Non si fermano i femminicidi in Italia, neppure in questo periodo funestato dal conflitto in Ucraina, come dimostra il recente tragico episodio della giovane 30enne uccisa a Salerno dall’ex fidanzato. Interviene al riguardo l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime: «In Italia, in media, viene uccisa una donna ogni tre giorni. Un fenomeno che non nasce dal nulla, ma spesso ha radici lontane, in conflitti familiari e di coppia caratterizzati da abusi, maltrattamenti, prevaricazioni. Le donne, a volte, hanno timore a denunciare per paura di subire violenze ancora più gravi, ma bisogna ricordare che grazie al ‘codice rosso’ c’è la possibilità di adottare misure limitative della libertà della persona denunciata, quando le sue condotte mettono in pericolo l’incolumità della vittima. Peraltro, neppure la prospettiva della pena massima prevista dal nostro ordinamento, ossia dell’ergastolo, può rappresentare un deterrente efficace. E questo è sintomatico di come gli aspetti prevaricatori e abusanti di certe personalità abbiano la meglio su quelli razionali. Per questo – conclude Elisabetta Aldrovandi – nei casi di maltrattamenti in famiglia e di stalking, l’intervento tempestivo delle autorità e la rieducazione del condannato sono fondamentali per la prevenzione dei femminicidi».

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