Nell’ambito del progetto La Calabria delle donne. Festival del genio femminile di Calabria , quest’anno dedicato alle Donne di carta. Scrittrici e personaggi letterari femminili, presentato il 7 marzo 2022 nella sala stampa di Palazzo Montecitorio, il 12 marzo al Caffè Letterario Mario La Cava si parlerà della figura e l’opera di Marianna Procopio, con gli interventi del critico letterario Giuseppe Italiano, di Paola Radici Colace, Professore ordinario di filologia classica dell’Università di Messina, della scrittrice Giusy Staropoli Calafati, del Presidente del Caffè Letterario Mario La Cava Domenico Calabria e le letture dell’attrice Giulia Palmisano.
Marianna Procopio nasce a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria, il 15 novembre 1855. Figlia di una famiglia della piccola borghesia, frequenta la scuola fino alla terza elementare, rimanendo orfana di padre molto presto.
Giovanissima sposa il maestro Rocco Desiderio La Cava, dal quale ha un figlio, Mario. Solo nel 1936, a più di 50 anni di età, fortemente colpita dalla perdita della madre, si rivela a sé stessa una grande scrittrice. Marianna Procopio comincia a scrivere di getto, ovunque si trovi, in giro per casa. A matita, con calligrafia tentennante e irrisoluta, mette per iscritto su fogli di carta unta e stropicciata, della pasta o della carne, tutto ciò che le passa per la testa, abbandonandosi ai sentimenti che affiorano in lei nel ricordo della madre morta. Un fiume in piena che non si arresta. Che scorre inesorabile lungo il suo corso. Dove l’acqua scroscia e non mente, tuona e si confessa le paure.
Una scrittrice, Marianna Procopio, che si forgia della scuola della vita, lontano da ogni corrente letteraria. Fuori dai salotti, ai margini della terra. Donna Mariannina, così conosciuta nella sua Bovalino, scrive allo stesso modo di come parla, senza preoccuparsi di correggere o anche solo modificare il suo dettato, limitandosi appena a rendere in italiano qualche strettissima parola. […]
Degli scritti sparsi di Marianna Procopio, si accorge il figlio Mario La Cava, all’epoca esordiente scrittore, oggi annoverato tra i più grandi autori della letteratura italiana del ‘900. Fu lui che sottrasse alla madre i foglietti che ella riempiva, trascrivendoli con la massima attenzione alle particolarità linguistiche e ortografiche, affinché nulla andasse né perduto né modificato.
Nel 1962, Rebellato editore Padova, dà alle stampe il Diario ed altri scritti di Marianna Procopio, con la presentazione di Piero Chiara. Una raccolta di racconti, seppure un po’ rude, considerata dalla critica un’opera eccezionale.