Il Garante regionale dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, Luca Muglia, ha condiviso, firmato e rilanciato l’appello sottoscritto da diverse personalità relativamente all’esorbitante numero di suicidi registrati in carcere dall’inizio dell’anno: ben 75 in 10 mesi. L’appello, lanciato da Il Dubbio e rivolto alle istituzioni, alla politica e agli intellettuali, individua obiettivi precisi. Ricorrere al carcere come extrema ratio, garantire spazi
e contesti umani che rispettino la dignità e i diritti, moltiplicare le pene alternative, garantire al cittadino detenuto la possibilità di iniziare un reale percorso di inclusione nella comunità.
Tra i primi firmatari della petizione Roberto Saviano, Gherardo Colombo, Luigi Manconi, Giovanni Fiandaca,
Massimo Cacciari, Fiammetta Borsellino, Mattia Feltri, Francesca Scopelliti, Rita Bernardini.
Nell’appello si suggeriscono cinque vie d’uscita:
1. aumento delle telefonate per i detenuti, previa modifica del regolamento penitenziario del 2000
secondo cui ogni detenuto (esclusi quelli che non possono comunicare con l’esterno) ha diritto a una
sola telefonata a settimana, per un massimo di dieci minuti;
2. innalzamento a 75 giorni a semestre per la liberazione anticipata rispetto ai 45 attuali;
3. creazione di spazi da dedicare ai familiari che vogliono rimanere in contatto con i propri cari reclusi
per valorizzare l’affettività;
4. aumento del personale per la salute psicofisica, attesa la grave carenza di psichiatri e psicologi in
tutti gli istituti;
5. attuazione immediata di quella parte della riforma Cartabia che contempla la valorizzazione della
giustizia riparativa e, nel contempo, rivitalizza le sanzioni sostitutive delle pene detentive.
Il Garante regionale, Luca Muglia, nel lanciare l’allarme e ribadire la necessità di un intervento immediato, ha evidenziato che nell’ultima settimana all’interno delle carceri calabresi si sono verificati diversi episodi di autolesionismo, uno dei quali con un tragico epilogo.