Lettere a Tito di Domenico Lanciano – Caro Tito, la data di inizio del “Progetto Capo Sud” è quella di domenica 25 luglio 1999, quando ho scritto all’allora presidente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, Cosimo Antonio Calabrò, al sindaco di Melito Porto Salvo e all’assessore al turismo della Regione Calabria per porre 9 quesiti sul punto più a sud d’Italia, auspicando l’avvio di iniziative tali da valorizzare tutta l’Area Capo Sud (ovvero l’intera zona dello Stretto e, quindi, le province di Reggio e di Messina).
Con lettera del 18 agosto 1999 (protocollo 591/Gab.), il presidente Calabrò mi ha fornito le coordinate di Melito P.S. e di Palizzi, assicurandomi di voler procedere quanto prima alla posa di una stele indicante “Capo Sud” e al gemellaggio con Capo Nord. Quindi, venuto appositamente da Agnone a Reggio, ho incontrato alle ore 12 circa di venerdì 17 settembre 1999 il presidente nel suo ufficio al palazzo della Provincia per puntualizzare meglio la proposta che, poi, avrei dovuto inviargli con descrizione più particolareggiata ed operativa. Il 29 dicembre 1999 ho, quindi, spedito al presidente Calabrò e a tanti altri responsabili delle istituzioni territoriali il “Progetto Capo Sud”.
Il primo a rispondermi è stato Antonio Martino, assessore al Comune di Palizzi, che si è dimostrato assai interessato al progetto, tanto è che a metà marzo 2000 sono sceso a Reggio per incontrare lo stesso Martino, il quale mi ha presentato al sindaco Italo Falcomatà, all’assessore provinciale al turismo Silvana Nasso, al presidente dell’Azienda di promozione turistica e ad altre persone e personalità cui avrebbe potuto piacere l’idea di “Capo Sud”. Per pubblicizzare a livello nazionale tale proposta, ho inviato lettere a varie trasmissioni televisive Rai e Mediaset. Ha risposto “Uno Mattina” la popolare rubrica di Rai Uno che a metà maggio ha inviato la giornalista Sonia Petruso per realizzare un bel servizio di sei minuti con suggestive immagini e utili interviste, poi andato in onda il primo giugno 2000 dalle ore 8,23 alle ore 8,29. Tale intervento della principale rete televisiva italiana era stato presentato il 30 maggio in una apposita conferenza stampa dallo stesso presidente Calabrò, affiancato dall’assessore Nasso. Il giorno seguente, 31 maggio, la stampa calabrese ha dedicato un significativo spazio alla nascita ufficiale ed istituzionale di “Capo Sud”.
Altro merito dell’assessore Martino è l’avermi presentato ad Antonino Palermiti, presidente della Comunità Montana V.J.M (versante jonico meridionale), il quale ha fatto approvare la deliberazione n. 6 del 12 giugno 2000 per denominare tale Comunità Montana ed il relativo sito internet proprio “Capo Sud”. L’indicazione “Capo Sud” è, quindi, ripresa dall’art. 1 dello Statuto dell’Ente di Melito Porto Salvo e come tale pubblicato dal Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 73 del 18 agosto 2000. Un bel passo avanti per la realizzazione istituzionale del “Progetto Capo Sud”.
Il 31 maggio 2000 mi ha telefonato Giuseppe Martorano, capo di gabinetto del neo-assessore regionale al turismo Domenico Crea. Ho incontrato Martorano a Roma il 16 giugno. Nello stesso mese di giugno il ristorante “Il Gabbiano” sul lungomare di Bova Marina ha cambiato denominazione in “Ristorante Capo Sud” e all’inaugurazione hanno partecipato vari esponenti delle istituzioni locali … è il primo concreto segno, proveniente da imprenditori privati della zona, di una lusinghiera accoglienza di questa novità promozionale del territorio che, d’ora in poi, darà vita a un susseguirsi di belle e numerose iniziative che ti racconterò alla prossima lettera.
Emblemi concessi dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, nell’anno 2006.
Emblema della Comunita Montana Versante Jonico Meridionale Capo Sud (Reggio Calabria)
STEMMA: semitroncato partito: il PRIMO, di azzurro vestito d’oro, con le lettere maiuscole C M, d’oro, poste sull’azzurro, ordinate in fascia; il SECONDO, di azzurro, alla colonna ionica d’oro, fondata in punta; il TERZO, di rosso, alle nove stelle di otto raggi, d’oro, poste, una, due, due, due, due. Lo scudo è timbrato dalla corona all’antica d’oro, di cinque punte visibili. Sotto lo scudo due fronde di alloro e di quercia, di verde, fruttate d’oro, decussate in punta, legate dal nastro tricolorato dai colori nazionali.
GONFALONE: partito di rosso e di azzurro.
Domenico Lanciano – Giornalista