulle nostre coste con barconi di fortuna. Per noi, quei bambini, quelle donne e quegli uomini che hanno perso la vita a Cutro, rappresentano ciascuno delle persone accolte in questi anni, che hanno nomi e cognomi, una storia e una prospettiva di vita, che queste politiche cieche distruggono con la superficialità con cui si timbra un decreto.
Abbiamo sempre agito con l’idea che sia necessario costruire reti tra cittadini, enti e soggetti che a vario titolo operano e agiscono con i medesimi obiettivi e il medesimo spirito, guardando all’accoglienza come crescita sociale, culturale ed economica dei territori e come elemento che può rappresentare una forma di reale e attiva coesione con l’intera cittadinanza, oltre che un baluardo di resistenza contro politiche xenofobe e razziste.
Con questa convinzione, abbiamo deciso di proporre un momento di riflessione dal titolo “Basta morti in mare! – Il naufragio di Cutro era evitabile?”. Per tale ragione, invitiamo tutti i cittadini a partecipare a questa iniziativa che si terrà presso la Sala del Consiglio Comunale di Gioiosa Ionica, domani, giovedì 2 marzo a partire dalle ore 17:30.
All’incontro, che sarà moderato da Giovanni Maiolo, Presidente dell’Associazione Rete delle Comunità Solidali Re.Co.Sol. – ETS e da Luigi De Filippis, Presidente dell’Associazione Coopisa, hanno già dato la disponibilità a presenziare con un loro intervento in presenza o in collegamento video:
– Raffaella Paita –Capo Gruppo alla Camera di Azione/Italia Viva
– Luca Casarini – Capo missione “Mediterranea Saving Humans”
– Marco Lombardo – Senatore Azione/IV Renew Europe
– Emilio Sirianni – Magistratura Democratica
– Jasmine Cristallo – Attivista Rete delle Comunità Solidali ed esponente del Partito Democratico
– Orlando Amodeo – Medico soccorritore Crotone
– Alessia Candito – Giornalista
– Stefano Ioli Calabrò – Sindaco del Comune di Sant’Alessio in Aspromonte
– Francesco Cosentino – Sindaco di Cittanova
– Michele Conia – Sindaco di Cinquefrondi e Delegato della Città Metropolitana di Reggio Calabria alle Politiche dell’Immigrazione, dell’accoglienza e della pace
– Vittorio Zito – Sindaco di Roccella Jonica
– Salvatore Fuda – Sindaco del Comune di Gioiosa Ionica.
È quanto mai importante essere presenti perché è arrivato il momento, per ciascuno di noi, di scegliere da quale parte della storia stare.
“Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”