Caro Tito, non posso fare a meno di partecipare pure a te e ai nostri gentili e fedeli Lettori la riflessione fatta tempo fa da un giovane scultore in una intervista rilasciata ad un programma di Rainews24 (il canale pubblico televisivo di notizie a flusso continuo, 24 ore su 24, e di altre interessanti rubriche socio-culturali e scientifiche in onda da lunedì 26 aprile 1999 e proprio da allora il mio preferito). E ben pensarci è una riflessione-etica davvero scioccante quanto ovvia, sbalorditiva quanto semplice da cui trarre le dovute conseguenze. Nel modo migliore possibile.

1 – LE SCUSE E IL PERDONO

Solitamente, siamo abituati ad essere indulgenti con noi stessi, con il nostro animo e i nostri comportamenti ricorrendo (se e quando siamo disponibili) ad esercitare la buona educazione di chiedere scusa alle persone cui, pur non volendo, abbiamo dato fastidio o abbiamo apportato un “danno veniale”.  Chiedere “venia” o scusa, infatti, fa parte del comportamento civile tra esseri umani, tra gruppi sociali, pure per evitare conflitti che non si sa mai come e quanto possano poi trascendere o degenerare, provocando spesso una reazione a catena imprevedibile per continuità e conseguenze persino tragiche.

Se il danno è assai o particolarmente grave usiamo chiedere “perdòno” … ma, in tal caso (se e quando siamo perdonati) lasciamo pur sempre una traccia (più o meno profonda e ineliminabile) di dolore e/o di risentimento e dobbiamo comunque stare in guardia su eventuali o probabili “ritorsioni” o “vendette” anche se abbiamo riparato, in tutto o in parte, al danno provocato.

Il perdòno o il risarcimento non ripara e non ripaga mai, comunque, il danno causato. E’ soltanto un modo di evitare altre gravi conseguenze personali e sociali, pure in presenza della cosiddetta “giustizia”. Un esempio. Se uccidiamo una persona e chiediamo perdòno ai suoi familiari e questi ci concedono il loro “perdòno umano o cristiano” … ciò non significa che non dobbiamo pagare con il carcere (o altro castìgo) per il danno fatto. Qualsiasi pena noi dovessimo scontare (anche la più severa) non porterà certo in vita colui che è morto a causa nostra. Il perdòno è utile soltanto a rassegnare gli animi, evitando l’antica e primitiva “legge del taglione” o del “occhio per occhio, dente per dente” e persino le temibili faide e le sempre disastrose guerre.

2 – LA RIFLESSIONE DELLO SCULTORE

Il danno provocato è comunque ineliminabile e difficilmente correggibile o camuffabile dal nostro “curriculum etico” a parere di tale scultore (di cui purtroppo non ho avuto tempo e modo di appuntare il nome). Il quale fa un esempio applicato all’opera dell’artista. “Se io, scolpendo il marmo, non calibro bene il colpo del martello su scalpello e superficie … posso produrre una lesione più o meno grave su tale marmo, difficilmente eliminabile, riparabile o camuffabile alla vista. Così vale per il comportamento umano. Le scuse e il perdòno possono pure farcela passare franca, ma la lesione resta sempre e comunque. Con tutte le conseguenze del caso”. Ho citato a memoria, concettualmente non letteralmente.

Hands of sculptor and hammer detail while carving.

Come altre volte da me evidenziato facendo riferimento al “grande dolore del mondo” (quasi in parallelo con il concetto dello scultore) piccoli o grandi dolori possono essere in qualche modo confortati o lenìti, ma il trauma resta.

E’ umano. Sarebbe nostra continua cura, attenzione e preoccupazione etica non giungere mai a lasciare lesioni fisiche e spirituali, che diventano ineliminabili pure in proporzione all’entità, al valore e alla gravità. In pratica, le scuse e le richieste di perdòno non eliminano il danno che può persino giungere (specie nel caso di una scultura) a dover gettare via (o a rendere inutilizzabile) quanto si stava creando.

3 – LA LEZIONE DELL’ARTE VERSO LA PERFEZIONE

A volte ci chiediamo a cosa serva l’arte, pur ammirandola o traendone un qualche beneficio. Ecco, basterebbe soltanto questa lezione per farci apprezzare l’arte così come la conquista etica e comportamentale della perfezione e dell’armonia. Nei miei scritti ho sempre fatto riferimento alla felicità e all’Armonia. Bene. Ritengo che ogni nostra riflessione personale e sociale in tal senso converga verso la perfezione. Forse non saremo mai perfetti, tuttavia è meglio se proviamo a tendere il più possibile. Così nell’arte come nella vita. Convinti che l’arte può servire (ed è davvero utile) a cambiare in meglio la nostra vita individuale e sociale.

4 – SALUTISSIMI

Caro Tito, spero di essere riuscito a rendere l’idea e a rappresentare adeguatamente il concetto dello scultore che, alla fine, è uno dei principali atteggiamenti etici della nostra esistenza per poterla rendere vita. In ciò possono aiutarci le vere filosofie, le vere religioni e tutte le altre spiritualità. E, soprattutto, il buon senso.

Applicando tale principio agli avvenimenti del mondo di ieri, di oggi e di domani … mi chiedo cosa comporti, in particolare, l’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina al di là della politica e dei compromessi? … Cosa comporta ogni nostro atteggiamento e ogni nostra azione nel quotidiano, nell’intero corso della nostra esistenza e della Storia?…

Grazie per pubblicare pure questa breve ma intensa ed accorata “Lettera n. 453”. Specialmente a ridosso del primo anniversario della guerra scatenata il 24 febbraio 2022 dall’imperialismo russo contro il diritto e l’etica mondiale ed universale, non tacendo tutti gli altri imperialismi e nemmeno le nostre beghe quotidiane. Cerchiamo di lenìre, il più possibile, i grandi così come i piccoli dolori del mondo. Alla prossima!

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, venerdì 24 febbraio 2023 ore 21.12 – Primo anniversario dell’aggressione russa all’Ucraina. Da oltre 55 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”. Le foto sono state prese dal web.