Si amplia la geografia dei distretti produttivi siciliani. Dieci nuovi distretti si aggiungono alla mappa delle filiere di imprese siciliane ad un anno e mezzo dalla ripartenza del sistema riavviato dal governo Musumeci, dopo un lungo periodo di stallo. L’assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, ha firmato i decreti di riconoscimento di dieci nuovi distretti produttivi che, sommati ai 13 rinnovati e riconosciuti nel luglio del 2020, fanno salire a 23 i distretti ufficialmente riconosciuti dalla Regione siciliana.

«Quando mi sono insediato ho trovato una situazione dei distretti produttivi davvero critica – spiega l’assessore Turano – Nel 2017 il sistema dei riconoscimenti era praticamente bloccato e non si era proceduto ai rinnovi o a nuove istituzioni, determinando una sorta di limbo per i distretti produttivi.

Con il presidente Musumeci abbiamo ripreso il dialogo e il confronto con i distretti, ma soprattutto abbiamo messo in campo tutti gli strumenti amministrativi necessari per far ripartire i distretti, puntando anche a un sostanziale riordino che ci ha permesso di evitare doppioni e sovrapposizioni all’interno delle filiere e di rimetterci al passo con un mondo produttivo profondamente cambiato nell’ultimo decennio».

Questi i 10 nuovi distretti: il Distretto delle Ceramiche made in Sicily (Palermo), il Distretto del marmo di Sicilia con sede a Custonaci (Tp), il Distretto del vino di Sicilia e quello Dolce Sicilia, entrambi con sede a Palermo, il Distretto olio extravergine di oliva siciliano e il Distretto olive da tavola siciliane, entrambi a Castelvetrano (Tp), il Distretto laniero siciliano a Cammarata (Ag), per la filiera turistica il Distretto Luxury hospitality (Palermo) e, infine, nel campo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, il Distretto Sicilia 5.0 con sede a Catania e il Distretto Sicily Valley a Palermo. I distretti produttivi, che videro la luce nel 2005, vennero istituiti dalla Regione con l’obiettivo di far lavorare le filiere produttive per sistemi integrati in grado di darsi una programmazione a livello territoriale sostenuti da fondi specifici.

Fondamentale per la ripartenza del sistema è stata la revisione delle procedure per i riconoscimenti, messa a punto dagli uffici del dipartimento Attività produttive. Grazie al nuovo iter sono state eliminate le criticità che avevano determinato lo stallo delle pratiche di riconoscimento: nello specifico, oltre a un adeguamento dei criteri di valutazione, il nucleo di valutazione precedentemente previsto è stato sostituito da una commissione di valutazione interna al Dipartimento ed è stato ampliato il riconoscimento temporale dei distretti da tre a cinque anni. «Il distretto produttivo – sottolinea ancora Turano – è espressione della capacità del sistema delle imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica che riguardi anche la nuova programmazione comunitaria.

Siamo già pronti a stanziare delle risorse per le prime iniziative che discuteremo nella seduta inaugurale della nuova Consulta dei Distretti produttivi, l’organo consultivo che abbiamo riattivato, che si terrà a fine ottobre». I nuovi 10 distretti si sommano ai 13 esistenti distribuiti su tutto il territorio regionale: a Catania il Distretto Agrumi di Sicilia, sempre nella provincia etnea il Distretto del Ficodindia di Sicilia a San Michele di Ganzaria e il distretto della pietra lavica di Belpasso; a Palermo si trovano invece Distretto Meccatronica, il Distretto della moda Mythos e il Distretto nautico del Mediterraneo; nell’elenco ancora il Distretto Pesca e Crescita Blu a Mazara del Vallo; a Ragusa il Distretto orticolo sud-est Sicilia insieme al Distretto Lattiero Caseario; il Distretto Ecodomus specializzato nella filiera edilizia e delle energie rinnovabili a Licata; nel Nisseno, a Mazzarino, il Distretto Frutta secca di Sicilia; ancora il Distretto Filiera delle Carni a Messina; a Siracusa il Distretto ortofrutticolo di qualità.

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